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sabato 17 marzo 2012

Tre giorni per Fausto, Iaio, Dax


di Sara L.

18 marzo 1978 - 16 marzo 2003. Cos'hanno in comune queste due date? In apparenza solo il mese... In realtà hanno in comune una storia, la vita spezzata, condividono la ricerca di una Giustizia, che in casi come questi spesso è solo un miraggio.


La prima data forse se la ricordano i nostri genitori: l'Italia, in quel 18 marzo 1978, era ancora scossa dal rapimento di Moro e la tensione nel Paese era alta. Quella sera, verso le 20.00, in un quartiere delle periferia milanese Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci camminavano lungo via Mancinelli, al termine di un tranquillo pomeriggio passato, il primo con gli amici, il secondo con la ragazza. Si erano incontrati mezz'ora prima di fronte al Centro Sociale Leoncavallo e si stavano ormai dirigendo a casa di Fausto per una cena al volo, pianificando il resto della serata. Fausto e Iaio erano amici veri, sempre insieme, con la passione per la politica e la voglia di “vederci chiaro” che li aveva portati negli ultimi mesi a lavorare ad un dossier sullo spaccio di droga al Casoretto.

All'altezza dell'Anderson School di via Mancinelli erano ferme tre persone: Fausto e iaio passano loro davanti e pare si fermino a scambiare due parole... improvvisamente è come se il tempo si fermasse, per Fausto e Iaio non riprenderà più la sua corsa: i tre, infatti, aprono il fuoco: 8 colpi, sufficienti per spezzare due giovani vite... chi li aspettava ha agito da professionista, con silenzio e rapidità: raccolgono i bossoli in un sacchetto di plastica e scappano lungo via Mancinelli. laio è già morto. Fausto agonizzerà fino all'arrivo dell'ambulanza e morirà durante il trasporto all'ospedale.
Insabbiamenti, depistaggi, occultamento di prove... Dopo il delitto sono arrivate alcune rivendicazioni di ambienti di estrema destra. La più credibile appartiene all'Esercito nazionale rivoluzionario - brigata combattente Franco Anselmi. Anselmi era un neofascista romano, morto dodici giorni prima dell'omicidio di Fausto e Iaio, mentre tentava di rapinare un'armeria della capitale. Tra i camerati del gruppo di Anselmi c'è Massimo Carminati, che svolge i lavori sporchi per conto della banda della Magliana, la più potente organizzazione criminale romana, e ha rapporti con i servizi deviati. Dopo anni d'indagine, Carminati sarà prosciolto per l'omicidio di Fausto e Iaio insieme ai camerati Claudio Bracci e Mario Corsi.

Domani a Milano, lo spazio verde di Piazza Durante, a pochi passi da via Mancinelli, verrà dedicato ai due giovani morti ormai 34 anni fa... sulla targa che li ricorda una semplice scritta: Per sempre ragazzi. La città di Milano non dimentica il loro sogno di un mondo migliore

E la seconda data? Forse quella qualcuno di noi la ricorda...
Nella notte fra il 16 e il 17 marzo 2003 moriva Davide “Dax” Cesare, militante del Centro Sociale O.R.So (“Officina di Resistenza Sociale”) di Milano. Era da poco uscito, assieme ad alcuni compagni, da un bar del quartiere ticinese. Ad aspettarli fuori dal locale due fratelli, Federico Morbi (28 anni) e Mattia Morbi (17 anni), giovani neofascisti armati di coltelli, e il padre di entrambi, Giorgio Morbi (54 anni). L’aggressione dei neofascisti è rapida e particolarmente violenta. Numerose coltellate vengono inferte in punti vitali: Davide non giungerà vivo all’ospedale; altri due ragazzi sono feriti (uno in modo grave, ma si salverà).
Anche nel caso di Dax i punti oscuri sono molti: prima il ritardo nei soccorsi,  all'ospedale San Paolo, gli amici dei feriti (sconvolti dalla notizia che per Davide non c’è più nulla da fare) vengono brutalmente picchiati dalle forze dell’ordine... e c'è a chi viene in mente Genova, 2001... 
E infine il particolare più infame: l’omicidio viene spiegato con il degenerare di una “rissa tra balordi”. E le percosse in ospedale come una lecita reazione della polizia a fronte della richiesta dei compagni di Dax di portar via la salma; fortunatamente il personale dell'Ospedale ha contribuito a smentire queste ricostruzioni.
Dal punto di vista processuale Giorgio Morbi è stato già prosciolto (non ci sarebbero prove della sua partecipazione diretta all’agguato mortale); al giovane Mattia è stata riconosciuta la “messa alla prova” ; a rispondere dell’omicidio resta dunque il solo Federico Morbi.

16-17-18 marzo: tre giorni per ricordare tre vite spezzate, tre giorni di pensiero, tre giorni di memoria, tre giorni di rabbia, tre giorni per la giustizia...
-non spegni il sole se gli spari addosso-

1 commento:

Francesco Mancin ha detto...

"Davide Cesare muore per presunte aggressioni di oppositori politici di estrema destra", quel genere di notizie che quando le senti al TG con tuo padre, e hai 12 anni come me, non le capisci fino in fondo, ma certo ti si stampano nella memoria e ti provocano quella pietà fondante l'indignazione.

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