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venerdì 23 marzo 2012

All Cops Are Bastards


Di Dennis Salvetti
 

Ripensando ad una disquisizione avuta in stazione in attesa del treno del ritorno sul tema “Pecorella, sei venuto a sparare?” relativo agli scontri in Val di Susa  ( vedi video ) mi sono reso conto della (spesso) scarsa considerazione che molta gente ha delle forze dell’ordine. Come spero sia risultato da precedenti articoli, il mio intento non è quello di difendere indiscriminatamente ed aprioristicamente alcuna categoria. Al di là dei (magari fastidiosi) commenti personali ho sempre cercato di essere il più critico ed obbiettivo possibile (ovviamente, possedendo un seppur lacunoso e malandato cervello, ho idee mie e il vissuto precedente inficia sempre l’obbiettività, d’altronde il completo distacco dalla realtà umana credo sia una caratteristica di personaggi più unici che rari, ammesso e non concesso che esistano o siano mai esistiti).

 

Ma torniamo al tema principale.
Conoscendo direttamente per situazione familiare (per chi ancora non lo sapesse mio padre è un maresciallo dei Carabinieri) posso affermare che i “fascisti” gli “aguzzini” sono stati creati dal continuo stato di perenne tensione. Con i politicanti che da una parte all’altra li usano come strumento di propaganda politica, con la gente che chiede maggiore sicurezza ma che non fa nulla per rispettare e far rispettare la legge, e con chi per il fatto che queste Persone vestono una divisa si prendono la briga di insultarli (finanche a lanciare oggetti vari); come si può svolgere serenamente il proprio Lavoro, quando nella realtà di tutti i giorni rischi di essere ammazzato facendo il tuo dovere o solo per il fatto che porti un distintivo? Purtroppo i delinquenti sono presenti anche in questa categoria, che si ritrova ad essere uno dei più bassi livelli delle istituzioni (basso livello proprio perché sono a diretto contatto con la gente e risultano essere il più riconoscibile segno dell’autorità), e di fatto le azioni illecite di pochi vanificano e sviliscono l’opera di molti. Ma questo è riscontrabile in qualsiasi categoria umana, perché debbono essere così ferocemente criminalizzati?
Ricollegandomi al caso che ha portato a questa mia riflessione, volevo fare un piccolo esperimento che consiste nel “calarsi nei panni” altrui.
Provate anche solo per qualche momento a figurarvi come agenti di Polizia (o Carabinieri, a vostra scelta), mettete che per ordine di un qualche superiore, in cambio di qualche emolumento in più in busta paga (che magari andranno spesi per eventuali figli o per il mutuo), vi ritroviate in una valle di cui fino al giorno prima ignoravate fors’anche l’esistenza. Pensate di “scalare” queste montagne a bordo di scomodi furgoni, rinchiusi assieme ad altri vostri colleghi sudando ed ignorando quello che vi aspetta una volta arrivati a destinazione. Il furgone si ferma e voi scendete. Davanti a voi una moltitudine di gente contro cui non avete nulla, forse se vi siete informati appoggiate anche le loro rimostranze. La giornata prosegue lungamente e stancamente; momenti di tensione appena il corteo si avvicina ed alza la voce, vi ordinano di seguirli compatti e di impedirgli di raggiungere un’area. Cercate di ricordare l’addestramento, tra quella gente ci possono essere persone che vi ricordano famigliari o amici, non volete fare del male, se potete. Ma sapete anche il rapporto tra voi e loro è quasi sicuramente impari, e sapete che se finite tra le mani di quegli esagitati che si nascondono nella folla e che si mascherano da pacifisti (quante volte questo termine è stato abusato, ottenere la pace con la violenza, che assurdità!) ne uscirete nelle migliori delle ipotesi pesti e pestando. Magari vi fanno spostare da una zona all’altra su ripidi sentierini appesantiti da tutto l’armamentario che vi impedisce nei movimenti. Sentite rumori di botti. Siete addestrati, ma non sapete quanto quello che avete appreso vi servirà in mezzo ad una rissa. Il pensiero corre alla famiglia per la quale state guadagnando con il sudore due misere lire e sperate di ritornare interi. In mezzo al caos cercate di rimanere vicino ai vostri colleghi o quanto meno a quelli che vestono una divisa. Agitate a casaccio il manganello sperando di allontanare quella gente. Parte una sassaiola e dovete ripararvi dalle pietre. Vengono sparati alcuni lacrimogeni e la folla si disperde. Vi ordinano di riorganizzarvi. Alcuni intorno a voi sono pesti e sanguinanti. Non sapete bene chi siano, l’adrenalina vi sta scorrendo ancora in corpo, siete agitati e avete paura che quel momento di pausa possa spirare troppo presto. Passa del tempo e vi ritrovate da un’altra parte. Si avvicina qualcuno, ignorate chi sia, sperate che non cominci ad urlare aizzando qualche malintenzionato o che non cominci a lanciare qualcosa. Quello si fa più vicino, cominciate a guardarlo male e state attenti che non si scateni checché. Questo vi si piazza davanti e con la sfrontatezza che solo un grandissimo stronzo può avere, comincia ad insultarvi. Così, per divertimento. Per vedere come reagite. Si avvicina una telecamera, ovviamente voi non potete prenderlo a legnate in mondo visione. Vi fa un’enorme rabbia. Questo vigliacco per il gusto di qualche strano sadismo, continua ad insultarvi, vorreste rispondere ma siete allibiti. Cazzo vuole questo?! Che cazzo ne sa di cosa sto passando per una busta paga un po’ meno leggera?!
Ecco (tornando nei vostri panni) forse si può comprendere (anche se non giustificare) come mai molti agenti si ritrovano ad usare la mano pesante (pesantissima a volte). Rischiare quotidianamente di incappare in una sparatoria, rischiare incidenti di ogni tipo, ritrovarsi a dover spendere soldi per fare il pieno per gli appostamenti o per evitare che il “servizio” che offrite non si blocchi (soldi che spesso neanche rivedrete più), sentire insulti da parte di tutti, sia da parte di chi stipendia promettendo e tagliando, sia da parte chi si sente in dovere di insultarvi proprio perché fanno questo lavoro. Nonostante tutto continuano a farlo. Perché piace, perché credono profondamente in quello che fanno, perché è l’unico impiego che sono riusciti a rimediare.
Voglio concludere questo articolo, forse lungo, forse lacunoso, innanzitutto esprimendo quanto questo argomento sia da me sentito, sia per ragioni familiari che per ragioni umane. Perché il fatto che vestano una divisa non vuol assolutamente dire che sono automi privi di volontà. Hanno idee proprie, provano sentimenti ed emozioni. Sbagliano come chiunque altro e non sono esenti dalle carezze voluttuose delle debolezze umane (paura, ricchezza e potere), ma sono appunto Uomini. E meritano rispetto e dignità.

