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martedì 23 aprile 2013

E gli altri?

di Edoardo Marcarini

La ventennale barzelletta Berlusconi ci ha insegnato a dare un'occhiata, per avere coscienza di come siam visti, alle descrizioni riportate sulle maggiori testate straniere riguardo la nostra politica. Ecco come "gli altri" hanno preso "l'inciucio Napolitano":

The Economist: il settimanale inglese di stampo conservatore intitola l'articolo "The old guard is back in charge".
      
"Il ritorno della vecchia guardia è notevole e allo stesso tempo difficile da credere"

"L’insistenza sul ritorno di Napolitano è allo stesso tempo una straordinaria ammissione di sconfitta e un altrettanto importante atto di sfida. Sopraggiunge contro uno scenario di una fortissima richiesta di nuovi volti e nuove politiche da parte delle generazioni più giovani di italiani che vogliono una politica meno oppressa dalla dominazione dei partiti onnipotenti del paese."

"Questo lacerante ballottaggio presidenziale ha ri-disegnato, più crudelmente che mai, le linee della battaglia politica in Italia. Una volta, queste correvano tra destra e sinistra. Oggi, queste stesse linee separano il vecchio e stanco, dal giovane e nuovo. Ma per il futuro prossimo, il vecchio e stanco è saldo al controllo."


Le Figaro: uno dei quotidiani più letti in Francia scrive "Giorgio Napolitano, ultime recours d'une Italie dans l'impasse" riportando più aspramente l'accaduto.

"Un partito democratico decapitato. Un Presidente della Repubblica di 88 anni che si impegna a prolungare la sua permanenza al Quirinale «per senso di responsabilità verso la nazione», lo spettro delle elezioni anticipate nel mese di giugno che sembra allontanarsi e Silvio Berlusconi che gongola, in quanto chiaro vincitore della prova di forza con la sinistra."


El Pais: il quotidiano spagnolo scrive "Los partidos tradicionales reeligen a Napolitano presidente de Italia",con una conclusione parecchio amara.
"Al di là delle analisi politiche o della capacità di Grillo di enfatizzare il patto trasversale tra acerrimi nemici, le lacrime di Bersani e il grande sorriso di Berlusconi mettono bene in chiaro chi è che perde e chi è che vince, ancora una volta, nell’eterno imbroglio della politica italiana."


A voi le conclusioni

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