di Dennis Salvetti
Ancora nei telegiornali, nei vari programmi di
intrattenimento e (e spesso pseudo)informazione, sui giornali e nelle opinioni
della gente comune e non, si sente parlare di tagli di qui tagli di là, la
colpa è di questi no di quello o di quell’altro. Ancora si urla allo scandalo
di fronte a questa o quell’altra proposta. Troppe tasse, troppo poco lavoro,
volontà politica assente, i magistrati liberano stupratori, ladri, assassini e
drogati. È colpa del sud, è colpa degli immigrati, è colpa del sistema, è colpa
del capitalismo, è colpa delle banche, chi più ne ha più ne metta.
La gente “normale” guarda chi è al potere, chiede aiuto e
nel frattempo li accusa di essere il male supremo, dal canto loro i “potenti”
litigano molto, spendono di più e fanno poc’altro.
Ma di chi è la colpa di tutto ciò, di tutto questo
sfacelo? Forse attribuire colpe a chicchessia è sbagliato, sicuramente
fuorviante, nel senso che, dare colpe senza nulla fare se non lamentandosi, non
si risolve alcun problema e soprattutto non si arriva alle loro radici (che spesso sono nascoste da anni ed anni di turpitudini).
In Italia, in particolare, la politica è sotto accusa (da
anni oramai) da qualsiasi parte (persino al suo interno) e per questo sotto
pressione, di qui la paura di fare qualsiasi mossa; quale che sia è sicuramente
sbagliata. Se in vista di modificare qualche prerogativa-privilegio o è troppo
poco o nasconde qualcos’altro, se in vista di qualche accordo bipartisan
sicuramente è per mangiarci su in compagnia, se mossa in qualche altra
direzione o è sicuramente sbagliata o semplicistica o comunque è faziosa. Con
questo non voglio certamente difendere quella che è diventata una casta di
ricchi professionisti ultraprivilegiati.
Ma come venne detto in passato e come ribadisco: “il
parlamento è lo specchio del paese”. E per quanto ci possiamo sentire poco
rappresentati, lontani anni luce o addirittura schifati, quelle persone (pur
scelte dalle segreterie di partito e piazzate arbitrariamente sui loro scranni)
sono appunto persone; che vivono in una comunità; non sono esseri trascendenti
o staccati completamente dalla realtà, sono esseri umani scelti da (boh) per
“rappresentare” qualcosa (che oramai non si sa bene cosa sia). Quello che la
gente “normale” rifiuta e rifugge è l’idea che chi siede su quegli scranni comunque
in un certo senso ci rappresenta. È come quella persona in sovrappeso che si
guarda allo specchio, non si piace, si dispera, piange, rifiuta l’immagine
riflessa e continua ad ingozzarsi pur odiando quello che sa che è. La comunità
“civile” questo fa: si dispera per quello che vede allo specchio, lo rifiuta e
continua ad ingozzarsi. E com’è che si ingozzerebbe una comunità? Beh
innanzitutto perseguendo ognuno i suoi propri piccoli vizietti: buttare la cicca per
terra, non facendo o non facendosi fare lo scontrino, chiedendo favori e
spintarelle qui e là, etc., fino poi ad arrivare al clou: evadere le tasse,
frodando fisco ed altra gente “normale”, vendendosi al migliore offerente per
un posto al sicuro da qualsiasi tempesta, …
Ed i politici vengono da quest’ambiente. Saranno certamente
(ribadisco) scelti dalle segreterie dei partiti attraverso dubbi metodi
scriminanti, ma sono comunque persone inserite in un contesto sociale quanto
meno di origine, per cui se sanno che l’assenza di scontrino non è un problema,
vanno, allargandosi in modo non raramente spropositato, fino a ricevere
tangenti in cambio di favori pagati di tasca pubblica. Tanto non è un problema.
L’ho fatto per il bene comune. Lo fanno in tanti, perché dovrei aver sbagliato
proprio io? Sono solo un pesce piccolo, io.
La gente “normale” (vuole, forse) ignora(re) bellamente
questo rifiutando qualsivoglia responsabilità, lamentandosi delle proprie miserevoli condizioni, attaccando qualsiasi
colore politico, da quello avverso fino magari al proprio, e comunque chiedendo
a questo o quest’altro favoretti sconticini e quant’altro.
Siamo sicuramente carenti di un po’ d’umiltà ma
soprattutto di onestà. Con noi stessi e con chi ci sta accanto, foss’anche il
più odiato degli avversari. Continuando ad attaccare tutto e tutti non
risolviamo il problema. Lo aggraviamo. Ci “ingozziamo” e diventiamo sempre più
grassi e malinconici. Fino a farci venire il diabete, problemi cardiovascolari.
Fino a che non moriamo soffocati dal peso delle scelte non fatte, della forza
di cambiare accumulata e mai spesa.
Quindi, orsù, siamo onesti. Prendiamoci la briga di
pensare alle nostre travi e di lasciar stare le pagliuzze altrui. Sforziamoci
di essere sinceri e non furbi. Spogliamoci (il dannato titolo del blog spunta
sempre! non è mera pubblicità!) delle vesti intrise di violenza, rabbia, odio e
furberie, mettiamo a nudo la nostra onestà ed umiltà ed impegniamoci partendo
da noi stessi se vogliamo cambiare il mondo. Non servono a molto le
manifestazioni se tornati a casa continuiamo ad odiare, a cercare furberie e
tramandare il falso. Quindi, onestamente, se proprio volete dire un
“vaffanculo” rivolgetevi allo specchio ed urlatelo, forse non servirà (e forse a nessuno importerà) ma sarà
già qualcosa.
“Sii il
cambiamento vuoi vedere avvenire nel mondo” Mahatma Gandhi
p.s. onestamente l'appello finale all'onestà puzza persino a me di demopopulargogia (eh!?) ma dopo tutto siamo animali politici (o politici animali?...)
1 commento:
Fantastico...
Comunque voto per politici animali!
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