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venerdì 14 dicembre 2012

Disservizi, all'italiana?

Dreyfus scrive:

Il numero unico 112, il numero del futuro….o del passato (pardon, sono un patito di “ritorno al futuro”) Finalmente, come tutti saprete, è iniziata nel mese di Ottobre, la sperimentazione anche in provincia di Bergamo del NUE: il numero unico europeo (o numero unico per le emergenze), insomma: un numero telefonico che, se contattato, darà aiuto in merito a qualsiasi tipo di intervento pubblico di emergenza; Carabinieri, Polizia, Polizia Locale, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Penitenziaria (ebbene sì, anche la Polizia Penitenziaria aveva un numero breve: il 1544…SAPEVATELO!) Vigili del Fuoco, Soccorso Sanitario, Protezione Civile.

Bellissimo: in ogni paese dell’UE si ha un numero che si può contattare..andando all’estero non ci si dovrà più informare come un tempo su “che numero chiamare??” perché chiameremo il numero di casa nostra!
Intendiamoci, quello del numero unico è stato un parto parecchio lungo, iniziato nel 1972, quando la CEPT (Conferenza Europea delle amministrazioni delle Poste e Telecomunicazioni), in un’Unione ancora primitiva, “consigliava”, tramite una raccomandazione, ai paesi aderenti alla conferenza, di dedicare questa numerazione breve alle richieste di chiamate di emergenza. L’UE nel 2004 ha preso una decisione impositiva tramite una direttiva: tutti i paesi dell’Unione, entro il 2008 avrebbero dovuto adeguarsi, assegnando il solo numero unico 112 per le chiamate di emergenza.


I paesi dell’Unione si sono naturalmente adeguati (in realtà si erano adeguati già parecchio tempo prima per la stragrande maggioranza dei casi). Tutti? Quasi! l’Italia ne è rimasta fuori e per questo ha pagato pesanti sanzioni a partire dal 2009.
La soluzione per evitare queste sanzioni?niente di più facile: adeguarsi!
E l’Italia l’ha fatto, oh se l’ha fatto: ha pensato bene di attivare il NUE112 in sperimentazione per la sola provincia di Varese, interrompendo l’orda di sanzioni che l’UE le comminava (con un trucchetto che di fatto, manteneva il numero unico soltanto in una ristretta parte di una regione del paese).
Però le cose oggi stanno cambiando, c’è vento di cambiamento, si sente, è palpabile nell’aria. Infatti la sperimentazione si è estesa anche a Bergamo e provincia dal mese di ottobre 2012 come dicevamo sopra e presto si estenderà a tutta la Lombardia.
- “Felici e contenti adesso, rompiballe?”
- “Non proprio.”
- “Perché?”
Per scoprire perché i rompiballe non sono contenti basta fare il paragone tra il NUE112 in un paese come la Germania e il NUE112 in Italia;
In un paese come la Germania c’è una sala operativa competente territorialmente, in contatto radio con Polizia, Vigili del Fuoco, Ambulanze (sì, in Germania esiste solo una polizia, non sette come in Italia…ma di questo prima o poi ne parleremo!) e naturalmente in contatto con il cittadino che chiama. Il cittadino chiama dunque, spiega il problema, spiega dove è (i sistemi individuano comunque la zona da cui è stata fatta la chiamata) e l’operatore che ha risposto, direttamente, chiama via radio chi interverrà.
In Italia invece il sistema è questo: C’è una sala operativa, competente territorialmente (anche per Bergamo oggi è a Varese), con persone che rispondono e una lista di numeri lunga lunga lunga al loro fianco. Il Cittadino chiama, spiega brevemente di cosa ha bisogno. A questo punto il centralinista del 112 (di Varese) passa la chiamata alla centrale operativa del territorio: hai bisogno dei carabinieri? Ti passa chi rispondeva prima che entrasse in vigore il 112 unico (quella famosa lista di cui parlavamo è “l’elenco telefonico” dei vari comandi competenti), ovvero la sala operativa del NORM dei Carabinieri (il nucleo di pronto intervento per intenderci), che poi a sua volta la passa via radio all'auto che è più vicina al luogo dell’intervento.
Hai bisogno di una ambulanza? Chiama il 112, il 112 chiamerà chi prima rispondeva al 118 (ovvero la sala operativa che solitamente si trova all'interno dell’ospedale della città) che a sua volta contatta telefonicamente l’ambulanza più vicina territorialmente.
In sostanza, l’imposizione dell’UE, ha creato un disservizi: già, perché se prima il passaggio era unico, ora i passaggi per la richiesta di emergenza sono due (al minimo, perché se la sala operativa del NUE chiama un comando territorialmente incompetente c’è anche il terzo) e la prima telefonata quasi non ha senso (personalmente mi è capitato di chiamare una volta il 112 e mi è stato risposto “di chi ha bisogno?”).
Per l’ennesima volta, anche su servizi che lo Stato dovrebbe garantire al massimo dell’efficienza, si è trovata la classica “gabola”, che con poca spesa, aumentando l’occupazione del comparto sicurezza/pubblica amministrazione (come se non ci lavorassero già abbastanza persone) è riuscita a eliminare sì le pesanti sanzioni che l’UE comminava, ma il servizio è migliorato? Aumentando un passaggio?
C’est Italie!

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