di Dennis Salvetti
Ancora roventi le polemiche sulla giornata di
manifestazioni e scioperi di mercoledì scorso, scontri infiniti su ogni mezzo
d’informazione, tv, giornali, internet … immagini da una parte che mostrano “manifestanti”
armati di tutto punto, spranghe, caschi, scudi e
quant’altro … dall’altra parte linee e linee di agenti armati anche loro di
caschi, scudi, manganelli, lacrimogeni …
Indubbiamente le immagini sono vere sia da una che dall’altra
parte. Due “fazioni” pronte a darsi battaglia e quindi a scannarsi, menarsi e
scatenare odio, rabbia e rancore. Per quanto valide le ragioni di una parte e dell’altra,
non si possono giustificare le violenze. Perché bisogna pagare un insensato
tributo di sangue ogni volta che si manifesta? Perché di fronte ad una
situazione di profondo disagio socio-economico si cede alla violenza piuttosto
che alle parole? Perché per mantenere l’ordine bisogna (costretti o meno) menar
le mani? Perché per colpa di piccole frange di idiozia e violenza si è
costretti a vedere gente coperta di sangue e lividi? Abbiamo quindi dimenticato gli insegnamenti di Gandhi, che con la sua lotta non-violenta portò addirittura alla nascita di un nuovo Stato?
Questa crisi la stanno pagando tutti (o quasi), tanto gli
studenti e i lavoratori che si vedono tagliati fondi e aumentati i contributi,
quanto poliziotti e carabinieri che si vedono bloccati stipendi per anni e
tagliati investimenti per la sicurezza e l’ammodernamento. Perché se è vero che
gli studenti piangono, le forze dell’ordine non ridono mica. Che il governo
stia agendo nel modo meno felice possibile è sotto l’occhio di tutti. Ma da qui
a bombardare di ogni cosa banche, uffici istituzionali e persone, non risolve
proprio nulla, chi paga i danni è ancora la collettività. Manifestare sì ma
senza caschi, senza spranghe, senza dare scuse per farsi massacrare, è ben
risaputo che basta poco per farsi caricare e riempire di lacrimogeni, e farsi
vedere armati di tutto è un buon modo per dare il via. Un circolo vizioso di
odio e violenza che nella storia è già stato sfruttato e cavalcato da bravi
oratori in grado di infiammare animi e coscienze (specie quelle più sporche). Cedere
a tutto ciò ci rende vulnerabili a parole come: sicurezza, ordine,
tranquillità, a scapito di “piccoli” tributi di democrazia e libertà.
Bisogna manifestare, è doveroso anche da un certo punto
di vista costituzionale, far sentire la propria voce, mantenere viva e pulsante
la democrazia; ma sempre nel rispetto delle regole democratiche. Odio e rancore
ci possono portare solo nelle braccia di esperti imbonitori e quindi lontano
dalla democrazia così faticosamente costruita e così faticosamente da mantenere.
“Speriamo che cambi il vento, che venga il
libeccio, che si porti via quest'afa.” (Paolo Borsellino; per quanto sia stata detta in altra circostanza, ricalca quello che provo)
Nessun commento:
Posta un commento