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lunedì 9 settembre 2013

Carlo e altre storie violente

di Francesca Introna
Se siamo tutti d’accordo che in una società civile la violenza non sia ammissibile, non riesco a capacitarmi di come certa retorica circoli ancora sulle bocche di tante persone. Mi sto riferendo ai commenti lacrimosi su Carlo Giuliani o alle espressioni di sostegno alla guerriglia dei No Tav.

A Genova nel 2008 la polizia ha fatto cose sconcertanti, gravissime, ingiustificabili. Gli scontri alla scuola Diaz sono solo un esempio del disonore di cui si sono macchiati molti, troppi agenti. Detto questo però, mi urta vedere come tutte le vicende accadute in quell’occasione siano riunite in un unico fascio. Carlo Giuliani non era un manifestante come gli altri, una innocente vittima colpita nell’atto sacro di manifestare il proprio pensiero: era un ragazzo di ventitrè anni che è morto con un passamontagna sul viso e un estintore in mano, morto mentre tentava di assalire un mezzo delle forze dell’ordine. Certamente l’agente che ha sparato il colpo ha commesso un errore grave, anche perché per il mestiere che fa avrebbe dovuto saper gestire la tensione e le armi. E certamente non è tollerabile che il corpo sia stato ripetutamente investito dall’autovettura. Niente di quello che successe in quei pochi minuti sarebbe dovuto accadere. Ma oltre a questo non mi spingo: non ho mai imbrattato un muro con la scritta “ Carlo vive”, né mi sono mai compiaciuta nel leggerla, né mi sento di definirlo un eroe o anche solo uno che ci ha insegnato qualcosa con il suo esempio e di cui conserveremo eterna memoria. Se si chiede, come è doveroso, che i colpevoli di quella macelleria si assumano le proprie responsabilità, penso che sia infantile escludere dal computo anche la parte più popolare, più romanticamente idealizzata della contesa, la parte dei “ribelli”. Preferirei che venissero ricordati più spesso i nomi di quelli che si sono presi un sacco di botte senza aver mosso un dito, e non mentre lanciavano estintori, ma mentre sfilavano in cortei pacifici.

La stessa retorica si ripete sul movimento No Tav. Ora, ogni idea è legittima, e se qualcuno è convinto che quella tratta ferroviaria non vada costruita, è liberissimo di fare opposizione. Ma il lancio di Molotov, di bombe carta, di sassi contro persone che stanno lavorando –operai e poliziotti- non rientra nel mio concetto di legittima opposizione. E mi dispiace che talvolta anche i pacifici valsusini difendano i violenti, che tra l’altro vengono spesso da tutta Italia e ho idea che vadano lì per menare le mani e non per difendere una terra che non è la loro.

Non vorrei dilungarmi eccessivamente, ma andrebbero spese due parole anche su una città ignorante come Bergamo. Non voglio offendere nessuno dei suoi cittadini, tra cui rientro anche io, ma forse dovremmo fare una bella riflessione sul fatto che il nostro compaesano più illustre e noto sia Roberto Calderoli, le cui recenti parole –violente- non riporto e non commento per rispetto del lettore. E forse dovremmo anche riflettere sulla violenza mimata dagli Ultras dell’ Atalanta, peraltro noti in Italia e all’estero come i fenomeni dell’aggressività calcistica, che hanno abbattuto due auto, simboli di altre squadre, con un carro armato vero (ah già: qualcuno si è chiesto dove se lo sono procurato e a che titolo lo detengono?) .

Adesso concludo per davvero. So di non aver scritto un articolo molto popolare, ma credo ancora che la violenza non sia cosa da giustificare.

4 commenti:

Mat ha detto...

Non condivido per nulla quanto detto...stendendo un velo pietoso sul vergognoso calderoli e sui fenomeni calcistici (detesto il calcio).....i partigiani hanno combattuto con le armi la dittatura fascista (altri tempi mi dirai...boh, non credo) e per quanto riguarda i NoTav...servano da lezione a tutti i bergamaschi, me compreso, che sono rimasti fermi (pacifici)mentre la bassa veniva cementificata con brebemi e raccordi vari...

Mat ha detto...

Non condivido per nulla quanto detto...stendendo un velo pietoso sul vergognoso calderoli e sui fenomeni calcistici (detesto il calcio).....i partigiani hanno combattuto con le armi la dittatura fascista (altri tempi mi dirai...boh, non credo) e per quanto riguarda i NoTav...servano da lezione a tutti i bergamaschi, me compreso, che sono rimasti fermi (pacifici)mentre la bassa veniva cementificata con brebemi e raccordi vari...

Mat ha detto...

Non condivido per nulla quanto detto...stendendo un velo pietoso sul vergognoso calderoli e sui fenomeni calcistici (detesto il calcio).....i partigiani hanno combattuto con le armi la dittatura fascista (altri tempi mi dirai...boh, non credo) e per quanto riguarda i NoTav...servano da lezione a tutti i bergamaschi, me compreso, che sono rimasti fermi (pacifici)mentre la bassa veniva cementificata con brebemi e raccordi vari...

francesca introna ha detto...

credo che i partigiani abbiano combattutto con le armi proprio per costruire una società in cui noi non dovessimo più usarle..e comunque quello che non condivido del tuo ragionamento è che non riesco a capire con quale criterio distingueresti un'idea per cui è legittimo l'uso della violenza e un'idea per cui non lo è..se accettiamo la guerriglia urbana del movimento no tav poi potremmo essere costretti ad accettare altrettanta guerriglia a difesa della padania, ad esempio..o a difesa dell'imu, di matteo renzi, della privatizzazione dell'acqua, del canone rai..in democrazia tutte le opinioni sono legittime ma solo se espresse con rispetto

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