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venerdì 10 febbraio 2012

Giornata del ricordo: la memoria è lo scheletro della democrazia

di Luigi Marzano
Il 10 Febbraio 1947 entrò in vigore il trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, Zara, parte delle zone di Gorizia e di Trieste, passarono alla Jugoslavia, fu la conclusione della complicata e sofferta vicenda del confine orientale

« La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata [...] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero. »
(legge 30 marzo 2004 n. 92)



Come diverse altre celebrazioni il 10 Febbraio è una solennità civile ma per altri è un occasione di strumentalizzare o di ricordare quello che si vuole fino confrontare le vittime dei "neri" o le vittime dei "rossi". In realtà l'unico scopo, nobilissimo, di queste giornate è appunto ricordare!. Sembra che all'uomo non basti mai, ci annoiamo se studiamo la storia ma è quella che ci da i mezzi per renderci liberi analizzando criticamente. E' quindi fondamentale meditare, non pensiamo che sia una banalità, è la medicina dolce della nostra democrazia per lasciare un futuro di libertà anche alle prossime generazioni.
Fermiamoci un secondo a pensare alle vite interrotte per degli aggettivi: "italiano", "fascista".

In questi giorni di difficoltà critica forse non in molti si soffermeranno ma è il campanello di allarme che segnala l' ozio del pensiero e noi italiani proprio non ne abbiamo bisogno.

È troppo difficile pensare nobilmente quando si pensa soltanto a guadagnarsi da vivere.

Jean jaques Rousseau


Luigi Marzano







1 commento:

Francesco Mancin ha detto...

Gran bel lavoro Marza e Sara L.!!

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