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mercoledì 21 marzo 2012

Via il dente, via il dolore (il mistero delle panchine di Mozzo)

di
Francesco Mancin
Avete presente quando torna la mamma prima del previsto e buttate la polvere sotto il tappeto o nascondete la spazzatura sul terrazzo?  Come ben sapete la polvere non si vede, ma non scompare!
Tuttavia pare che questa sia la “filosofia” dell’amministrazione comunale di Mozzo, che per chiudere in “bellezza” (o meglio per strappare altri voti alla pancia degli elettori), ha ben pensato di scacciare tunisini e senzatetto come fossero topi. Ovvero sradicando il loro habitat naturale.
Se vi è capitato di fare una bella passeggia in zona “tombotto” (via degli Alpini), o di cercare il bel boschetto di castagni della zona “pascoletto” (via Mozzi), avrete certo notato che non è più possibile riposarsi sulle panchine o adagiarsi all’ombra delle foglie. Vi chiederete certo il perché.
Ma perché noi a Mozzo siamo meglio di Adro o Treviso, noi non facciamo pagare l’affitto per sdraiarsi sulle panchine, ne mettiamo i divisori a metà, noi le panchine le rasiamo a zero direttamente. Questo sì che si chiama “principio d’uguaglianza sostanziale”, così non si siede più nessuno, né “padani” né “marocchini”!
Scherzi a parte il problema è che questo non è uno scherzo, ma l’ultimo ingranaggio di un meccanismo che già sta girando da alcuni mesi.
In zona “pascoletto”, nell’area agricola posta tra la Provinciale Dalmine-Villa e la zona residenziale esisteva un boschetto (100 m x 25 m ca.) di robinie e castagni che tappezzava la blanda scarpata e affiancava un antico casello di caccia in pietra e legno e culminava con una serie di orti. Boschetto e casello (costruito secondo l’antica tecnica costruttiva “a lisca di pesce” con sassi borlanti del Fiume Brembo) figuravano già nei mappali settecenteschi del periodo Asburgico-Teresiano, conservati presso l’archivio storico di Bergamo. Il danno è pertanto grave e duplice: oltre ad avere deprivato la cittadinanza ed il territorio di un’altra area verde, il comune ha proceduto prioritariamente ad abbattere il casello, diventato da qualche mese rifugio per gli immigrati. Per fortuna questi non si sono coricati in Villa Dorotina, altrimenti chi lo spiegava poi ai parenti di Donizetti?
Le motivazioni addotte dall’amministrazione, che ha operato per delibera di giunta e non attraverso il consiglio comunale, sono sbrigative e vaghe: si va dalle “motivazioni d’ordine pubblico”, alla “situazione ormai insostenibile”, all’impotenza delle forze dell’ordine di contrastare fenomeni di spaccio (palese) ed aggressioni (presunte) consumatesi nei pressi della boscaglia, che diventava comunque una probabile via di fuga dalle retate. Ma ciò giustifica tali provvedimenti?O forse invece di occupare i tre agenti di Polizia Locale mozzesi a fare multe per riempire le casse comunali si poteva indirizzarli verso un controllo più serrato della zona? Ma poi i tunisini che dormono a ridosso delle linee ferroviarie a Mozzo sono gli stessi che spacciano al Bowling (zona boschetto)? E gli Italiani che, pontificando sulla pubblica piazza, si lamentano della micro-delinquenza non sono gli stessi che vestono i panni di clienti dei suddetti pusher?
Insomma come al solito si fa di tutta l’erba un fascio (o meglio come sotto il Fascio), e mentre durante la notte si volta la testa dall’altra parte, durante il giorno ci si mostra a tutti (gli elettori) forti e col pugno di ferro. Le ruspe contro le carezze.
Ma un interrogativo rimane ancora aperto: dove sono finiti i “marocchini”?
La piccola comunità di tunisini, probabilmente variabile tra i 7 e i 15 elementi (un problema demografico insormontabile!), si è soltanto spostata parte in una vecchia casupola cantoniera lungo le linee ferroviarie verso Bergamo e parte in prossimità di alcuni capannoni industriali sul confine con Valbrembo. Bisogna quindi dedurre, cari elettori mozzesi, che in realtà sì il dente è tolto, ma il “dolore” rimane, anche se non vi si batte sopra con la (mala)lingua. E non si tratta soltanto di una poetica metafora: rimane il dolore umano di quegli indigenti che il paese di Mozzo non ha saputo aiutare, rimane il dolore culturale di vedere un pezzo storico seppur insignificante del posto in cui sono nato (io ho corso in quel boschetto e giocato in quel casello) scomparire per sempre. E rimane il disgusto verso alcuni miei concittadini che si lamento furibondi con il Sindaco perché quest’ultimo ha “osato” donare ai “marocchini” alcune scarpe.
Ma certo a questi miei concittadini val bene rinunciare a qualche panchina pur di non vedersi per strada qualche immigrato, che non farà altro che cercare di intrufolarsi nelle loro regge lombarde, nella speranza che nel frattempo il Mediterraneo si prosciughi ed i barconi verso Lampedusa si adagino sul fondo roccioso.

