di Edoardo Marcarini
Ci si rende conto parlando con la stragrande maggioranza delle persone che ci stanno attorno che gli italiani di geografia sanno poco o niente. Non si parla di conoscere le informazioni di base di tutti gli stati di tutto il mondo, neppure di quelli europei, già parlando di regioni italiane la confusione serpeggia, nascono i dubbi, e di punto in bianco la Calabria s'è scambiata con la Puglia.
Essere uomini di mondo oggi, se ne fa un gran parlare, in una società cosmopolita è essenziale, sia per un ricco proprietario di multinazionali per scegliere dove delocalizzare per ottenere maggiori vantaggi, sia per il piccolo viaggiatore che deve prendere la giusta uscita in autostrada, e conoscere almeno un po' come sia diviso il nostro pianetucolo è il primo gradino. Possiamo dividere l'evoluzione verso la conoscenza in vari livelli:
Livello 1, scimmia antropomorfa: Conosce provincia e regione di appartenenza, sa raggiunge il baretto, il comune, la chiesa e lo stadio con facilità, la capitale è Roma, almeno gli pare. Ogni domanda su stati esteri genera nel soggetto espressioni perplesse e mugugni animaleschi.
Livello 2.0, homo poco habilis: Conosce tutto dei grandi stati europei (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito), talvolta addirittura la forma di governo, tutto ciò che sta a est è Russia, dell'Africa non gli importa tanto "sono tutti negri".
Livello 2.1, homo abbastanza habilis: Non confonde più Slovenia e Slovacchia, la Norvegia non deraglia più in Finlandia, la Svizzera non è nell'UE e conosce i grandi fiumi che solcano l'Europa. Gli Stati Uniti sono una confederazione di 50 stati e gli asiatici non sono "tutti cinesi", purtroppo è convinto che con l'euro si possa pagare da Manzanarre al Reno.
Livello 3, homo erectus (scoperta del mappamondo): Si classifica a livello medio nelle gare di "chi conosce più capitali", ma punta tutto su quelle tre strambe che si ricorda (nel mio caso quelle di Bangladesh, Trinidad de Tobago e Kirzikistan). L'America Centrale è un grande minestrone dei cui stati è impossibile stabilire l'esatta ubicazione, Messico a parte. Grossa difficoltà con le isole.
Livello 4, homo orientatus: Arriva a conoscere addirittura le bandiere (ce ne sono alcune per altro davvero assurde) e le lingue ufficiali dei veri stati. Europa, Americhe ed Asia sono ormai come le tabelline, eccezion fatta per tutti quei "blablakistan" di recente formazione e dai nomi tutti simili.
Livello 5, homo orientatus orientatus: Forma di governo, moneta, morfologia, idrologia, religioni e stati confinanti. Livello raggiunto da un infinitesimo della popolazione.
Livello "non plus ultra", geografo: E' ormai più Tom-tom che umano.
Non ci si aspetta certo di scendere nei più svariati dettagli geografici, ma due paroline almeno su quella porzione di globo che ci ospita bisogna saperle spendere. E un minimo di conoscenza sugli stati esteri, è sufficiente sapere dove si trovino, la si può facilmente acquisire, giusto per sapere di che si parla nei telegiornali.
Ovvio è che se la geografia rientra nella classifica degli "inutili e dimenticati" dalla scuola italiana a pari merito con diritto o musica, non c'è poi da stupirsi degli effetti sulla popolazione.
Per altro stiamo riducendo la conoscenza geografica a mero nozionismo riguardo ai confini tracciati da qualche vecchio condottiero o colonizzatore anni fa, ma c'è molto di più. La conoscenza del clima, della conformazione del territorio, i colori, la flora, la fauna, il rapportarsi dell'uomo con le più aride zone desertiche e ghiacci antartici... La geografia è un contatto, il soggetto siamo noi legati a ciò che ci circonda.
Abbiamo un computer, mappe, strade e cartine, memorizzare è facile, informarsi è utile, facile e nemmeno troppo faticoso, non abbiamo scuse.
Torno al mio atlante, adieu!
1 commento:
Fantastico Eddi! vado a studiarmi i vari balblakistan (tanto è inutile, non me li ricorderò MAI)
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