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venerdì 21 dicembre 2012

Rompere recinti, Assemblea Nazionale del CNCA

Di Micaela Barni

Firenze città d'arte, Firenze città cosmopolita, Firenze città ospitale e accogliente.
Firenze, città di uomini e donne, giovani e anziani, italiani e stranieri, che per tre giorni ha ospitato l'assemblea nazionale del Coordinamento Nazionale delle Comunità d'Accoglienza.
Nei luoghi centrali della città, ma anche nelle periferie, a Palazzo Vecchio e nella Comunità delle Piagge, nella Casa del Popolo e nel Palazzo della Regione Toscana.
Creando un movimento sinuoso di persone ed organizzazioni che, insieme, si sono guardate negli occhi, hanno condiviso le proprie fatiche, hanno messo a fuoco le proprie speranze.
Parlando di welfare, di diritti, di migranti e di giovani, di minori e di comunità, di inclusione e di coesione sociale.
Parlandone, perché dalle parole potessero emergere le idee, le proposte, gli orientamenti e i cammini da percorrere. Perché ciascuno di noi potesse tornare a casa, dalla propria organizzazione, più ricco e determinato a far vibrare quelle corde che, spesso, a volte si assopiscono e non si sentono più.
È un'operazione culturale e politica, quella che ci apprestiamo a fare e che rimette a tema, anche a livello locale, le questioni scottanti dei diritti e del modello sociale.
"Anche in tempo di crisi, nessun cedimento sui diritti", quasi la cantava questa frase don Andrea Gallo a Firenze. Bella ciao, invece, l'ha proprio cantata!
Tanti i temi trattati e affrontati... Troppi per essere riportati tutti!
E allora mi limiterò a riportare uno stralcio del documento del CNCA sui temi dell'inclusione e protezione sociale:

"... Si assiste a un ritorno di politiche e culture di genere caritativo-riparatorio, basate sulla beneficenza, allontanandosi sempre più da quel modello di sicurezza sociale previsto dalla Costituzione che, pur nelle sue contraddizioni e nelle sue disomogeneità territoriali, e orientato a garantire i diritti sociali di ogni persona. Il sistema di protezione sociale e stato oggetto di tagli pesantissimi, in modo da mettere in discussione il senso stesso di prassi fortemente volute e sperimentate come i tavoli territoriali di programmazione sociale e l’individuazione di standard quali-quantitativi dei servizi.
Ribadiamo che il “welfare non e un lusso” e che vi e un fondamentale nesso tra crescita economica e sviluppo delle politiche sociali, cosi come si evince dall’esperienza di altri paesi europei.
Nello scenario attuale di crisi del paese, il CNCA e fortemente convinto che non ci possa essere crescita senza un deciso investimento nelle politiche sociali, oggi drasticamente ridimensionato.
Chiediamo pertanto che chi e colpito dalla crisi, dalla precarietà, dalla disoccupazione e dal disagio debba disporre di una rete di protezione sociale e tutela del reddito, anche con l’introduzione del reddito di cittadinanza.
A tal fine appare fondamentale consolidare la rete dei servizi alla persona.
È indispensabile implementare politiche di promozione e inclusione sociale rivolte a famiglie, bambini e ragazzi, giovani e donne e politiche di sostegno a favore dei gruppi vulnerabili e in condizione di povertà: famiglie a rischio, minori in area penale, senza dimora, vittime della tratta, persone con dipendenze patologiche, detenuti ed ex detenuti, disabili fisici e psichici..."

E da qui le proposte:
"Chiediamo che il Governo, in un quadro di necessaria individuazione di prioritari, d’intesa con le Regioni e gli Enti Locali:
• presenti il Piano nazionale per la non autosufficienza e avvii il ripristino del Fondo nazionale cancellato nel 2011;
• presenti il Rapporto sociale nazionale a complemento del Programma nazionale di riforma (PNR), affinché possano avviarsi in concreto misure finalizzate alla riduzione della povertà e dell’esclusione sociale;
• attivi un’azione politica a livello comunitario per riorientamento in forma inclusiva e sociale i Fondi strutturali (in particolare il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo per lo sviluppo regionale) sulle aree della povertà e del disagio;
  • garantisca la piena applicazione della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, ratificata in Italia con la legge n. 176/91, al fine di rendere concretamente esigibili i diritti di tutti i minorenni presenti a qualunque titolo sul territorio nazionale;
  • garantisca risorse economiche adeguate per l’attuazione di tutte le azioni e i processi contenuti nel Piano nazionale infanzia e adolescenza e nel Piano nazionale famiglie;
  • istituisca un fondo nazionale specifico per l’infanzia e l’adolescenza, superando la logica del “fondo indistinto” e garantendo a tutti i Comuni italiani – e non solo alle 15 città “riservatarie” – i fondi ex legge 285/97;
  • fissi un percorso graduale e certo per raggiungere su tutto il territorio nazionale i tassi di copertura dei servizi per l’infanzia previsti dal Quadro strategico nazionale (12%) e dalla Strategia di Lisbona (33%);
  • metta al centro dell’attenzione la questione giovanile, individuando un quadro normativo che definisca e orienti le politiche e reintegrando il Fondo nazionale politiche giovanili, al fine di promuovere politiche di inclusione dei giovani nel mondo del lavoro e nei processi di responsabilità e di cittadinanza e di definire spazi e tempi per un confronto permanente; 
  • rifinanzi adeguatamente il servizio civile."
Eccoci tornati da Firenze e da questa esperienza che, da domani, travaseremo (o proveremo a farlo) nelle nostra cooperative, perché a propria volta, ne parlino e si confrontino con il territorio.
Tutte le volte che partecipo a questi momenti, anche molto intensi e un po evocativi, ricordo a me stessa che "un mondo diverso è possibile".

1 commento:

Sara L ha detto...

Beh se ci crediamo tutti ma proprio tutti, non piegandoci alle logiche del "sogna in piccolo" che ci vengono imposte (vedi mio articolo di oggi) forse sì... forse si conquisterà davvero "un altro mondo possibile"

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