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giovedì 7 marzo 2013

La "dura" legge del blog

di Miriam Bonalumi

  "Oh no, sei in una magnifica posizione:

 non puoi scendere più in basso di così, puoi soltanto salire!"

(Mago Merlino, "La spada nella roccia") 



Fiera posizione eretta, sull'attenti: stavolta pubblico qualcosa di degno.
Tutti i buoni propositi del mondo, ma la schiena scivola progressivamente, perde ogni contatto con la rigida compostezza della sedia.

  Inesorabile situazione.
Il corpo s'avvicina al gelido pavimento, come un triste blocco di marmellata spalmato su un panino surgelato.

Un obiettivo ambizioso, quello originario di "Spogliatevi": pubblicare ogni giorno.

Comunicare ogni giorno qualcosa di nuovo, bellissimo ma non scontato.

Penso con un sorriso al lungo percorso compiuto da quella prima "riunione costituente", simile a un'allegra festicciola.
Tra le innumerevoli conquiste, ne cito solo alcune di particolar pregio, o quantomeno di personale esaltazione:



- gli adesivi personalizzati super-resistenti affissi persino nei servizi igienici dell'Università di Pavia;

- la quantità crescente di lettori e fans, anche se il dubbio che i "mi piace" e sopprattutto gli "eccezionale" siano unicamente pigiati da mamme-papà e fidanzati-e ammiratori segreti rimane un nodo difficilmente districabile;

- una mole di articoli per ogni referente settimanale che, nel giro di un lustro, potrebbe suggerire l'iscrizione all'albo dei blogger pubblicisti (se solo esistesse.);

- ideazione teorica e pratica di una serie di partecipati incontri dedicati alla Cittadinanza, dall'esito (finora) veramente positivo;

- la franca soddisfazione di esclamare, con un tono di superiore atarassìa: "Sì, tengo un blog, con degli amici...parliamo di un pò di tutto...";

- la consapevolezza di aver documentato ed impresso tracce della propria esistenza, cercando di comunicarle nel miglior modo possibile ad altri;

- le numerose collaborazioni nate con amici, conoscenti o perfetti sconosciuti, con la nascita di preziosi articoli inediti e interviste.

Riprendo una posizione umana, la schiena sente il rassicurante contatto con il legno dello schienale: missione compiuta?


1 commento:

Irina Gennaro ha detto...

Che sarebbe la nostra riflessione critica, se non fosse capace di esercitarsi sul nostro stesso pensiero, sulle nostre scelte e azioni?

Bellissimo l'entusiasmo iniziale, meraviglioso l'obiettivo che vi siete posti. Se col tempo vi siete accorti che non ci state dentro non vuol certo dire che lo abbiate tradito, o che non siate all'altezza del compito.

Piedi per terra e pensiero positivo. Ciò che è stato fatto è davvero notevole e ha convogliato le energie di tante persone. La mente lavora tutto il giorno, tutti i giorni, più o meno nobilmente. Non sempre il suo contenuto può prendere il sentiero delle parole o di un blog, ma va declinato negli studi, nelle relazioni, negli hobby. Vale per voi, vale anche per noi che vi leggiamo. A posto così.

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