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sabato 20 ottobre 2012

CHI PORTA VIA I BAMBINI E CHI PROVOCA DOLORE


di Sara L.
 
11 ottobre 2012: un bambino viene prelevato da scuola dalle forze dell’ordine per eseguire una sentenza della corte d’appello di Venezia che affidava il bambino al padre. La zia è fuori, insieme alla madre del bambino e al nonno materno: riesce a riprendere la scena col cellulare e manda il video alla trasmissione “Chi l’ha visto?”.

Avevo scelto deliberatamente di non scrivere nulla in merito settimana scorsa, e il nostro buon Vicky è stato provvidenziale, inviandomi il primo articolo del portale Thailandia che ho pubblicato sabato.
Non volevo scrivere nulla, giuro… ma pochi giorni fa al lavoro, anche io mi sono trovata nella condizione di disporre e organizzare l’allontanamento di un minore: dopo essere tornata a casa troppe emozioni si erano smosse dentro di me e ho ceduto… adesso due parole le devo proprio scrivere.
Il mio caso era diverso, è vero: era una ragazzina poco più che diciassettenne picchiata violentemente la sera prima. L’ho fatta accompagnare in pronto soccorso e ho predisposto tutto ciò che era necessario perché poche ore dopo potesse essere accolta in una comunità… il giorno successivo, ovviamente, ho dovuto fare muro nei confronti degli attacchi della famiglia che, cosa ancor più ovvia, negava tutto. 

Il caso del bambino di Padova è certamente diverso e ne so pochissimo, quindi non me la sento di prendere una posizione, se non che l’utilizzo della coercizione da parte delle forze dell’ordine per prelevarlo da scuola è certamente un fatto che fa male. Ma io mi fermo qui. E io ho probabilmente letto le stesse identiche notizie che hanno letto tutti quegli italiani che ora si sentono in diritto di entrare nel merito di ciò che è successo. Questo è vergognoso e degradante: chi non sa, che legge qualcosa sui giornali, guarda un talk show o ne discute bevendo il caffè, deve avere il pudore di stare zitto e tenere per sé le proprie opinioni invece di sbandierare buoni consigli (sentendosi come Gesù nel tempio), urlare illazioni in televisione in qualità di “opinionista”, dare giudizi su professionisti del cui operato non si è a conoscenza.
Altro discorso per ciò che riguarda i parenti: la zia che riprende tutto col telefonino e manda il file a una trasmissione televisiva: che bene ha fatto per il proprio nipote? L’ha forse aiutato a portare il peso di una sofferenza che gli adulti che gli stanno intorno hanno creato a suo discapito? Sperava forse di cambiare la sentenza che faceva decadere la madre dalla potestà genitoriale? (almeno: così hanno scritto i giornali, io il decreto non l’ho visto). Ma qualcuno tra coloro che parla a vanvera e sbraita ha idea di quanti e quali fatti gravi sono necessari affinchè un giudice dichiari decaduta la potestà di un genitore? O continuano ancora a pensare che tutte le mamme sono buone mamme? Se si è arrivati a dover far prelevare il bambino da parte delle forze dell’ordine perché nessuno si chiede quale sia il motivo? Cosa deve aver instillato la mamma, una mamma che ha fatto cose talmente gravi da non avere più la potestà sul figlio, nella mente di quel bambino, unica vittima non solo della tensione genitoriale ma anche di tutto questo clamore mediatico, per far sì che ogni volta lui si nascondesse e si rifiutasse? Quante volte chi lavora nel sociale ha visto bambini vittime di violenze e maltrattamenti difendere i propri stessi maltrattanti  perché questi erano mamma e papà, che “mi dicono sempre che loro danno tutto per me ma io sono così cattivo”…. Questo accade perché spesso non è proprio concettualmente accettabile per un bambino che mamma e papà possano essere cattivi, perché se è davvero così significa essere completamente soli al mondo, e questa è una prospettiva che ti annichilisce, ti fa morire dentro…

Chi fa questo lavoro, forse con più elementi in mano potrebbe giudicare… ma chi, come me, fa l’assistente sociale difficilmente cede alla facilità del giudizio. Perché so cosa vuol dire prendere una decisione così drastica come allontanare un bambino dalla propria famiglia, decisione che segnerà comunque e sempre uno spartiacque nella vita di un bambino. So cosa vuol dire avere il coraggio di prenderla quando tante persone ti verranno poi contro, quando so che posso rischiare di trovare la macchina rigata e qualcuno che mi aspetta fuori…So cosa vuol dire avere davanti un familiare che grida, si alza d’impeto e tu pensi che ti stia per tirare un pugno… so cosa vuol dire aver fatto un allontanamento e non vedere nessun familiare che si presenta a chiedere dov'è il proprio figlio… So cosa vuol dire tutto ciò… eppure sto zitta… per rispetto di quel bambino con la tuta azzurra e di tutti gli altri come lui, che alla fine ne fanno sempre le spese…

5 commenti:

Vicky Rubini ha detto...

Per fare il tuo lavoro, Sara, ho idea che serva tanta forza, che serva tanto coraggio, ma soprattutto tanta bontà. Non sono molti quelli che possono permettersi di farlo come si deve. Sei il "deus ex machina" di una terribile partita di un gioco bellissimo, l'assistente sociale che entra a gamba tesa, spada tratta, a interrompere un circolo vizioso. Un lavoro da fare coi guanti, in qualche modo, e con la spada. Non smettere mai!

Miriam Bi ha detto...

Grazie mille Sara. Ci hanno fatto guardare il filmato all'Università (fortunatamente non ho avuto l'occasione di vederlo in tv): in quella zia che sbraita e filma, quantà verità? Quanta verità nei giudizi della gente che assiste a un solo, tremendo spaccato di quella "vita (sputtanata) in diretta"?

Camilla Cerizza ha detto...

mi trovo molto d'accordo con questo articolo: come al solito quando c'è qualcuno che soffre c'è sempre qualcuno che ci mangia sopra, è molto meglio mettersi li a parlarne in televisione senza nemmeno dare al pubblico tutte le informazioni che permettono di valutare oggettivamente la situazione, che invece avere il buonsenso di stare zitti per una buona volta!
per fortuna ci sono ancora delle persone che sono capaci di utilizzare la testa e non mettersi a dare inutili giudizi...
Grazie!

Sara L ha detto...

grazie ragazzi, domani penserò un po' a voi, e magari sarà più facile... =)

Giorgio ha detto...

assolutamente tutto vero, e lo stesso identico discorso si applica su tutta un'altra serie di tematiche: sanità (esemplare il caso Di Bella), politica energetica & nucleare, assetto della giustizia ecc... non è leggendo 4 articoli che si comprendono le dinamiche dietro l'episodio di quel bambino o si può proporre una politica energetica... ma i giornali devo stampare e vendere, la tv ha bisogno di spettatori. Un bambino che grida, polizzioti e zie vendono mooooooolto bene... analisi critica di leggi e situazioni, equazioni e dati sono noiosi e tecnici. The show must go on!

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