5 commenti:

Dennis Salvetti ha detto...

Quello che più intristisce è (almeno personalmente) sapere che queste notizie di demagogia da mercato dei voti non mi stupiscono più...

Vicky Rubini ha detto...

Scusa Francesco, vorrei risponderti privatamente ma forse è meglio in commento: ma l'opposizione cosa fa?

Francesco Mancin ha detto...

L'opposizione è a fine mandato, preoccupata molto di rimettere insieme i cocci per cercare di strappare la vittoria, il che non è necessariamente negativo...
Ma in ogni caso ho giustappunto puntualizzato che tali provvedimenti sono stati presi attraverso delibere di giunta, che è composta solo da Sindaco ed Assessori, ed ha competenze per questioni straordinarie, urgenti e residuali rispetto a quelle del Consiglio Comunale, invece composto da Sindaco, Vice, Presidente (che normalmente coincide col sindaco) Assessori e Consiglieri (di maggioranza e di minoranza)
La minoranza elegge solo Consiglieri.
Quindi:
-dubbia in questo caso la competenza della sola giunta, dato che ritengo non ci fossero i presupposti di urgenza o straordinarietà;
-Non avendo neanche notificato al Consiglio queste decisioni (già deliberate) non si è potuto instaurare un dibattito in questione (ricordo che il consiglio Com. è pubblico mentre la riunione di Giunta è a porte chiuse) né almeno rispondere
- il Consiglio comunale che ha seguito cronologicamente tali provvedimenti era l'ultimo degli attuali amministratori in carica (elezioni 7 maggio 2012), pertanto eventuali interpellanze/interrogazioni/mozioni (strumenti di controllo per la minoranza) non sarebbero state efficaci, poichè cambieranno tutti gli interlocutori in amministrazione.

E poi:
-il danno era ormai fatto;
- doppia fregatura perchè non si può neppure "rinfacciarglielo" ufficialmente. Quelli che verranno dopo questi avranno tutto il diritto di dire: "non è colpa nostra, ma di quelli che son venuti prima".............

Sara L ha detto...

Io temo che quelli che verranno dopo saranno gli stessi (le facce potrebbero cambiare, le "idee" geniali no) che ci sono ora... che se vi ricordate avevano scritto nei volantini della campagna elettorale scorsa che avrebbero fermato l'immigrazione. Eh sì, perchè è notorio che Mozzo non è un Comune ma uno Stato, e quindi in quanto tale è titolare di competenze in materia di immigrazione...
p.s.: vi ricordate chi ha riformato il titolo V della Costituzione, riordinanzo le competenze di Stato-Regione-Provincie-Comuni?

Dennis Salvetti ha detto...

Blblbrgargdh Mozzo blarerfghggfghghg Indipendenza blrardggrh...
(avvertenze: provare a leggere il discorso di cui sopra con la voce di un certo munifico leader del Carroccio)

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