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domenica 1 aprile 2012

Vegetarianismo, un terzo motivo per esserlo

di Michele Facchinetti


Sono vegetariano per ragioni morali oltre che ambientali e salutari, il vegetarianismo rappresenta un viaggio, una rivoluzione interiore che una volta compiuta ti cambia il modo di vivere e non mi sento esagerato a dirlo, è un abbraccio alla non-violenza alla tolleranza verso il prossimo.
Essere vegetariani significa confrontarsi ogni giorno con la maggioranza, con le consuetudini antiquate e radicate nella nostra società, significa dover subire la pressione della maggioranza convinta di essere dalla parte della ragione, perché capace di guardarsi alle spalle e di contarsi, questo può sembrare scoraggiante e negativo ma risulta essere invece molto educativo, se affrontata nel modo giusto tutta questa esperienza insegna a sopportare gli altri anziché aggredirli, a capirli invece di giudicarli.



Quest’articolo non è scritto per convertire le masse, non sono un predicatore, essere vegetariani è una rivoluzione che si fa da soli.

Perché sei vegetariano? Non sono uno di quelli che guarda un vitello e pensa "poverino che tenero" non è la pietà che mi muove ma la giustizia e la compassione, io sono vegetariano perché è ingiusto vivere di sofferenze altrui, è ingiusto il modo in cui vengono trattati gli animali, in quanto esseri dotati innatamente del diritto alla vita, all’integrità fisica, ad un esistenza libera e dignitosa, proprio come lo è l’uomo.
Tra l’uomo e l’animale sono molte di più le somiglianze rispetto alle divergenze, entrambi siamo fatti della stessa carne, entrambi abbiamo la capacità di provare sentimenti e di pensare, l’uomo ha un sistema nervoso molto più sviluppato, come l’adulto ha un sistema nervoso più sviluppato rispetto al bambino, ma non per questo arreca a lui dolore, anzi se ne prende cura e lo accudisce, allo stesso modo dovremmo comportarci con gli animali.
Il classico errore di pensiero che molti fanno è quello di pensare in modo gerarchico, ponendo l’uomo su un gradino superiore rispetto agli animali, giustificando cosi le sofferenze che egli arreca a loro assumendo peraltro poi, comportamenti uguali a quelli di animali che egli considera inferiori.
Tutto questo è un paradosso, come si può pensare di essere superiori e poi comportarsi esattamente come leoni e serpenti? Anzi peggio, per loro infatti è vitale tale comportamento, per noi invece non lo è affatto.
L’uomo dimostra di essere veramente superiore quando protegge e cura un essere non capace di difendersi, sottometterlo sfruttarlo e ucciderlo, dimostra solo la sua  inferiorità rispetto a loro, da notare che non si uccidono animali pericolosi per nostra difesa ma animali innocui che non arrecano danno a nessuno.
Sbarazziamoci della gerarchia, quel modo di pensare in cui tutti si credono superiori ad altri, gli uomini si sono creduti superiori alle donne,  gli adulti ai bambini, la gente di città a quella di campagna e gli umani agli animali, la storia ci insegna che sono sempre i più degenerati a credersi superiori ad altri.

Il mangiar carne di altri esseri viventi è una pratica deplorevole e vecchia, affonda le sue radici in un tempo lontano, quando la terra non offriva nient’altro e per necessità l’uomo è stato costretto ad adattarsi per sopravvivere, cito per questo una canzone di Franco Battiato "fu nefasta e temibile l’età del tempo, di profonda e irrimediabile povertà, quando ancora non si distingueva l’aurora dal tramonto, quando l’aria della prima origine, mischiata a torbida e instabile umidità al fuoco e alla furia dei venti, celava il cielo e gli astri, come può la vista sopportare, l’uccisione di esseri che vengono sgozzati e fatti a pezzi, non ripugna il gusto? Berne gli umori e il sangue? Le carni agli spiedi crude, e c’era come un suono di vacche, non è mostruoso desiderare di cibarsi, di un essere che ancora emette suoni? Sopravvivono i riti di sarcofagie e cannibalismo."

Cosa spinge l’uomo di oggi a voler versare il sangue di animali innocenti per cibarsene? Ora che dispone di tutto ciò che è necessario al suo sostentamento?
Ogni società che si reputa civile, non dovrebbe restare indifferente alle sofferenze arrecate agli animali, spesso ci s’interroga se gli animali abbiano la capacità di pensare per giustificare tali pratiche, mi chiedo invece, noi l’abbiamo la capacità di pensare quando le giustifichiamo? La sofferenza è uguale per tutti gli esseri senzienti, che siano animali uomini o animali!
Un'altra giustificazione per lavarsi la coscienza è quella di sostenere che il mangiar carne sia insito nella natura umana, non mi spiego allora il motivo per cui alla vista di una carcassa ogni uomo prova un senso di disgusto, se fosse effettivamente onnivoro, la sua mente la percepirebbe come cibo, se proviamo a porgere ad un bambino un coniglio e una mela il bambino giocherà col coniglio e addenterà la mela.
La ricerca della prova scientifica che l'uomo non sia effettivamente onnivoro non è determinate per la decisione di essere vegetariani, mi chiedo, non basta il pensiero di non far soffrire un animale per soddisfare il proprio gusto?

