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sabato 20 aprile 2013

RIGURGITO ALL'ALBA


di Sara L.

Alba Adriatica, piccolo paesino della provincia di Teramo – Abruzzo – Italia. Fino ad oggi questo nome mi evocava una lunga striscia di spiaggia assolata, la frescura di quella pineta in cui, se stavi ben attento e non ti soffermavi sui cocci di bottiglie rotte, potevi intravedere tra gli alberi qualche scoiattolo. Alba Adriatica è stato per molti anni il luogo delle mie vacanze estive con mamma e papà: adolescente inquieta, in cerca di qualche modo per distinguersi dalle ragazzine fotocopia tutte molto più belle, più grandi, più abbronzate. Alba Adriatica, luogo di caldi pomeriggi trascorsi a leggere o a fare da baby sitter ai figli degli amici di papà e mamma, luogo di alcuni incontri che ricordo ancora con un sorriso.
Alba Adriatica ieri entra di sorpresa nel tragitto in macchina verso l'ufficio: a Radio Popolare la dipingono come una sorta di Bronx dell'adriatico, 4 omicidi negli ultimi 4 anni, rapine, risse, sparatorie, traffico di droga. Dov'è la mia tranquilla cittadina di villeggiatura? Ma non è certamente questo scenario da telefilm di seconda categoria a far notizia, bensì uno dei candidati sindaci delle prossime elezioni comunali. Si chiama Stefano Flajani, è un neo-nazista dichiarato: già questo dovrebbe bastare a far montare un moto di disgusto in ogni cittadino che si riconosca nella Costituzione più bella d'Europa. 

 Stefano Flajani è qualcosa di diverso dal solito fascistello nostalgico alla “Roberto Fiore”: il candidato sindaco di Alba Adriatica è anche, somma ironia dei nomi, “capo cantoniere abruzzese” di Alba Dorata Italia, la copia del movimento neo nazi in ascesa costante in Grecia, salito alla ribalta issandosi sulle macerie di una debordante crisi economica e sociale. Le liste dovranno essere presentate entro il 27 aprile (altra ironia della sorte, un paio di giorni dopo le celebrazioni per la Festa della Liberazione): se la lista di Flajani dimostrerà di avere le carte in regola, Alba Dorata debutterà ufficialmente anche nel nostro Paese. Il programma è brutale quanto ridicolo: si va dal contrasto all'immigrazione, alla lotta nei confronti dei ROM (che convivono pacificamente nella regione da secoli, andando a costituire uno dei gruppi stanziali più consolidati del Paese), alle politiche securitarie, alla “lotta al sistema dei banchieri”, il tutto condito da quel vento di restaurazione che puzza di cadaveri marcescenti, appesi possibilmente a testa in giù.

Oggi mi piacerebbe tornare ad Alba Adriatica, e come allora prendere il mio lettore CD (altri tempi): stavolta però non me lo ascolterei in spiaggia, ma attaccherei un paio di casse e lo sparerei a palla nella piazza. 

Stefano Flajani, questa la dedico a te:
 

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