di Sara L.
Settimana allucinante: il lavoro che mi
fa impazzire, le mille cose che comporta un trasloco imminente, la
settimana di convivenza con i ragazzi del clan in Città Alta.
Giovedì sera, poco dopo la mezzanotte, stiamo tirando insieme le
ultime cose prima di andare a letto. Mi rendo conto che il sabato
ormai è vicino e, un po' sconsolata, esclamo: “Noooo!! non ho
ancora trovato niente per l'articolo di sabato!! Cosa scrivo?!”
“Scrivi di questa settimana!!” “Scrivi di noi!!”
Inizialmente scarto l'idea, ma ora
eccomi qui, con il pc davanti... ho deciso di scrivere di voi.
Ded to: Clan Ponte Antico, Gruppo Scout
Ponte San Pietro.
A Carlo, Cisco, Ele, Erica, Francy,
Jacopo, Mago, Michela, Rachele, Rosy, Simo, Stefy, Vicky e
naturalmente al Boss.
Scrivo di voi, che siete un pezzo della
mia vita: prima di voi ho abitato quelle casette che si vedono dal
ponte sul Brembo e ciò è stato possibile solo perché c'era
qualcuno che, adulto e non più ragazzo, impiegava il suo tempo
camminando al mio fianco, permettendomi di vivere quelle esperienze
che solo lo scoutismo regala. E' stato questo, credo, il motivo
iniziale che mi ha fatto scegliere di diventare capo: la necessità
di restituire almeno in parte ciò che avevo ricevuto. Poi siete
arrivati voi: era l'ottobre del 2008, e piano piano siete entrati
nella mia quotidianità, 5 anni dopo ci siete ancora dentro fino al
collo.
Scrivo di voi, che mi occupate un sacco
di spazio mentale, un sacco di spazio nella Bontina quando ci
spostiamo (ogni riferimento a valigie monumentali è puramente
casuale) e soprattutto un sacco di tempo: tanto che, di solito,
quando quantifico a qualcuno quante ore/giornate che passo con voi,
mi guardano come se fossi pazza. Scrivo di voi, che fate sì che
guardi i miei interlocutori come se i pazzi fossero loro.
Scrivo di voi, che nel 2008 avevate
13-15 anni: ora siete quasi tutti maggiorenni, qualcuno è andato e
non si è più fatto vedere, qualcuno si è aggiunto strada facendo,
portando il suo passato e la sua storia, qualcuno è ancora qui
nonostante abbia rischiato di lasciarci le penne, qualcuno è
dall'altra parte del mondo, ma sa farsi sentire.
Scrivo di voi ragazzi, vi è cresciuta
la barba, ma non avete mai smesso di fare le proposte più astruse,
idiote, geniali e divertenti. Scrivo di voi ragazze, che avete
cambiato il colore e il taglio dei capelli innumerevoli volte, ma che
non avete mai mutato la quantità di entusiasmo, cuore e dolcezza che
riversate in ogni attività che condividiamo insieme.
Scrivo di voi, con cui ho camminato per
valli, vette e pianure; con cui ho cucinato sui fornelli, sul fuoco
scoppiettante e con forni improvvisati; con cui ho preso tantissima
acqua, tantissimo sole, una discreta quantità di neve e una volta,
correndo giù a capofitto da una montagna, anche parecchia grandine.
Scrivo di voi con cui si può ridere, arrabbiarsi, piangere, urlare,
scambiarsi lo spazzolino, discutere, litigare e poi di nuovo ridere.
Scrivo di voi con cui ho condiviso alcuni dei miei momenti più
importanti, non ultimo questo rinnovo del contratto e il progetto di
andare e vivere nella mia futura casina. Scrivo di voi, custodendo i
segreti che qualcuno ha condiviso con me, rispettando il silenzio di
chi è più riservato, ricordandovi che mi batterò per la vostra
voglia di vivere queste esperienze contro chi pensa di venire a
imporre il suo volere, finché ne avrò la forza e le energie
mentali, e non è sempre facile...
Scrivo di voi, perchè guardando le
foto del passato ripercorro la vostra e la mia vita, perché tanti
dei miei ricordi sono legati a quel pezzo di stoffa triangolare
rosso scuro e bianco che tutti noi portiamo al collo.
Scriverei di voi per migliaia di altri
motivi, ma soprattutto scrivo di voi per ringraziarvi di ciò che è
stato e di tutto ciò che la Strada su cui camminiamo insieme ci
vorrà regalare.
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