 Cito inoltre un opera chiamata, "De esu carnium", di Plutarco che con parole più efficienti delle mie è capace di smentire la credenza che l’uomo sia innatamente predisposto a mangiar carne, "il corpo umano non ha affinità con alcuna creatura formata per mangiare la carne, non possiede becco, né artigli affilati, né denti aguzzi, ne viscere resistenti e umori caldi in grado di digerire e assimilare un pesante pasto a base di carne, invece proprio per la levigatezza dei denti, per le dimensioni ridotte della bocca, per la lingua molle e per la debolezza degli umori destinati alla digestione, la natura esclude la nostra disposizione a mangiare la carne, se però sei convinto di essere naturalmente predisposto a tale alimentazione, prova anzitutto a uccidere tu stesso l’animale che vuoi mangiare, ma ammazzalo tu in persona, con le tue mani, senza ricorrere a un coltello, o a un bastone o a una scure fa come i lupi, gli orsi e i leoni, che ammazzano da se quanto mangiano, ma se aspetti che il tuo cibo sia morto e se la vita presente in quelle creature ti fa vergognare di goderne la carne, perché continui a mangiare contro natura gli esseri dotati di vita?"

Ora vorrei parlare un po’ di compassione, mi chiedo spesso perché  predichiamo la compassione per l’umanità e poi siamo incapaci di provarla per gli animali, la compassione non dovrebbe avere ne limiti ne barriere, è universale, diceva Gandhi "il mio prossimo è tutto ciò che vive" vivere senza provocare danno a nessuno è impossibile, anche la verdura è vita, ma credo che sia molto importante limitare la sofferenza.

Mi chiedo spesso cosa ci impedisce, di vedere i mattatoi come ciò che sono veramente, ossia luoghi di tortura, cosa ci impedisce di guardare una bistecca e vederla come ciò che effettivamente è, ossia una parte di corpo di un essere vivente che è stato fatto nascere in un luogo macabro, privato della sua libertà, della sua dignità e destinato ad essere sgozzato scorticato e fatto a pezzi, cosa ci impedisce di provare empatia per lui?

Molte persone convivono con animali domestici, donandosi amore reciprocamente, perché alcuni li amiamo altri li mangiamo? Perché questa incoerenza?
Io ho due cani e posso dire per esperienza che il loro sguardo trasmette tutto l’affetto che provano per me, sono più amato di quanto io li ami, lo stesso sguardo appartiene a una infinità di animali destinati al macello, superiamo ogni forma di discriminazione, estendiamo il principio d’uguaglianza!

Vorrei riportarvi ora un manoscritto Buddhista e infine un antico manoscritto Cristiano considerato apocrifo dalla chiesa cattolica.

Le religioni orientali ci offrono molti spunti di riflessione, si ritiene che alcuni scritti della scuola della Mahayana contengano dirette citazioni del Buddha, "per il bene dell’amore e della purezza, l’anima illuminata si astenga dal mangiar carne, che è generata dal seme del sangue, per non incutere terrore agli esseri viventi, per non spegnere il seme della grande compassione, perché infliggere sofferenza agli altri, quando noi stessi cerchiamo di sfuggirla?"

Per quanto riguarda il Cristianesimo cito il Vangelo Esseno della pace:
"Perché in verità vi dico, colui che uccide, uccide se stesso, e coloro che mangiano la carne degli animali uccisi, mangiano il corpo della morte.
Tutte le creature a cui Dio ha dato la vita hanno un proprio scopo e fine nel regno della vita, e chi può giudicare che cosa c’è di buono in esso? O quale profitto per te, o per l’umanità? Perché non è tua competenza giudicare il debole inferiore al forte, dato che il debole non è stato dato all’uomo per fargli da cibo e da divertimento, maledetto colui che con l’astuzia ferisce e distrugge le creature di Dio, perché anch’essi saranno cacciati, e per mano di uomini indegni riceveranno la stessa misericordia che hanno mostrato alle loro prede innocenti, la stessa, abbandona questa folle attività di uomo malvagio, fai ciò che è buono agli occhi del Signore e sii benedetto, non essere la causa della tua condanna."

Essere vegetariani significa voler combattere mediante la non violenza, è una presa di coscienza che opera su vari fronti, si oppone alla crudeltà verso il regno animale, aiuta a migliorare le condizioni ambientali in cui viviamo e non arreca a noi alcun danno essendo innatamente predisposti per una tale alimentazione, inoltre ci  aiuta anche a progredire spiritualmente.

"Se non ora quando? Se non io chi?"

3 commenti:

Dennis Salvetti ha detto...

Ho la risposta perfetta a tutti quei vegetariani che non vogliono rinunciare al piacere di addentare una coscia di pollo! http://www.youtube.com/watch?v=j3_9CpluY7k&feature=endscreen

Sara L ha detto...

Disgraziato!!!! le ossa!!!!!!!!! (o si usano solo quelle di polli che si son dovuti amputare per cause di forza maggiore?)

Dennis Salvetti ha detto...

Sono ossa che si trovano comunemente vicino alle tane di volpi, sciacalli e altri predatori di volatili.

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