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lunedì 17 dicembre 2012

La settimana del disagio



Appunti e riflessioni di un pendolare qualunque nei giorni più neri di tutto il 2012
di Francesco Locatelli

Lunedì 10 dicembre 2012, una mattina come tante altre. Con pedalata decisa e i minuti contati mi accingo a raggiungere la stazione in tutta fretta; arrivato al parcheggio infilo la bici nella rastrellerai con il lucchetto già in mano e dato che con la coda dell’occhio ho potuto notare il Milano-Bergamo in attesa della coincidenza sono prontissimo per la solita corsa fino al binario 1. Per fortuna, anche questa mattina, il treno è in leggero ritardo: i soliti 5/10 minuti che permettono ai ritardatari come me di prendersela con calma e assicurare un posto caldo nel viaggio che porta al capoluogo lombardo. Per quanto riguarda l’aggettivo “caldo” bisogna precisare che non è un eufemismo: la situazione sta migliorando e i vagoni guasti, senza luce e riscaldamento di qualche anno fa non sono poi così frequenti!

 Il viaggio procede nella totale normalità: la solita ordinaria lentezza e le lunghe attese delle coincidenze con gli altri convogli, ci accompagnano fino alla stazione di Carnate dove finalmente si incontra il famigerato “secondo binario”. Per chi non è pratico di rotaie e ferrovie, il secondo binario è un’invenzione del vecchio secolo che ha la stessa funzione di una strada a due corsie: una corsia per ogni direzione. Il concetto di binario singolo invece, oltre ad essere il life-motiv della Bergamo-Carnate, è idealmente di una strada a senso unico con un semaforo ad ogni stazione. Se un treno fa ritardo su una linea a binario doppio accade essenzialmente la stessa cosa che succede su di una strada a due corsie: si forma una coda. Se un treno, anzi, uno ed un solo treno fa ritardo su una linea a binario singolo, anzi, un piccolo ritardo……bè……si crea un fenomeno tutto particolare molto simile a quello che in italiano viene definito con il termine di “ingorgo”.

Ma torniamo a noi, a quella mattina in cui scendendo a Monza riesco in tempo a salire sul treno che da Sondrio porta a Milano Centrale. Attraversando la stazione Centrale per recarmi in ufficio non noto nulla di strano: tanta gente con borsoni e valigie qui sono “ordinaria amministrazione” ma non è presente alcun ammasso di folla particolarmente numeroso. Durante la giornata do la classica lettura ad alcuni quotidiani on-line: anche qui nulla di strano, niente che potesse raccontare quello che già da alcune ore stava accadendo nelle stazioni di tutta la Lombardia.

Ore 17.48, il Milano C – Lecco parte regolarmente e dopo una decina di minuti si scende a Monza per aspettare al freddo e al gelo il Milano P GA – Bergamo (Via Carnate) che ci riporta a casa. E fu così, che alle ore 18.03 di lunedì 10/12/12 iniziò la mia odissea. Appena sceso dagli scalini noto subito che qualcosa non và: tanta gente sui binari, persone arrabbiate, mogli e mariti al telefono, facce sconsolate. “Ci sarà qualche treno in ritardo; a questi brianzoli non và mai bene niente! Cosa avranno mai da questionare? Dove’è il rispetto per noi provinciali che ci dobbiamo fare 3 ore al giorno di viaggio??” In questi casi è sempre meglio controllare direttamente i cartelli luminosi piuttosto che aspettare gli annunci sonori; così, anche io, insieme a centinaia di altri pendolari, mi avvio verso la lunga fila che conduce all’unica scala funzionante, tra l’altro larga un metro e venti, del binario più affollato della stazione di Monza.

