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lunedì 15 ottobre 2012

Le Tigri Asiatiche

di Andrea Fasolini
Non solo notizie allarmanti giungono dall'Asia in ascesa, politica ed economica. Oltre ai gravi stravolgimenti socio-ambientali che minacciano l'intera regione, alcuni mutamenti sembrano invece incoraggianti. Uno tra questi riguarda il nuovo ruolo che il gentil sesso sta assumendo in quelle nazioni. Cambiamento dovuto anche all'innalzamento del reddito e del livello d'istruzione delle donne: proprio quest'ultimo negli ultimi trent'anni ha subito un grande incremento, colmando di fatto il divario con i maschi: in Corea del Sud il 50% dei master è conseguito da donne. Tali trasformazioni provocano cambiamenti anche nelle aspettative: tra le thailandesi che lasciano la scuola a 18 anni, una su otto a quarant'anni è ancora single, ma tra le laureate il rapporto è di una su cinque. Da un sondaggio condotto a Pechino nel 2003, emerge che metà delle donne con un reddito tra i 600 e i 1800 dollari non erano sposate: affermarono di non sentirne il bisogno poiché indipendenti economicamente.

La percentuale diminuisce man mano che sale il livello d'istruzione: il contrario di ciò che accade in Europa e negli Stati Uniti, dove il matrimonio è più comune tra le laureate. Le cause di questo rifiuto sono duplici: a restare sole sono sempre state le donne più istruite, e ora che sono più tutelate è aumentato anche il loro numero. Inoltre, in città ci si sposa meno e, con l'incremento del livello d'istruzione e l'avanzante urbanizzazione, tale scenario è destinato a progredire.
Il secondo motivo è che le donne più istruite hanno meno partner tra cui scegliere: per secoli la cultura ha insegnato loro a sposare uomini con un reddito e un'istruzione migliore della propria. Quindi quelle che raggiungono i livelli più alti hanno difficoltà a maritarsi, essendo gli uomini inadeguati e spesso persino intimiditi. A Singapore le laureate single sono un terzo di quelle tra i 34 e i 40 anni. Tale tendenza è causa di un altro fenomeno: il lavoro femminile. Il miracolo economico ha permesso a molte donne di entrare nel circuito economico: in Asia orientale due terzi di esse lavorano. In Corea del Sud la percentuale di lavoratrici tra i 20 e i 39 anni è al 59,9%, superando quella dei lavoratori, fermi al 58,5%. Il timore di subire su di sé tutto il peso del matrimonio spinge molte donne verso la carriera lavorativa: da un sondaggio del 2011 è emerso che in Giappone il livello di soddisfazione è metà di quello degli Stati Uniti.

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