di Andrea Fasolini
(a tal proposito mi permetto di risegnalarvi l'articolo "Cartoons against the power", Francesco Mancin)
"Signore e signori, la parola "segretezza" è ripugnante, in una società aperta e libera. E noi come popolo, ci siamo opposti, intrinsecamente e storicamente, alle società segrerte, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti, per espandere la sua sfera d'influenza, sull'infiltrazione anzichè sull'invasione, sulla sovversione anzichè sulle elezioni, sull'intimidazione anzichè sulla libera scelta. E' un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, operazioni economiche, scietifiche e politiche. Le sue azioni non sono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma nascosti, i suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata, nessun segreto viene rivelato. Ecco perchè il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il vostro aiuto, nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano."
Così il presidente degli Stati Uniti d'America, John F. Kennedy,parlò al popolo americano il 27 aprile 1961. Per quanto singolare, il significato intrinseco del messaggio si esplicò solo il 4 giugno 1963, quando il medesimo presidente firmò l'ordine esecutivo 11110. Tale documento
riassegnava al Ministero del Tesoro USA il compito di stampare moneta autonomamente,prerogativa affidata alla Federal Reserve Bank dal 1913. Potendo emettere denaro autonomamente,il governo statunitense avrebbe così potuto evitare di pagare tassi di interesse sui propri debiti,applicati dalla FED su ogni dollaro stampato e affidato a Washington. Tutto sembrò proseguire senza intoppi fino a quando, il 22 novembre 1963, mentre JFK si trovava in visita a Dallas, uno o più cecchini, a seconda dei responsi balistici di riferimento, lo assassinarono. Il vicepresidente da lui stesso nominato, Lyndon Baines Johnson, tristemente celebre per le vicende riguardanti la guerra in Vietnam, assunse la presidenza ad interim. Uno dei primi provvedimenti adottati fu la revoca dell'ordine esecutivo 11110. John F. Kennedy è stato il primo, e unico, presidente ad aver sfidato il potere legato alla Federal Reserve. Con ciò non intendo sostenere la complicità di tale istituzione nell'assassinio di Kennedy, non esistendo prove a sostegno di tale tesi. È comunque necessario prestare maggiore attenzione ad episodi come questo, che per troppo tempo istituzioni governative e non hanno cercato di insabbiare.
riassegnava al Ministero del Tesoro USA il compito di stampare moneta autonomamente,prerogativa affidata alla Federal Reserve Bank dal 1913. Potendo emettere denaro autonomamente,il governo statunitense avrebbe così potuto evitare di pagare tassi di interesse sui propri debiti,applicati dalla FED su ogni dollaro stampato e affidato a Washington. Tutto sembrò proseguire senza intoppi fino a quando, il 22 novembre 1963, mentre JFK si trovava in visita a Dallas, uno o più cecchini, a seconda dei responsi balistici di riferimento, lo assassinarono. Il vicepresidente da lui stesso nominato, Lyndon Baines Johnson, tristemente celebre per le vicende riguardanti la guerra in Vietnam, assunse la presidenza ad interim. Uno dei primi provvedimenti adottati fu la revoca dell'ordine esecutivo 11110. John F. Kennedy è stato il primo, e unico, presidente ad aver sfidato il potere legato alla Federal Reserve. Con ciò non intendo sostenere la complicità di tale istituzione nell'assassinio di Kennedy, non esistendo prove a sostegno di tale tesi. È comunque necessario prestare maggiore attenzione ad episodi come questo, che per troppo tempo istituzioni governative e non hanno cercato di insabbiare.
1 commento:
Chiaro, conciso ed efficace. Un brindisi ad Andrea, del lunedì, e agli uomini di tutti i giorni che non fanno della guerra un'omertà.
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