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sabato 6 aprile 2013

MENO TOPI, PIÙ CITTADINANZA

di Sara L.

Ottobre 2012: qualcuno si ribella e dice basta, seminando l'idea che sulle ceneri della crisi può nascere una nuova consapevolezza e senso di cittadinanza. Siamo a Pisa, precisamente sul sito dell'ex Colorificio Toscano, acquistato alla fine degli anni Novanta dalla multinazionale J-Colors e fallito nel giro di pochi anni, affibbiando la greve definizione “in esubero” a circa un centinaio di dipendenti. Dal 2008 il terreno era abbandonato al degrado, regno incontrastato di topi e blatte, un'area di 14.000 metri quadrati che dopo un po' ha iniziato a interrogare, con la forza del silenzio l'impatto visivo, i cittadini di Pisa. Così, nell'ottobre dello scorso è cominciata in modo spontaneo e del tutto pacifico l'occupazione della zona.
Nossignore, non si tratta del modello di spazio occupato che tentano di propinarci i media della società benpensante (“L'eco” cittadino, per dirne uno): qui ad occupare non sono ragazzi in felpe oversize con cani, nemmeno writers alla ricerca di nuove superfici e neanche hippies dell' ultima ora. Ad aver occupato lo spazio dell'ex colorificio sono le associazioni della città, che semplicemente e con gran buon senso rivendicano quello spazio inutilizzato per sé, per poter svolgere attività a beneficio di tutti: ed ecco nascere, grazie al contributo di ciascuno, il Municipio dei Beni comuni. Attività per bambini, corsi di arrampicata, attività sportive, una ciclofficina, musica, attività a sostegno dei richiedenti asilo... queste le attività pericolose e sovversive proposte dal Municipio.
Ma, come si poteva immaginare, la stessa multinazionale che ha deciso che quel sito non era più sufficientemente produttivo, a questa rivendicazione di utilizzo da parte della cittadinanza non ci sta: e allora ecco le minacce di sgombero, anche negli ultimi giorni. “La proprietà attraverso una lettera ha reso pubblica la volontà di chiedere al magistrato una celere procedura di sequestro degli immobili – si legge in una nota diffusa in rete dal Municipio dei Beni Comuni – affinché venga tutelato il possesso della proprietà da parte della multinazionale J-Colors”. Proprietà di quello che, fino a sei mesi fa, appariva come un paesaggio lunare invaso dai topi: sarà che a pensar male spesso ci si azzecca ma tutto ciò puzza di speculazione a chilometri di distanza.
Giuristi di tutto lo stivale a questo punto si mobilitano, taluni prendono posizione sostenendo sia legittimo recuperare alla collettività un bene comune consegnato al degrado.
Che i giuristi in erba del blog me lo consentano, io vi propongo una piccola e risibile riflessione sul diritto pubblico, senza la presunzione di impartire lezioni, che lascio a chi ha incommensurabilmente più autorevolezza professionale di me: l'art. 42 c. 2 delle costituzione recita “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”

Orbene, a mio modesto avviso, cacciare i topi per far spazio a istanze di cittadinanza attiva configura una delle fattispecie dei limiti esplicitati nel dettato costituzionale.

Io sono solidale con il Municipio dei Beni Comuni...e voi?

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