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lunedì 4 marzo 2013

Debiti?

di Andrea Fasolini
Il tema del peso del debito pubblico sul bilancio dello stato è sempre più spesso presente all'interno del dibattito politico. Secondo molti, l'Italia non è in grado di seguire le politiche economiche dettate dall'Europa, caratterizzate dal raggiungimento del pareggio di bilancio e dall'abbattimento graduale del debito pubblico.
Ormai da tempo sentiamo ripeterci che il debito pubblico è frutto di una congiura internazionale, e che diminuirne l'entità, in un periodo di recessione economica, sarebbe impossibile, senza demolire il welfare nostrano.
Quindi, secondo questi individui, destinare, come facciamo da decenni, il 2,5% del Pil in sussidi ad aziende parassitarie come Poste Italiane,Trenitalia e Rai difenderebbe i diritti sociali?
Investiamo, pro studente, più risorse della media OCSE in istruzione pubblica. Peccato che il 99% di tali fondi è assorbito dagli stipendi del personale.

Secondo una recente inchiesta, se ogni regione italiana spendesse per la propira sanità l'equivalente di quanto spendono Veneto e Lombardia, lo stato risparmierebbe quaranta miliardi di euro l'anno.
Il Belgio circa trenta anni fa vantava un debito pubblico pari al 137% del Pil, maggiore di quello itliano. Grazie ad una seria revisione della spesa pubblica, sono riusciti a riportarlo sotto la quota dell' 80%.
Quindi, quello che questi signori, sostenitori del debito insostenibile, vanno predicando è che nel paese dove abbiamo concesso pensioni con solo 19 anni di contributi, con pensione mensile calibrata sull'ultima busta paga, dove abbiamo più ammiragli degli Stati Uniti, dove le 40,000 le guardie forestali siculo-calabresi sono superiori a quelle canadesi, dove esistono ancora oggi gli ordini professionali, dove abbiamo speso 7 miliardi di euro di fondi europei, solo negli ultimi dieci anni, per la “costruzione” della Salerno-Reggio Calabria, dove esisitono enti pubblici inutili ed inesistenti negli altri paesi europei( vedi province, camere di commercio, comuni sotto i cinquemila abitanti ecc... ), sarebbe impossibile dimunire la spesa, per non rischiare di inasprire ulteriormente la recessione.

La Svezia negli ultimi anni ha tagliato diciotto punti di spesa pubblica, ha riformato il mercato del lavoro e snellito la burocrazia, e guarda caso oggi cresce molto più di prima. Sveglia italiani...

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