-

giovedì 13 dicembre 2012

Lib(e)riamoci!

 di Miriam Bonalumi

“Dunque gli italiani - da sempre lo sappiamo - non sono grandi lettori, ma quest’anno per la prima volta fanno segnare un record veramente negativo: meno della metà degli italiani legge almeno un libro all’anno, con un calo del 6,5 % rispetto soltanto all’anno scorso, e pare che sia l’effetto pesante della crisi sui consumi, in questo caso sui consumi di cultura”.

 Tg3 delle 19, Domenica 9 Dicembre 2012


La mano sul telecomando si irrigidisce, le orecchie giacciono tramortite, incredule, gli occhi roteano alla ricerca di un approdo visivo alternativo allo schermo.
 Per un secondo sogno di essere "Matilda sei Mitica"  ed incenerire la televisione, senza preoccuparmi mai più di sostituirla.
Vorrei sollevare la lunga libreria sgangherata del mio corridoio e scaricarla di peso sull'intera redazione del Tg3, con tanto di tonfo finale.

Ma non lo faccio.
Voglio essere propositiva.

"Caro Tg3,  Caro Italiano che Guardi il Tg3...

 C'erano una volta le BIBLIOTECHE COMUNALI. Esse traboccavano di libri, ce n'erano così tanti che tramite un Decreto Legge di un Insigne Governo milioni di esemplari di diverse specie di roditori (100% italiani) furono addestrate per consumare a suon di silenziose rosicchiate i volumi delle sezioni letterarie meno richieste (le prime, misteriose perdite furono riscontrate nella sezione "Lituano per sordomuti", "Tutto quello che avreste voluto sapere sul vostro telegrafo" e "Come si compila la constatazione amichevole")
Con una piccola tesserina numerata, chiunque poteva accedere al proprio "sistema bibliotecario provinciale" di riferimento, tramite il bibliotecario o tramite Internet.
Un Bancomat comunitario, illimitato, di altissimo spessore culturale, di una potenzialità disarmante.

 Ma la gente era avida, non gli bastava un mese: volevano trascorrere la vita con i libri, annusarli, assaggiarli, farli propri, piegarli senza pensare allo sguardo severo della bibliotecaria, vantarsi sul treno di tenere tra le mani un'opera sprovvista di istituzional bollino.

 D'altro canto, c'erano una volta i MERCATINI DEL LIBRO.
Sorti in grotte, piazze fatiscenti e vecchie fogne/sottopassaggi in disuso, queste fricchettonissime fiere del sapere di seconda mano (si dice, segretamente gestite dal Partito Comunista Cinese),offrivano letteratura di ogni tipo a prezzi oscillanti tra i 50 centesimi di Euro e i 7 Euro. Si tramanda che, con 2 Euro di sovvrapprezzo, in un mercatino abusivo situato presso le Antiche Terme di Caracalla a Roma, fosse possibile acquistare insieme all'opera l'autore (se morto, 1 Euro aggiuntivo per il trasporto).

 C'erano una volta anche i LIBRI PRESTATI.
Essi si distinguevano in libri prestati mai letti e libri prestati mai restituiti.Se ne conoscono tuttora diverse copie situate nella casa di ogni italiano medio, e il 40% di questa specie di libri è rappresentato da uno dei 7 volumi della saga di Harry Potter. Ogni italiano che si reputasse medio negava e ancora nega di aver mai compiuto questa birichinata, ma i dati parlano chiaro.

Ma le epidemie incombevano, la gente aveva paura, per strada si scivolava in gigantesche pozze di Amuchina, e i Mercatini del libro venivano progressivamente chiusi dalle Asl.

C'erano, questa volta, LE EDIZIONI ECONOMICHE DEI LIBRI.
Con pochi euro, oltre a contribuire al sostentamento di poverissimi autori come Alessandro Baricco o Bono degli U2, le persone potevano comprare un libro che era stato stampato per loro, profumato e pulitissimo, pronto per essere letto e appoggiato, icona di sapienza.

C'era una volta un popolo intelligente, che aveva avuto la possibilità di istruirsi, prima di imparare a leggere e poi di imparare la bellezza del leggere.
Era un popolo un pò sfortunato, forse meno furbo di quanto dicevano, ma aveva capito che anche senza soldi, con poco tempo, con poco lavoro, uno spazio per i libri, per la lettura, avrebbe sempre fatto bene, come mezzo bicchiere di vino, come una passeggiata all'aria aperta."

"Forse ci si è proprio svuotato il cervello." fa notare l'unica donna intervistata nel servizio di Tg3 con un minimo di senso critico. Forse, o forse ce l'hanno svuotato a suon di crisi.

3 commenti:

Sara L ha detto...

Forse... ma rimango del parere, a dispetto del bellissimo articolo, che a te il libro "come compilare una constatazione amichevole" non farebbe che bene! anzi vado a farmi prestare una edizione economica dal mio amico che vende libri usati e me la dimentico da te per il tuo compleanno!

la saggia furbizia dei vecchi ha detto...

... io ho un sistema mordi e fuggi(niente di nuovo) che mi consente di sbirciare le novità senza acquisto. Mi piazzo in libreria e faccio passare i libri che mi interessano con rapida lettura scheda, autore, inizio fine metà, qualche psssaggio a caso qua e là che mi dà l'idea della possibilità di lettura e della appetibilità della cosa, per poi decidere se vale la pena chiedere il testo in biblioteca per poi leggerlo in santa pace...Farò acquisti-libri nello standard commerciale di un libro l'anno, ma certo ne leggo molti più di uno intero, e molti molti di più ...a flash

Anonimo ha detto...

il sabato mattina (unica possibilità per un lavorator-pendolare di trenord come me) un passaggio in biblioteca, sotto il comune, cercando di sfuggire al caffè offerto dal sindaco, ma prima (o dopo) il caffè che ci prepara al weekend...
un'occhiata alla vetrina delle novità, con titoli sempre un po' strani, e poi un passaggio più lungo nelle stanze dietro, dove soggiornano i classici italiani e non. I testi in inglese mi chiamano, ma sanno che non riesco a reggere più di tanto (portarsi dietro sia il libro che il vocabolario pesa), mentre quelli (pochi) in spagnolo sono molto più tentatori (muy picarescos...) e finisco col mettere sul banco della bibliotecaria almeno tre volumi. "Andrea, già ne hai uno a casa, sai che più di due non si può". E quindi via al voto di scambio con il resto della famiglia, "se tu riporti quello, che è una noia mortale, io posso leggermi questo".. piccole strategie per un divoratore di libri

Recenti