di Sara L.
Romeno, bulgaro, polacco, arabo,
francese. Cinque lingue per il nuovo contratto provinciale dei lavoratori
agricoli della provincia di Foggia, in applicazione del semplice principio di
civiltà di far comprendere a entrambe le parti il contenuto dell'accordo che
sottoscrivono.
Un pacchetto di misure innovative
che coinvolge 46 mila addetti e verrà messo subito alla prova con l’istituzione
del primo Osservatorio provinciale del mercato del lavoro in agricoltura, uno
strumento necessario per individuare domanda e offerta a beneficio delle
imprese che cercano manodopera, ma finalizzato anche ad agevolare chi cerca
lavoro ma non sa come orientarsi.
Ma, come spesso accade, non è
solo questione di “come lo si dice”, ma anche e soprattutto di “cosa si dice”:
“Quello firmato nei giorni scorsi a Foggia – commentano i rappresentanti
di Coldiretti, Confagricoltura e Cia – è il contratto dei lavoratori
agricoli più importante d’Italia, fortemente innovativo anche sul piano
occupazionale”.
Con il nuovo contratto vengono
individuate nuove figure professionali in settori come l’acquacoltura,
l’itticoltura e la mitilicoltura e viene finalmente legittimata la figura in
campagna dell’addetto alla custodia dei beni aziendali: una sorta di
“guardiano” presente in quasi tutte le realtà aziendali ma finora non
configurabile sotto alcuna tipologia contrattuale.
Non poteva mancare però, amara
ironia, la tipica dichiarazione di intenti, piena di belle speranze.
L'art. 14, infatti, prevede
misure finalizzate ad agevolare la professionalizzazione dei lavoratori e la
loro alfabetizzazione “ricorrendo all’utilizzo delle varie risorse finanziarie
disponibili”.
Amara ironia, appunto...
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