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giovedì 4 aprile 2013

Viaggio intorno all'uomo

di Miriam Bonalumi



Sala n.1 allestimento Genova - Palazzo Ducale
Piove ancora, non è possibile.
Ri-welcome nella piazza gelida, in balia della sorte.
Serve un posto al caldo per sciogliere il trip mentale, l'ossessione per le immagini.
Ogni passo allontana il dettaglio del ricordo.

 Un fantastico cappuccino per sistemare i pensieri, riordinare le emozioni.
Tiro indietro il nastro su cui scivola il tempo: rieccoci nel momento in cui il cielo, inclemente, ci ha gettato nella fila dei vistatori della mostra.
Il calore della merenda riassorbe le energie che quell'ondata di tremendo stupore ha sparato nei nostri occhi, a pieno volume.

Gli occhi di questo bambino, mi seguiranno per sempre.
La cosa bella è che non sarò l'unica:  tutti quelli che entrano nella mostra di Steve McCurry (almeno, tra le decine di visitatori che ho incontrato) si fermano per  minuti e minuti davanti a questa fotografia. Il bambino non sorride, ma tutti gli sorridono.
Per fotografare le persone ci vuole moltissima pazienza, possono anche trascorrere minuti e minuti, prima che si presentino alla macchina esattamente come sono, spontanee, a loro agio, nel loro ambiente di vita. Un fotoreporter deve armarsi di questa pazienza, per poter fotografare davvero le incredibili quotidianità del mondo.
 Uno degli insegnamenti del maestro, Steve McCurry.

La mostra "Viaggio intorno all'uomo", si snoda lungo quattro sale, ognuna avvolta nella propria atmosfera, inaccessibile alle altre, resa unica da qualcosa di inconfondibile.
Eccomi in Afghanistan, poi piombo in India, una rapida occhiata a uno spaccato di Giappone, Italia, Birmania, Etiopia...il mondo "gira tutto intorno alla stanza", mentre la voce del maestro (audioguida abilmente compresa nel prezzo della mostra) mi accompagna alla scoperta dei "retroscena" di ogni scatto e della sua filosofia professionale...
Ciò che maggiormente apprezzo del lavoro (di una vita) di McCurry è qualcosa che va al di là della qualità dell'immagine o dell'abilità nella scelta del soggetto: è di una meravigliosa umiltà il "non pretendere", non inserirsi mai nella scena, non snaturalizzare il contesto esplorato dal fotoreporter.
Il fotografo si fa da parte e aspetta. Aspetta anche ore e ore, in attesa di incontrare quel colore, quel gioco di luce, quell'animale selvatico, quel bambino che passerà correndo e rendendo l'immagine indimenticabile.

Un buono scatto infatti, afferma McCurry, è quello che non riesci più a dimenticare, anche senza rivederlo mai più. Quanti ne ho in testa, dopo aver visitato la mostra "Viaggio intorno all'uomo" Steve McCurry a Genova?


sala n.4 allestimento Genova-Palazzo Ducale (sala dello "stupore")


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