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sabato 23 febbraio 2013

Anagramma Politico

di Francesco Mancin
dedicato agli aventi diritto ed agli amanti degli anglicismi
Mario Monti, intervistato pochi giorni fa, in merito alla domanda su che veste, che carattere avrebbe assunto da leader o da premier rispondeva che l'essenza dell'essere leader andava ricercata nella radice etimologica del verbo To Lead,guidare. E come non dar ragione a chi, come lui, vede nel carisma e nella determinazione  le caratteristiche più importanti del politico vincente. Già nell'antica Roma il Dictator si doveva distinguere per capacità oratorie, politiche e strategiche, doveva ben districarsi tra i poteri sotterranei dei palazzi e dei senati e doveva guidare il popolo, per una durata di sei mesi o un anno, fuori dalla situazione di emergenza che aveva decretato l'urgenza di chiamarlo. Insomma un Monti, un eroico esperto che, bravo ma scomodo, esposto troppo perché si potesse conservare, doveva poi andarsene e rilasciare la scena ai due consoli.
Finché il popolo si stancò di consoli e senatori e fu così che nacque il grande Impero. Una lunga età di Leaders più o meno sconclusionati, più io meno competenti, più, ma soprattutto sempre meno capaci di guidare con potere e con vigore.
Guida chi è o vuole essere padrone, chi si sente in grado di farlo o chi si vuole riscattare, chi non si affida ma diffida, chi si circonda di gerarchi, chi pensa di poter cambiare tutto, subito, e senza faticose e lente consultazioni.
Ma l'inglese, l'amata lingua passepartout nasconde dietro al to Lead il to Deal: il gestire, il trattare, il deal with, l'affrontare.
Colui che gestisce è chi sa farsi carico del già presente che innanzitutto vuole si conservi e che non degradi, è chi sa affidarsi perché affronta la "sconfortante" condizione umana del limite, quello che ti induce a cercare l'aiuto e il confronto.
Chi gestisce non guida,non sta davanti (e dietro vien la corte), ma sta in prima fila con tutti e con loro lavora.
Chi gestisce è perché spesso sono stati gli altri a riconoscergli un ruolo, un valore aggiunto. Chi guida si è imposto o ha sgomitato approfittando dei subdoli strumenti del SoFare o della disperazione demagogica.
Chi crede in Deal sa che dovrà Affrontare la realtà e dovrà farlo nel modo più democratico possibile, perché nel gestire c'è il fare giorno per giorno in modo diplomatico e ahimè spesso compromissorio, nel guidare c'è la speranza della meta senza il progetto del percorso.
Chi guida e fallisce o si annulla o annulla e si sostituisce ai suoi sudditi, chi gestisce e fallisce riflette con i suoi uguali sulle ragioni e le colpe del fallimento.
In chimica il Lead è il piombo, in politica economica il Deal è la riforma. Make a Lead, fare un patto, trovare un accordo.
Il leader è quello di un sistema elettorale che non lascia scelta e scampo, è quello del bipolarismo bipartitico, è quello degli accordi bi-partisan, è quello a cui sui tira la giacchetta. Chi affronta, chi fa gli accordi, chi tratta,  chi si sporca le mani è chi ha capito che il futuro è fatto dal Deal In, coinvolgere, far partecipare.
Domani,visto che le liste ti bloccano, almeno, scegli chi sa azzardare, scegli chi sa cambiare indirizzo, scegli un Dealer.

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