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giovedì 7 giugno 2012

una questione di maturità

"È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale." art.33, c.5 Cost.italiana)

"Ma ragazzi, ma questi quando lo capiscono che gli esami di maturità non servono a NIENTE? "
 ( cit. professore  XXX , che insegna XXX nella scuola XXX)

 di Miriam Bonalumi


Un'antica chiesa sconsacrata adibita a palestra adibita ad aula scolastica adibita a sede degli esami di Stato.
L'ambiente nei secoli cambia ma la polvere rimane sempre, a perpetuo ricordo delle pie Messe ottocentesche.
Il traballante banco delle elementari su cui ti accingi a  preparare l'elaborato che segnerà per sempre con un numero il tuo curriculum vitae pare inadatto all'importanza dell'evento, risulta quasi offensivo. Osservandolo però, tutto tagliuzzato e impiastricciato di bianchetto, non puoi che accarezzarlo impietosito: lui, a scuola, ci dovrà stare fino alla fine della sua vita!

La location decattolicizzata, palesemente improvvisata, è il campo di battaglia, i maturandi gli eroi; le armi poche ma essenziali: biro funzionante, carta d'identità, cellulare spento sul banco (solo i più sgamati hanno chiesto l'orologio da polso al papà o allo zio).

Pochi giorni, ed anche quest'anno tutte le testate nazionali vomiteranno un fiume di parole su questi ragazzi stipati nei peggio corridoi delle strutture scolastiche statali o nei -un pochino meglio ma pur sempre- corridoi delle paritarie.


 I tg sforneranno i classici servizi pre-esami che spiattellano pronostici sulle tracce d'esame "mai verificatisi dall'avvento del telegiornalismo". La strategia è semplice ma efficace: gli inviati si appostano fuori dalle secondarie superiori, possibilmente meglio se licei e a Sud (ancora non si è capito il perchè) dove guardacaso intervistano la ragazza più idiota dell'intero plesso scolastico in questione: "Mmm...il tema di attualità? Mbè per me sarà sulla morte di Gheddafi...però non è che sono molto 'nformata..."  (n.b. ai tempi dell'intervista, realmente svoltasi, il colonnello, vivo e vegeto, impartiva ordini di repressione in tutta la Libia ribelle..)

 La sensazione galvanizzante di essere tasselli importanti della società pervade il maturando medio il giorno della fatidica prima prova, la cui traccia ministeriale accomuna tutti senza discriminazioni: da Aosta a Siracusa puntualmente parte un coro di lamenti ed imprecazioni, suddivisi tra non capisce le tracce e chi non capisce chi possa essere tanto idiota da scegliere quelle tracce. Coro o non coro, di mezzo ci stanno 15 crediti, all'incirca l'equivalente dei crediti accumulati dallo studente "bravino ma che non si applica" nel corso dell'intero triennio.

 Di grande interesse mediatico anche la seconda prova, famigerata per il numero di attacchi isterici registrati dall'I.s.t.a.t  durante il suo svolgimento.
Da qui in poi la strada è in pianura (si fa per dire), e nessuno si interessa più dei maturandi che si sciolgono di tensione nella calura estiva: la terza prova "minestrone", il terrificante orale ed ecco il meritatissimo titolo di studio, che, a detta di numerosi studi sociologici, grantirà alla futura famiglia del Neodiplomato uno standard di vita discreto e più stabile.


Esci dalla scuola e esci dalla storia, pronto a far spazio ad altri eroi, che, come te, lotteranno su un banchetto di legno per un pezzo di carta che aprirà loro le strade verso l'ignoto...

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