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venerdì 16 marzo 2012

Italia, l'ospizio d'Europa


Di Marzano Luigi

In primis alcuni dati:
  • Non più del 15% dei giovani ritiene che i propri obbiettivi in futuro si possano realizzare.
  • Il 58% degli studenti considerà l'eventualità concreta di andare all'estero per studiare, il 59% per lavorare e il 43% per costruire una vita fuori dallo stivale.
  • La fiducia per il mondo dell'impresa si attesta al 28% verso le multinazionali e al 32% per le imprese locali.
  • La fiducia verso lo stato si ferma al 19% e al 6% verso i politici.
  • Tra i giovani uno su tre di quanti partecipano attivamente al mercato del lavoro, è senza impiego con un tasso di disoccupazione al 31% .

Quando le "politiche giovanili" sono portate avanti dai "vecchi" questo è quello che si raggiunge. Il nuovo governo non è escluso da questa idea tutta italiana, un consiglio di tecnici esperti in geriatria pronti a curare e ritardare il declino, mantenendo al contempo l'autosufficienza accompagnata da fattacci di malapolitica mafia e spread.

Un grosso peccato per un paese risorto dalle ceneri della guerra mondiale grazie all'impegno dei giovani. Personaggi eccezionali che stanchi di non avere voce in capitolo hanno armato le proprie mani per combattere e raggiungere il bene comune. E' l'energia che nella storia (non solo italiana) ha caratterizzato le nuove generazioni : la voglia di scardinare quello che è vecchio, che spreca, che non funziona più o che ai "vecchi" non interessa.
Ma allora? Cosa sta succedendo ai giovani italiani? Sono tutti vittima di un circolo vizioso deludente amplificato da parole come "sfigato", "mammone".
Ma è quello che lo stato fatto da pensionati vuole!.
Quando l'età media di chi ci governa è circa 60 anni come volete che la pensi? I vecchi vogliono restare lì , inchiodati alle loro poltrone portando avanti politiche obsolete, frenanti, demotivanti. Il popolo ovviamente si costruisce a loro immagine e somiglianza.
Un paese fermo demograficamente e mentalmente, indebolito perchè non cambia. I giovani sul baratro o meglio al confine non sanno più che fare e i giovani che entrano invece, non possono diventare nemmeno italiani, ma lo svantaggio è nostro.
A questo punto anche se si è giovani, diventa difficile tirare fuori l'entusiasmo che ci caratterizza.

Fonti dei dati:
I giovani e il loro futuro di Remo Lucchi








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