di Vicky Rubini
L'articolo che segue, ad opera del nostro corrispondente dal sud-est asiatico, inaugura finalmente il portale Thailandia. Missione della redazione, in particolare della sottoscritta, sarà di non dar tregua al nostro neofita mangiatore di riso&cavallette e cercare di farci raccontare in modo più approfondito alcuni degli argomenti a cui fa cenno in questo primo articolo.
Ne approfitto, infine, per ringraziarlo: il nostro affetto per te è sempre vivo, e il pensiero supera le distese del mare e della terra, pronto ad andare sempre un po' "più in sù, più in là...". Un abbraccio (Sara L.)
Il Mekong era piatto e senza drammi,
l'acqua densa, con la superficie a volte mossa da grandi bolle di
fango. Si scivolava via lenti fra le due sponde che erano l'essenza
di quella contraddizione che dentro di me avrei voluto tanto
risolvere: a sinistra la sponda laotiana con i villaggi di capanne
all'ombra delle palme di cocco, le barche a remi ormeggiate al fondo
di semplici scale di bambù e, la sera, i bagliori teneri delle
lucine a olio nel silenzio; a destra la sponda thailandese: luci al
neon, la musica degli altoparlanti e il rombare lontano dei motori.
Da una parte il passato da cui tutti vogliono strappare i laotiani,
dall'altra il futuro verso cui tutti credono di dovere correre. Su
quale sponda la felicità?
[Un indovino mi disse, Tiziano Terzani]
“ Il problema della Scozia è che è
piena di scozzesi.”
Lo sanno tutti, la Thailandia è un
posto meraviglioso: si pensi alle spiagge caraibiche di Phuket, alle
rovine intrise di storia di Chieng Mai, o anche solo Bangkok,
soprannominata (da me) Babilonia 2, coi suoi templi mozzafiato e
stortissimi. Se poi entriamo nell’argomento turismo sessuale
potremmo scriverci un libro! Ma ne parleremo magari una delle
prossime volte. Lo sanno tutti, la Thailandia è “La terra del
sorriso”, e devo ammettere che in effetti, il riso abbonda sulle
bocche dei thais, esattamente come abbonda sulle bocche degli
sciocchi. Fondamentalmente i thais sono persone allegre, o meglio,
prive di tristezza, come vuole la loro religione (a cui si è
ispirato il “nostro” epicureismo).
Da una ventina di anni a questa parte
il settore primario ha lasciato il posto alle industrie di
trasformazione (da un 80% a un 60 %), di estrazione, energetiche e
tessili. Questo ha comportato che in questa landa a forma di scapola,
sia emersa dalle risaie una nuova classe sociale: quella dei
benestanti. Dove prima non c’era acqua corrente oggi ci sono i
comforts dell’avanguardia occidentale.
Questa cospicua fetta di popolazione continua tutt’oggi ad arricchirsi, soprattutto grazie al fatto che qui non esiste il concetto di sindacato, o di sostegno ai lavoratori. Niente regolamenta le sicurezze sul lavoro, il numero di ore ecc. Giro molto spesso per i cantieri di mio papà, che ha un’azienda edile. Uomini, donne e bambini lavorano in tutta tranquillità a diversi metri d’altezza, senza protezioni, senza caschetti, senza scarpe, sotto un sole di 40 gradi. Viene da dire “facile così, arricchirsi” sulle spalle martoriate di quella gente pagata veramente con la proverbiale “ciotola di riso scondito”.
Questa cospicua fetta di popolazione continua tutt’oggi ad arricchirsi, soprattutto grazie al fatto che qui non esiste il concetto di sindacato, o di sostegno ai lavoratori. Niente regolamenta le sicurezze sul lavoro, il numero di ore ecc. Giro molto spesso per i cantieri di mio papà, che ha un’azienda edile. Uomini, donne e bambini lavorano in tutta tranquillità a diversi metri d’altezza, senza protezioni, senza caschetti, senza scarpe, sotto un sole di 40 gradi. Viene da dire “facile così, arricchirsi” sulle spalle martoriate di quella gente pagata veramente con la proverbiale “ciotola di riso scondito”.
Tornando a noi: questo boom economico
(interrotto con la crisi Indocinese del 1997 e poi ripreso e
tutt’oggi ai vertici della sua grandezza) ha permesso, come dicevo,
alla popolazione benestante di usufruire di tutta una serie di
piacevoli novità: enormi centri commerciali sorgono ovunque,
cartelloni pubblicitari, multinazionali allo sbaraglio, plastica in
ogni dove, bambini di cinque anni dotati di Ipod, Ipad, Iped, Iecc, e
ogni singolo teenager provvisto di Iphone, Blackberry, e altre
diavolerie avanguardistiche della tecnologia. Di contro mi è
capitato di vedere case costruite sul palafitte per salutare
dall’alto il monsone che allaga le vie,mi è capitato di vedere
gente agli angoli nelle strade che “fa cose oscene” , persone
poverissime, vecchie abbandonate a se stesse, agli angoli delle vie,
che leggono lamano in cambio di 5 Bath (12,5 cent di euro); un
disastro. Per esempio la mia famiglia conta due guidatori: mamma e
papà, e nonostante questo siamo dotati di quattro macchine, e a
quanto mi dicono alcuni altri ragazzi di Intercultura la loro
situazione non è completamente dissimile.
Lo spreco, data l’abbondanza di
risorse, è all’ordine del giorno: basti pensare alle offerte al
Buddha, con consistenti parti dei pasti, ogni giorno (della religione
parlerò più diffusamente nelle prossime puntate). Per trovare un
cestino dell’immondizia bisogna camminare per chilometri, e i
thais, come si sa, odiano camminare: anche per spostamenti minimi
preferiscono muoversi in macchina. Parlo dei miei genitori che per
spostarsi dalla casa dove abitiamo all’ufficio, 500 metri di
cortile li separano, muovono due macchine, ché il babbo si sveglia
prima. Ma questa è la realtà thai, non delimitata alle mie mura
domestiche.
Come dicevo nessuno è esente, a parte
chi muore di fame, ma vabè, dal super sviluppo: parlavo di bambini
tecnologici, rincoglioniti dalle pubblicità assordanti, mi riferisco
alla nuova gioventù, e cito ogni singolo monaco votato alla povertà
e alla morale ecosostenibile che possiede uno o più telefoni col
bollino della Mela. Le lezioni, a scuola, sono continuamente
interrotte da squilli, trilli, messaggini,suonerie impazzite, video e
musiche in riproduzione (e anche della scuola avrò modo di parlare
più avanti) . Negli sfavillanti centri commerciali si è
interpellati da moleste mascottes di marche telefoniche, che -credo-
propongono offerte irripetibili, irrinunciabili, pagabili in comode
rate.
Il gas è estratto in loco, il petrolio
è di importazione, e costa poco, per noi, e veramente ma veramente
tanto per loro (sesto paese nella lista del “caro benzina” costo
carburante/reddito medio giornaliero), tra i 37 della Blue innovation
(gasolio 19 Bath) e i 43 Bath della Shell al litro, 1 Euro, insomma.
Ogni 100 bath di benzina mezzo litro di acqua potabile, in bottiglia
di plastica; quella dei lavandini oltre che non essere potabile è
anche disgustosa.
Intercultura insegna una bellissima
cosa “Non esiste migliore o peggiore, giusto o sbagliato: esiste
solo differente” .
Questa è la realtà oggettiva, per il
resto valutate Voi.
Per oggi è tutto, a presto!
Vicky Rubini
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