Sui pannelli la situazione è la seguente: molti treni cancellati (specialmente nella frequentatissima linea suburbana Albairate-Saronno), altri in ritardo superiore alla mezzora, ed alcuni, in realtà solo le lunghe tratte, in leggero ritardo. Mentre cerco di fare una previsione approssimativa dell’ora in cui arriverò a casa è un messaggio sonoro che svela il mistero della situazione paradossale “ A causa di un guasto al sistema informatico dei turni del personale, i treni potrebbero subire ritardi e cancellazioni, Trenord si scusa per il disagio”. Panico e paura. I minuti passano ed è un continuo via-vai di gente, ritardi annunciati e una folla da stadio al di sotto dei cartelli luminosi. Nel trambusto c’è pure un immigrato che bestemmia ad alta voce scatenando le reazioni di disprezzo di molti adulti in sala d’aspetto. Con il viso rivolto verso i malcapitati mi viene pure da sorridere perché tutto ciò non ha senso! I minuti passano e dopo poco capisco che quei treni dal “ritardo previsto” in continuo aumento non arriveranno mai perché in realtà dal capolinea non sono mai partiti. In più sembra che oltre al sistema dei turni del personale sia andato a quel paese anche la connessione tra una stazione e l’altra perché i treni in arrivo vengono annunciati solo all’ultimo, senza preavviso sui pannelli luminosi e in corrispondenza di binari che ovviamente non corrispondono ai soliti.
L’attesa diventa logorante sia per la totale assenza di certezze di treni realmente in arrivo sia per il freddo che si fa sentire sempre di più. Attendere notizie rassicuranti in sala di aspetto? Niente affatto signori: Monza non ha una vera (e calda) sala d’aspetto e gli annunci poco preventivi rischierebbero seriamente di far perdere gli unici treni in circolazione. Aspetto impazientemente sul binario e le 19 sono già passate da parecchio; così decido di tornare dentro la stazione per vedere meglio come va la situazione. Resto con gli occhi puntati sul pannello: i vari treni per Bergamo sono tutti segnalati in ritardi che via via aumentano. Improvvisamente accade ciò che temevo “In arrivo il treno per Bergamo sul binario 4”. Il sangue mi si gela, corro, supero gente, corro più forte, siamo in tanti a correre verso quella maledetta e stretta scala che conduce in superficie. C’è coda, tanta coda, nel frattempo il treno è arrivato pieno zeppo come un carro da bestiame. Un giovane mi spinge, urto un anziano, l’anziano se la prende con me, lo lascio cordialmente passare scusandomi, il controllore fischia, si stanno per chiudere le porte. In realtà le  porte non si chiudono: c’è troppa gente, e ci credo, su questo treno ci sono tutti i pendolari che normalmente si spalmano su almeno 3/4 corse diverse!! In qualche modo mi infilo nel vano della prima carrozza, il controllore, di fianco a me, riesce a chiudere le porte, si parte! Gli sguardi della gente sono diversi, c’è chi ride, c’è chi piange e c’è anche una ragazza che ha il coraggio di fare quello che tutti vorremo azzardare: con il sorriso tra le labbra chiede al capotreno “oggi i biglietti non li controlla?”.

Il ritorno a Bergamo è lento, scomodo ed affamato. Man mano che si procede rimangono seduti soltanto “i reduci”, ovvero i pendolari bergamaschi che si fanno tutta la corsa fino al capolinea. Piano piano si arriva a destinazione, finalmente siamo a Ponte San Pietro! Come un soldato che ritorna in patria scendo dal convoglio e mi avvio gioiosamente verso la mia bicicletta, che dopo anni di onorato servizio, anche questa sera mi conduce fedelmente a casa.

Martedì 11/12/2012, stessa storia, stesso protagonista, stessa ambientazione. In stazione incontro un amico e gli racconto gli aneddoti del giorno prima, lui dal canto suo mi avvisa che è quasi 40 minuti che aspetta un treno utile. Dopo averne aspettati quasi altrettanti arriva un convoglio per Milano, manco a dirlo, pieno come lo stomaco dopo un pranzo di Natale. Arrivato a Monza mi aspetta una decisione importante: scendere e aspettare la coincidenza o rimanere sul treno e farsi a piedi fino in ufficio? La scelta è purtroppo dettata da un piccolo inconveniente: scendere è impossibile, ci sono troppe persone sul vagone, l’unica via di fuga resterebbe il finestrino. Arriverò in ufficio che è quasi l’ora di pranzo; in compenso ho scattato un paio di foto alla recentissima e appena inaugurata piazza in zona Porta Nuova.

La nuova piazza in zona Porta Nuova, appena di fronte la stazione di Milano Porta Garibaldi
Avendo imparato come funziona il gioco decido di farmi furbo almeno per il viaggio di ritorno. Tramite il sito my-link tengo costantemente controllati in treni in partenza lungo la via Carnate per cercare di capire come procede la situazione. Il bilancio è da bollettino di guerra: ritardi oltre l’ora, cancellazioni, treni non partiti e mai arrivati. Verso le 18.30 decido che è giunto il momento di recarsi in stazione per vedere di persona se c’è la possibilità di ritornare alla propria casa. Per non ripetere l’errore del giorno prima, in cui oltre ad aver atteso invano e al freddo rischiavo pure di rimanere giù come un fesso, mi reco direttamente alla stazione di Porta Garibaldi attraversando piazza Repubblica e Viale Gioia.
In una ventina di minuti sono al capolinea e qui sono costretto a constatare che la situazione è ancor più tragica del giorno precedente: sono le 18.55 e dalle 16 circa non è partito neanche un treno per Bergamo. Nell’attesa torno in piazza Porta Nuova a scattare un altro po’ di foto e rientro velocemente in stazione per dare un occhio alla situazione. Mentre decido di mettermi in coda alla biglietteria per chiedere se i treni della Via Treviglio che partono da Centrale sono regolarmente in circolazione il mio sguardo cade su di un piccolo pannello che riporta i treni in partenza: all’ultimo posto della lunga trafila è comparso un “Bergamo, 19.31, binario 18”. Guardo l’orologio, sono le 19.25. I treni in ritardo ed in stato di cancellazione sono tantissimi, questo fa si che restino in coda nel pannelli luminosi e non possano cedere il posto a quelli che invece partiranno in orario. Alle 19.28 sono comodamente seduto sul sedile del treno che, ironia della sorte, è deserto. Alle 19.29 finalmente arriva l’annuncio “in partenza il treno per Bergamo al binario 18”, aspetto un ventina di secondi è poi è il boato: un fiume assordante di persone assale il convoglio e in poco più di un minuto non c’è posto più per nessuno. Il treno partirà regolarmente e sarà di arrivo a Bergamo con una buona mezzora di ritardo: alle 21 circa rientro a casa e mi tuffo in tavola dove anche oggi mi aspetta un dolce pasto riscaldato.