e il sito del sindacato di Polizia SIULP (ah, tanto per ricordarlo, Carabinieri e Finanzieri non hanno né diritti né rappresentanza sindacali perché militari, rischiando di essere chiamati alle armi)

3 commenti:

Sara L ha detto...

Caro Dennis,
io con le forze dell'ordine (che io ironicamente talvolta chiamo del dis-ordine) ci lavoro quotidianamente. In parte sono d'accordo con te: le mele marce ci sono ovunque e le persone in gamba pure. Più volte mi è capitato di finire la giornta pensando "questo vigile in fondo è in gamba" oppure "vado a riscrivere ACAB.. maledetti!". Detto ciò è pur vero che il lavoro di viglile, carabiniere, poliziotto, celerino te lo scegli! (nella maggior parte dei casi, le eccezioni ci son sempre)... e se lo scegli è perchè ti piace, ti piace "essere dalla parte della legge", ti piace far rispettare l'ordine. E in fondo quando lo scegli sai che ti troverai in situazioni di estrema tensione: da che mondo è mondo sai che tu sei tenuto a governarle, perchè ci saranno sempre due parti in conflitto e tu sarai inevitabilmente nel mezzo. E allora io sai quando mi incazzo? Quando abusi del tuo potere... e succede dennis, succede spesso... non solo tra loro, ovvio: abusa del suo potere l'insegnante che se la prende con lo studente che manifesta idee poco in linea col suo pensiero, abusa di potere il meccanico che ti dice che ti fa il lavoro senza fattura, abusa di potere chi fa nepotismo...
Non ho molto altro da aggiungere... ognuno tra la propria opinione dalle proprie esperienze di vita...

Dennis Salvetti ha detto...

Mi debbo complimentare con l'autrice de commento. E volevo aggiungere, in estrema sintesi, che quelli contro cui mi voglio scagliare sono coloro i quali abusano delle proprie prerogative mortificando chi invece ci crede, ma soprattutto contro quei vigliacchi che mascherandosi da "rivoluzionari" ed "amici del popolo" si prendono la briga di lanciare invettive contro chicchessia, ferire (non solo fisicamente) senza uno scopo preciso, solo perchè fa tendenza essere contro.

Francesco Locatelli ha detto...

Ci terrei ad aggiungere alla lista di chi FA IL PROPRIO LAVORO tutti quegli agenti di scorta che ogni giorno rischiano la vita per proteggere degli italiani come noi, con la sola differenza che hanno perso la libertà per colpa di aver fatto luce sugli orrori della mafia.

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