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domenica 20 gennaio 2013

Il "gioco" delle armi

di Dennis Salvetti


Mentre incessanti proseguono i dibattiti negli USA sul diritto alle armi sancito nel 1791 dal II emendamento (testo in inglese - usconstitution.net), un altro massacro è avvenuto per le strade americane, questa volta ad Albuquerque, New Mexico. Quello che nelle intenzioni del legislatore dell'epoca (ancora presente era il rischio di ritorsioni armate da parte dell'ex colonizzatore) come strumento di difesa organizzato ("A well regulated militia [...]"), è stato via via interpretato da molte corti americane (sostenute in questa interpretazione dalla potente lobby del N.R.A.) come il diritto di privati cittadini a detenere armi da fuoco a scopo di difesa (e spesso più generalmente a deterrenza di aggressioni). Questa interpretazione è stata
consentita dall'ambigua formulazione della seconda parte del testo ("[...] the right of the people to keep and bear Arms, shall not be infringed."), che parrebbe (in merito esiste un'ampia e discussa dottrina) permettere, appunto, ai cittadini di detenere armi. Ovviamente le regolamentazioni specifiche variano da Stato a Stato, però una parola a favore a questa consolidata giurisprudenza (nonché legislazione) l'ha data la Corte Suprema nel 2008, nel caso "District of Columbia v. Heller" (English Wikipedia). In breve il diritto ad armarsi ricade in capo ad ogni singolo cittadino entro i limiti di un uso legittimo e rispettoso della legge, anche senza far parte di "milizie" (cioè si potrebbe supporre di forze di polizia o di guardie giurate) appositamente addestrate.
Fin qui, da cittadino europeo ed italiano in particolare, per quanto mi possa far storcere il naso, mi fa ritenere "passabile" questo diritto ad armarsi, fintanto che si tratti di legittima difesa da un'aggressione (interessante sarebbe uno studio sulla legislazione Stato per Stato). Ma la questione è stata nel frattempo talmente tanto (troppo) estesa, da far rientrare nel diritto fattispecie inquietanti e pericolose, una su tutte il diritto a detenere ed usare fucili d'assalto (armi ad alta capienza e potenza di fuoco, Wikipedia), e poi la possibilità per i minori di maneggiare armi (seppur in situazioni "controllate" sotto controllo di un adulto "responsabile").
Questa legislazione incontrollata (accettata in modo bipartisan da repubblicani e democratici) ha permesso per anni che avvenissero massacri e sparatorie per tutti gli States (con relative vittime). Preoccupanti sono i tanti troppi massacri avvenuti nelle scuole, luoghi che dovrebbero essere esenti e protetti dalle armi (in molte scuole americane, spesso quelle presenti in quartieri difficili, è facile trovare guardie armate e metal detector), causati da giovani assassini (a cui la polizia risponde troppo spesso duramente, provocando più danni che altro). In particolare dopo l'episodio di Newtown, Connecticut, il Presidente Obama ha promesso di trovare una soluzione, agendo con ordini esecutivi particolarmente "restrittivi": controllo della salute mentale e della fedina penale degli acquirenti di armi, bando dei fucili d'assalto, bando della vendita delle armi nella fiere, controlli più stringenti nelle scuole, etc. (cose che magari in Europa sono standard minimali ed elementari, generalmente acquisiti dalla coscienza generale). Ovviamente la risposta del N.R.A. non si è fatta attendere: spot anti-Obama (anche sul piano personale come quello qui sotto) e una giornata per la difesa delle armi ("Gun Appreciation Day").
Cose che fanno pensare. Fanno pensare soprattutto perché anche in casa "nostra" ci sono stati apprezzamenti verso una "liberalizzazione" del diritto di autodifesa (con annessa liberalizzazione in tema di armi), considerato l'attuale troppo limitante ad una "pacifica e tranquilla esistenza dell'onesto cittadino lavoratore".



Albuquerque, ancora una strage in USA - La Repubblica, Armi, il piano di Obama - Il Fatto Qutidiano

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