di Miriam Bonalumi
Palermo, scuola media statale.
G. fa il bullo.
G. dice al
compagno che è gay, glielo dice sempre, non lo lascia entrare nel bagno dei maschi.
Un giorno scatta la punizione, foglio e penna chiamati in causa dal boia come strumenti di tortura:
"IO SONO UN DEFICIENTE", cento volte deficiente. L'inchiostro riempie progressivamente la carta, il torto è stato punito.
I giornali sostengono
che G. ha scritto cento volte deficiente senza “i”.
Nemmeno la
grammatica ne esce pulita, da una storia così.
La professoressa Giuseppa V., a causa della suddetta punizione,
sconterà una pena di 15 giorni in carcere per «aver
abusato dei mezzi di correzione e di disciplina» ai danni del suo alunno undicenne G.C., per averlo «mortificato nella dignità» sottraendosi al «processo
educativo in cui è coinvolto un bambino» (sentenza 34492 Corte Suprema di Cassazione).
Perfino la storica sigla iniziale dei Simpson
suggerisce che il vecchio metodo della frase reiterata (scriverla all'infinito come per interiorizzarla?) serve a poco...chi ricorda il 5°episodio della saga di Harry Potter, quando la nuova preside, per punire gli alunni insubordinati, impone loro di usare una penna che durante la scrittura incide direttamente nella pelle della mano, avrà un'idea ancora più agghiacciante di questo squallido provvedimento.
Avevo all’incirca l’età degli alunni di Giuseppa quando un’insegnante ci fece scrivere “solo”50 volte la frase:“Siamo dei beduini ignoranti, degli incivili
esseri.”.
Nessuno ne fu esentato, dopotutto facevamo sempre baccano durante le sue ore.
Avremmo potuto tenerla in ballo
cinque anni quella "capra", tra Tribunale, Corte d’Appello, Cassazione.
15 giorni
di carcere anche per lei, se andava bene. Anzi, a lei non avrebbero attenuato la pena, aggiungendo qualcosa come: “con l’aggravante di
un’ esplicita incitazione al razzismo nei confronti delle popolazioni nomadi
della Penisola araba.” Edificante forse? Cosa avrebbe cambiato nelle nostre coscienze?
Una vicenda controversa, una sola cosa è certa:
G. non avrà mai più compagni di classe gay, Giuseppa non avrà mai più alunni "deficienti". Sempre ammesso che dopo 15 giorni di carcere potrà ancora insegnare.
Voi cosa ne pensate?
(Ecco il link per accedere al documento in pdf della sentenza della
corte suprema di Cassazione: sentenza)
1 commento:
Spesso le sentenze della Cassazione (e non solo) sono parecchio fantasiose, ma bisogna considerare che pene così brevi quasi mai portano al carcere. Quanto all'utilità, beh, questo è un altro discorso. Non so quanto 15 giorni di carcere possano aiutare al reinserimento nella società.
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