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mercoledì 14 marzo 2012

Inno di Mameli: spesso se ne discute senza conoscerlo


di
Giuditta Chiesa

Fino a qualche anno fa a scuola lo conoscevano solo gli alunni che vedono le partite, era considerato infatti  l’inno della nazionale azzurra. A parte il ritornello, le parole nessuno le sapeva, nemmeno i calciatori.

Poi l’inno di Mameli è tornato di moda, difeso anche dalle sinistre che, fino a qualche decennio prima, lo avevano ritenuto un retaggio di “amor di patria” nazionalista.
Oggi di nuovo nel mirino: insegnarlo nelle scuole obbligatoriamente e cantarlo.
E la polemica si fa sul contenuto: difficile? anti-europeo? guerrafondaio?

Ma non è questo il problema.
L’Inno di Mameli è un poema, un bel poema, scritto da un ragazzo, allora ventenne, per la verità molto colto. Era lo  studente e patriota Goffredo Mameli, che solo due anni dopo morirà vittima di quella guerra per il Risorgimento italiano che era divenuto lo scopo della sua giovane vita.
E questo non è poco! è già una misura del valore dell’inno da lui composto.
Ma vogliamo tentare un approccio più letterario all’inno, come se fosse un poema, o un canto di Dante.
Per cercare di capirlo prima di giudicarlo.
E per chi dice poi che è difficile…potremmo pubblicare domani la parafrasi e il commento delle parole del  “Va’ pensiero”, parole musicate da un altro illustre estimatore del Risorgimento: Giuseppe Verdi.


Di seguito l'esegesi del poema:


Esegesi Inno Nazionale

1 commento:

Miriam Bi ha detto...

"Noi siamo da secoli Calpesti, derisi,Perché non siam popolo, Perché siam divisi.Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme:Di fonderci insieme Già l'ora suonò" parole bellissime!

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