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martedì 11 settembre 2012

No Olvidar!


 di Edoardo Marcarini
È l’undici settembre, e sembra doveroso ricordare un paio di cosette che non sempre saltano all’attenzione della gente. Non sto parlando dell’anniversario dei miei (auguri!) né della nascita del WWF. Non parlerò neanche dell’attentato alle Torri Gemelle, di cui tutti parlano, più o meno a sproposito, e non vorrei riscaldare la pappetta preconfezionata marca USA “I talebani sono merde uccidiamoli tutti”, ma nemmeno far partire un dibattito sul presunto coinvolgimento di massoni/alieni/governi nell’attentato. Sono morte delle persone, un fattaccio, pace all’anima loro, però non strumentalizziamo una catastrofe per giustificare successive invasioni.
Quello di cui vorrei parlare è un evento antecedente, un altro attentato, ma di tipo diverso, e lo voglio strumentalizzare per qualcosa di più utile: riconsiderare il valore e l’importanza della democrazia.

1970, Cile, Salvador Allende è il primo marxista eletto democraticamente nelle Due Americhe. Per la ripresa economica del Cile (che precipitava a causa dell’inflazione e della mala-gestione delle entrate) mette in atto una serie di riforme, riguardanti il sistema scolastico, l’agricoltura e la nazionalizzazione delle miniere di rame, con un successo barcollante. L’11 Settembre 1973  Pinochet, capo dell’esercito, prende d’assedio il Palazzo Presidenziale senza cenno di resa fino alla morte auto-innescata di Allende stesso; tuttora è ignota la modalità con cui El Presidente sarebbe stato “invitato” al suicidio, se cioè con le proverbiali buone maniere o diversamente.
Ed è di Pinochet il governo dei Desaparecidos, delle torture e dei campi di sterminio nello stadio nazionale. L’eliminazione sistematica dell’opposizione, e di ogni politico della neonata sinistra cilena, viene effettuata gettando in mare i corpi o i cadaveri di costoro.
Il Cile di Pinochet fu anche  uno dei partecipanti chiave della cosiddetta ”Operazione Condor”,una campagna condotta con i servizi segreti di altri stati del Sud America, tra cui Argentina, Bolivia, Brasile,Paraguay ed Uruguay. Una campagna di raccolta di informazioni e di omicidi, passata per controterrorismo ma che mirava di fatto all’eliminazione dei dissidenti politici.

Ricordiamo l’11 Settembre anche per questo.

3 commenti:

Francesco Mancin ha detto...

Ottimo, non si poteva iniziare meglio.
Ciò che fu la storia partigiana in Italia e che (a fatica) si tramuta oggi in memoria storica e culturale, dovrebbe essere anche la Storia cilena, panamericana e nicaraguegna.
Una memoria di atti disumani e di vicende troppo umane.
Pertanto è un atto dovuto ricordarla.

Vicky Rubini ha detto...

Invito chi ha dato segno di non aver gradito l'articolo a farsi coraggio e proporci nuovi spunti di riflessione.

Miriam Bi ha detto...

Grazie per averci ricordato l'importanza "poco televisiva" di un tremendo evento del passato (mica tanto remoto).
Ai lettori consiglio un famoso romanzo ambientato proprio nel Cile di quell'epoca: "D'amore e ombra" di Isabel Allende (imparentata alla lontana proprio con Salvador Allende!)

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