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lunedì 19 marzo 2012

''Autopsia dell'ossessione'' di Walter Siti


 di Vicky Rubini

''Autopsia dell'ossessione" è l'ultimo romanzo di Walter Siti, saggista e scrittore modenese.
La trama è piuttosto semplice, biografica di Danilo Pulvirenti, che parte dall'infanzia, passa per la giovinezza e si protrae per gran parte del romanzo durante l'età dei quarantacinque-cinquant'anni.
Il  tema centrale del libro è proprio l'analisi dell'ossessione erotica che anima la vita del protagonista omosessuale, durante, come dicevo, il corso della sua vita: quindi la nascita dell'ossessione (in Sicilia, da bambino, spiando gli operai nel capanno utilizzato come bagno), la sua maturazione, e la piena consapevolezza, (età post-adolescenziale, siamo a Parigi),  fino all'accettazione totale e il nutrirla.


Era da anni che non leggevo un libro con le figure; nel romanzo ci sono trentuno foto di "Angelo" il prostituto oggetto dell'ossessione di Danilo, che possiede un'intera stanza di casa sua adibita proprio ad archivio fotografico.
Nel romanzo si trovano anche alcune "proposizioni sull'ossessione", analisi barocche, per nulla illuminanti sul tema, a mio parere, postulate dall'autore stesso, più o meno legate al capitolo in cui si individuano.
Ho apprezzato, decisamente più della trama e della trattazione del tema, lo stile. Infatti l'autore cerca manifestamente l'approvazione di Gadda (di cui è anche riportato un breve brano in introduzione), nello scrivere; lo cita, sia con le sue parole che con le proprie, spesso attorcigliate intorno alla scrittura stessa.
E' un romanzo crudele, che scava (i nani hanno scavato troppo a fondo e con troppa avidità [...]) nella superficialità di una semplice elucubrazione mentale.
Un libro che sarebbe stato meglio non scrivere, a mio parere, per quanto scritto, e scritto bene.

4 commenti:

Francesco Mancin ha detto...

Perchè sarebbe stato meglio non scriverlo?
[Spero che il buon Walter Siti non legga mai questo post :)]

Vicky Rubini ha detto...

Come scrivevo in parentesi: i nani hanno scavato troppo a fondo e con troppa avidità; credo che lo stesso discorso valga per questo libro: alcuni lati dell'essere umano (più o meno reconditi, più o meno esistenti) credo che siano da lasciare in santa pace, un po' come i Balrog di Tolkien.
Voglio dire: alcune scene del libro (leggere per credere!) non sono semplicemente e felicemente grottesche, ma scadono nella... bestialità, roba da VOMITARE. Non parlo di un signor libro che ti trasmette qualcosa anche fisicamente, parlo di un'oscenità.
Per questo, avrei preferito ricercare l'ossessione da solo, visto che DOVEVO ricercarla.

Francesco Mancin ha detto...

Comprendo... devo leggerlo...
E mi sovviene che, stando alla trama, Gadda non avrebbe mai permesso che gli leccassero i piedi in questo modo.
Ma visto che si parla di ricerca nello stile, il libro mi intriga!

Vicky Rubini ha detto...

Devi conoscere il Sud per spingerti a Nord

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