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giovedì 22 marzo 2012

Bambini, vi presento "Ludopatia"!

di Miriam Bonalumi

Immaginate di dover spiegare a un bambino che esiste una malattia che puoi prendere se giochi troppo. E che il paese più a rischio nel mondo è l'Italia, manco a farlo apposta.
Il bambino vi guarda, smarrito, fa una veloce rassegna mentale di tutti quei pomeriggi estivi al campetto di calcio prolungati anche dopo l'ora di cena, e scappa singhiozzando...ecco perchè la mamma si arrabbiava!

Fermati, infante. 
Qui è meglio far chiarezza.
La parola gioco è decisamente impropria, alla faccia della grande varietà lessicale dell'italiano: si parla di una patologia, dicesi ludopatia o “dipendenza da gioco d'azzardo”: slot machine, gratta e vinci, lotterie, scommesse sportive...

Secondo i dati dell'Oms, le persone a rischio ludopatia in Italia sono 1,8 milioni, mentre ben un milione di italiani ne soffre già da tempo.
Ma veniamo ai dati più “scottanti”: pare (ed è in questo che noi dello stivale battiamo proprio tutti) che in Italia la spesa procapite per il gioco d'azzardo sia sui 500 Euro...altro che governo ladro!
Al vertice della classifica l'insospettabile Pavia (7,81% del pil procapite), seguita da Teramo (6,80%) e Caserta (6,78%).
 Riportando le parole del ministro della salute Balduzzi “la ludopatia sarà inserita nell'aggiornamento dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza” (tramite un decreto interdirigenziale). Presto, chi soffre di ludopatia, sarà preso in cura dal Servizio sanitario nazionale. Si tratta di una malattia che necessita di un proprio spazio d'intervento e prevenzione.
Personalmente, ritengo che una valida soluzione al problema sia la forte limitazione della possibilità di fruire a questi pericolosi passatempi, ormai disponibili per tutti a pochi metri da casa: uno spreco di soldi, energie, un insulto al divertimento sano, condiviso, al tempo libero, agli spazi aperti.

Non intendo soffermarmi sugli introiti economici legati al gioco d'azzardo, compresi gli incassi leggendari dello Stato e le 5800 imprese che gravitano attorno a questo universo “spillando” chissà quanti posti di lavoro.
Posso soltanto augurarmi che la proposta del ministro per l'Integrazione Riccardi di bloccare tutti gli spot sul gioco d'azzardo venga presa in considerazione. 
Dopotutto “lasciatemi sognare, sono un italiano”.


(fonte principale dei dati utilizzati in questo articolo:  "Il Corriere della Sera", 21-03-2012, "Sanità pubblica per i malati di gioco" A. Arachi, pg 31)

6 commenti:

Francesco Mancin ha detto...

Bello, ci voleva questo articol. Stavo pensandoci anch'io, ma sono contento che l'abbia scritto tu, non sarebbe venuto così bene!

Dennis Salvetti ha detto...

è estremamente paradosale lo Stato finanzi varie e variegate forme di gioco d'azzardo (winforlife, lotto, ...) e che nel contempo esistano (almeno sulla carta) forme di assistenza per "disintossicarsi" dalle stesse; senza poi parlare della "guerra" tra spot per il gioco e la pubblicità progresso...

Miriam Bi ha detto...

il bello di fare un blog con la collaborazione di tante persone è che, prima o poi, alcuni argomenti saltano fuori! grazie

Miriam Bi ha detto...

già, decisamente paradossale! ma quando l'economia gira...

Francesco Locatelli ha detto...

Proposta per il nuovo piano di istruzione ministeriale: aggiungiamo al programma di matematica per le scuole medie e superiori delle basi di calcolo della probabilità. La regola numero uno "il banco vince sempre" pare non essere stata compresa fino in fondo: spiegamogliela e spieghiamocela!

Anonimo ha detto...

Ragazzi, si tratta di un problema davvero serio. Non è possibile che siano legali delle macchine come i videopoker che ti danno la possibilità di spendere grossissime somme di denaro in poco tempo. è una vera piaga sociale. e le slot proliferano in tutti i bar e nei centri scommesse. Se è vero che siamo in uno stato civile, perchè non mettere fine a questa oscenità?

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