Mercoledì 12/12/12 stessa storia. Il guasto al software non è stato ancora riparato, d’altronde non si può imporre a migliaia di dipendenti un cambiamento repentino di turni da un giorno all’altro. Il risultato è una terza giornata tragica, paradossale ed incredibile. All’andata riesco in qualche modo a cavarmela con solo una mezzoretta di ritardo: è andata ancora bene! Al ritorno ripeto lo stesso giochetto del giorno precedente, tengo d’occhio my-link e vedo come va la situazione. Passate le 17.30 decido di recarmi in Centrale per prendere la coincidenza a Monza e nel caso non ci fossero treni utili per Bergamo proseguirò per Lecco dove un amico di Cisano si è gentilmente offerto di ospitarmi per cena. Sto per salire sul sicuro regionale diretto a Tirano quando il mio animo è tentato da un convoglio sulla mia destra: un nuovissimo treno è parcheggiato con di fianco la scritta “Bergamo-Via Treviglio”. Ci penso un attimo: che fare? Chiamo velocemente mio padre, il quale prontamente mi risponde che si, mi può dare uno strappo dalla stazione di Bergamo fino a casa! Non ci penso due volte, salgo e in 48 minuti spaccati sono di nuovo nella mia cara Bergamo (quando si dice nascere sulla direttrice sbagliata!!).

Giovedì 13/12/12 mi sveglio, colazione, mi cambio ed esco al solito orario. Non trovo la mia bici, dove sarà finita? Che sbadato……l’ho lasciata in stazione ieri sera! Niente da fare, il treno è perso (sempre che un treno ci sia). No, non mollo, inizio a correre e sudato più che mai riesco a salire sul 9.01, in realtà in ritardo dei classici 5 minuti. Non sapendo se ci sarà la coincidenza a Monza mi reco di nuovo a Porta Garibaldi e, come nei giorni precedenti, cammino a passo spedito prima di raggiungere l’ufficio in poco meno di mezzora. Dopo quattro giorni di disagi qualche segno di miglioramento c’è: almeno negli orari di punta Trenord sembra aver capito che è meglio organizzarsi a dovere. Così, senza troppi problemi, arrivo a casa incredibilmente in orario! Finalmente posso ritenermi soddisfatto.

Venerdì 14/12/12 ho imparato che i sogni durano poco e che come ricordata giustamente Trappattoni “non dire gatto finché non c’è l’hai nel sacco!”. Mi sveglio con 10/15 centimetri di neve, bene! Anche oggi niente treni! In realtà faccio lo stesso un salto in stazione nella speranza che qualche impavido macchinista se la senta di affrontare la spessa coltre bianca! Nient’affatto, oggi a Milano non ci sia arriva! Sconsolato ma felice per la bella imbiancata torno a casa e inizio a buttar giù due righe su quello che è accaduto durante questa settimana. Ne uscirà un diario dal titolo “La settimana del disagio”, appunti di uno scandalo tutto lombardo.

Dulcis in fundo: ecco cosa è successo durante il week-end . Della serie “Oltre al danno, anche la beffa”.

Lascio trarre le conclusioni  di questi aneddoti ai lettori. Aggiungo solo che in Tv, alla radio e sulla rete è un continuo pubblicizzare treni ad alta velocità e linee Express. Del 90% (se non di più) dei pendolari a nessuno importa, tanto altre soluzioni, questi poveracci, non le hanno. E IO PAGO

1 commento:

Josi ha detto...

bravo cesko... certo che a nascere sulla direttice sbagliata... La settimana per me non è stata così tragica, io salgo a centrale e scendo a calolzio, sono uno dei signori del diretto....
comunque in 25 anni di pendolarismo ne ho viste di cotte e di crude...

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