di Miriam Bonalumi
Non tollero la mia esitazione nello scegliere, come se avessi otto anni e si trattasse di figurine dei Pokemon: questo l'ho già, quest'altro l'ho già letto tanti anni fa.
La gente intorno finge sempre di passare e di non guardare, in realtà ti fissa.
Fissa nella mente l'immagine del "buonista" di turno, uno che non sa dire di no.
Nell'imbarazzo, mi faccio consigliare dal "vucumprà" sul libro:"Questo è bello!"
Lo guardo.
Costa 2 Euro più degli altri.
"Costa di più, ma per te costa uguale!"
Forse è una trovata del marketing "faidate", forse è un modo per dire: "Leggi questo perchè è davvero bello"
Sarà.
Lo prendo, e giusto per sancire la profonda solennità del "mio gesto" gli chiedo da dove viene. "Senegal. Ciao amica e grazie..." Un "battiilcinque" e metto velocemente il mio nuovo acquisto nella borsa, mentre l'amico senegalese si dilegua in cerca di nuovi clienti.
Intanto la gente passa, chissà che cosa pensa.
Pensa che ho comprato questo libro solo perchè quell'uomo mi fa pena, e forse è davvero quello che sento.
Pensa anche che non lo leggerò mai, il libro: su questo la gente si sbaglia.
Oggi infatti l'ho ritrovato.
Mi sono seduta sul divano e ho deciso di leggerlo.
Il volume - sorpresa! - parla dell'uomo che me l'ha venduto, o quantomeno di uno con una storia -credo-simile alla sua.
Un giovane senegalese che dopo mille peripezie in Turchia e Grecia si sistema a Pisa vendendo i libretti di autori africani che gli offre una cooperativa in cambio di una percentuale del guadagno.
Lui mi ha consigliato di leggere la sua storia.
Altro che pena, altro che letteratura.
Quell'uomo mi ha fregato, influenzando significativamente l'idea che avevo riguardo a "quelli come lui".
Mi ha fatto lo sconto, senza sconti.
Ho deciso, per stavolta ho fatto bene. Meglio fare la figura di quello che non vorresti mai essere ma imparare qualcosa di nuovo da gente che non ti somiglia.
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