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sabato 16 febbraio 2013

IL NOSTRO È UN PARTITO SERIO (cit. R.G.)

di Sara L. 
 
Sì lo so, manca una settimana al voto: il 24 e 25 febbraio si svolgeranno le elezioni per il Consiglio Regionale lombardo e per scegliere i deputati e i senatori che andranno a comporre il prossimo Parlamento. Eppure eccomi qui, non ho resistito. O meglio: ho resistito anche troppo, la mia pazienza e tolleranza hanno deciso di sfondare gli argini della mia ben nota discrezione.

Succede infatti da tempo che le mie orecchie prestino ascolto a sempre più frequenti dissertazioni, neanche troppo dotte, in base alle quali votare sarebbe una perdita di tempo: “non cambierà mai nulla, i politici son tutti uguali, ladri nella maggior parte dei casi, fannulloni in tutti gli altri... che senso ha andare a votare?! È solo una perdita di tempo!”.
La cosa curiosa è che tale atteggiamento viene talvolta mutuato dalla politica stessa, con risultati alcune volte curiosi, molto più spesso patetici e puerili. Volendo osservare il fenomeno fin dai suoi albori come non citare uno degli slogan più celebri della Lega, ovvero “Roma ladrona?”... che in altre parole stava a significare “aiutateci ad andare in mezzo a tutti quei terroni ladri che stanno a Roma a mangiare struffoli e cannoli, che non fanno nulla e ci rubano le tasse. Li spodesteremo e porteremo finalmente l'etica retta e lavoratrice tipica del Nord!”. Ecco, appunto. 

Volendo si può analizzare il fenomeno più recente, costituito dall'urlante comico più famoso della politica italiana. No, non il Nano, che a lui se urla gli parte il bypass! Parlavo del canuto e rauco Beppone nazionale: i partiti gli fanno schifo, la politica la manda affanculo (cito letteralmente)... 
Scusa baby, ma tu cosa stai facendo? 
Ahhh ma la tua è una politica diversa, giusto, è la politca della gente! 
E non ti sei forse candidato con un simbolo a queste elezioni? 
Ah no, certo. Il tuo è un movimento, non un partito... vero vero... eh sì, le parole son sostanza, dici tu... soprattutto quando dietro alle parole c'è un programma di spessore, mica solo panzane da avanspettacolo.

Per farla breve, l'atteggiamento più o meno strumentale di chi, politico o cittadino comune, sostenga quanto sopra si possono riassumere in un sonoro “VOTARE?! ME NE FREGO!”.
Ora, sarà un caso, ma “me ne frego” è una delle più celebri espressioni mutuate dal fascismo: l'atteggiamento di chi si disinteressa alla cosa pubblica non può portare che a un unico esito, ovvero che qualcuno se ne interessi al posto suo... restringendo il campo e aumentando la gente che “se ne frega”, la logica e tragica conclusione è che si arrivi presto ad un regime. Chi invitava tutti a fregarsene diventa il leader unico: ottima strategia!

E' anche per questo, non volendo, al contrario di altre volte, tirare in ballo la Storia del Paese e chi questa Storia l'ha fatta sacrificando la propria vita, che invito tutti voi ad andare a votare, il prossimo fine settimana. Perchè solo esercitando il diritto di scelta, anche se taluno si turerà il naso, si può cercare di cambiare le cose: l'alternativa è candidarsi e impegnarsi in prima persona, se si è realmente convinti che nessuno ci rappresenti. Beh, ma questo è sbattimento, ovvio.

So che non tutti raccoglieranno questo invito, anche se la mia segreta speranza è che almeno voi, lettori di “Spogliatevi!” lo facciate: perchè solo stando all'interno si possono cambiare le cose, scavandole lentamente, talvolta corrodendole, talvolta dando degli scossoni. “Me ne frego” è l'atteggiamento di chi si lamenta, piagnucola o spara stupidaggini senza voler fare la fatica di cambiare le cose... è l'atteggiamento del codardo... di nuovo: sarà un caso ma “me ne frego” è una delle più celebri espressioni mutuate dal fascismo.

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