-

sabato 21 luglio 2012

Mirandola, eccoci...

di Sara L.
Affido questo articolo alla posta elettronica e all’agile mouse di Mancio…domani (oggi per voi che leggete) non potrò pubblicare: mi aspetta un viaggio su macchine strapiene, tra turisti incolonnati, verso un’esperienza mai vissuta prima, che da un lato non ci si augurerebbe mai di dover fare…un viaggio che mi farà toccare la sofferenza e la speranza, le macerie e la voglia di futuro.
Ebbene sì: per la gioia di alcuni questo non è un articolo che parla delle nefandezze del passato, di quel 20 luglio 2002, quando, nel pomeriggio genovese di Piazza Alimonda, un proiettile colpì Carlo Giuliani. Data la meta del mio viaggio, voglio che questo articolo parli del futuro: domani mattina infatti, insieme ad altri 4 ragazzi, sarò diretta a Mirandola (MO), uno dei luoghi più colpiti dal terremoto dello scorso maggio.
Come molti di voi sanno dedico gran parte del mio tempo libero facendo la capo scout a ragazzi tra 12 e 16 anni: i “soci adulti”, ovvero i capi, della nostra associazione, l’AGESCI, così come i “colleghi” del CNGEI, sono sempre tra i primi ad essere coinvolti nelle operazioni di protezione civile. Si assume infatti che il percorso fatto durante anni di scoutismo prepari la persona in modo adeguato dal punto di vista fisico, organizzativo e, naturalmente, umano perché possa essere utile nell’intervento durante una situazione di emergenza. Tutti i capi sono invitati a partecipare alle operazioni di protezione civile anche se, ovviamente, l’adesione è volontaria. Io ho scelto di partire, non mi sento particolarmente brava né particolarmente altruista nell’aver compiuto questa scelta: ogni scout sa di dover fare “del proprio meglio”, di dover essere “sempre pronto”… ognuno di noi, vestito con quei buffi abiti azzurro/blu, ha promesso a sé stesso e alla comunità intera di aiutare gli altri in ogni circostanza. Partire mi sembra quindi naturale, anche perché la mia situazione familiare e lavorativa me lo permette, al contrario magari di molti altri.
E allora eccolo lì,
 lo zaino da pernottamento, appoggiato al calorifero dell’ufficio, da cui sto scrivendo in attesa di partire per raggiungere i miei compagni di viaggio a Varese, da dove partiremo domani mattina. Accanto ad esso c’è una grossa valigia blu: contiene carta, colori, giocattoli, per i quali ringrazio parenti e amici della generosità. Non so cosa troverò davanti a me: la situazione dei prossimi giorni non sarà certo facile… se dormire in tenda per un paio di settimane è sempre una bella avventura per molti di noi, essere costretti a restarci per mesi, magari essendo malati, anziani, oppure in gravidanza, o ancora con bimbi piccoli, non dev’essere certo facile. Troveremo certamente stanchezza e tensione, potrà capitare di dover calmare gli animi e sedare qualche rissa, ma sono sicura che ci sarà il modo di farsi una risata, divertirsi, giocare, cantare, magari organizzare uno spettacolo… ve lo saprò dire al mio ritorno! A presto!

1 commento:

Luigi Marzano ha detto...

Grazie Sara e riportaci tutto!

Recenti