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sabato 13 aprile 2013

LA PRIMA VERA PRIMAVERA

di Sara L.

Sabato mattina, suona la sveglia: ore 10.00. Mi rigiro nel letto pensando che non vale la pena alzarsi, tanto con il tempo che c'è fare la lavatrice per impedire che i panni sporchi della mia cesta, ignorati da giorni, chiedano asilo in una lavanderia a gettoni è assolutamente inutile.
Faticosamente alzo una palpebra, con l'immagine mentale degli omini dentro di me che uniscono le forze per compiere questo sforzo, in stile "Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere". Due pensieri mi folgorano in quell'istante, in rapida successione: 
  1. c'è mediamente più luce del solito
  2. ciò non può essere dovuto solamente all'ora tarda.

Poco dopo mi alzo, vado alla finestra carica di speranza: in cortile c'è un gatto, acciambellato sul cofano della macchina. Alza il musetto per vedere che c'è e, presupponendo che i gatti siano dotati di un minimo di empatia, mi osserva sornione condividendo con me la soddisfazione di una giornata di sole splendente dopo settimane di pioggia.

E allora parliamoci chiaro, cari lettori: con una giornata così, che chiama tutte le cellule del mio corpo a mettersi in relazione con il fissatore universale di vitamina D, l'adorato segno tangibile del benvolere di Apollo, il disco giallo che oggi diventerà sempre più giallo... ditemi voi: si può rimanere al pc a lambiccarsi il cervello per scrivere un articolo per questo pregevolissimo blog? Posso forse inquietare i vostri animi con l'analisi di dati sulla dispersione scolastica o l'osservazione dei risultati del conclave dei dieci saggi? No, vero? Bene, allora vado a mettermi le scarpe e a recuperare la bici in garage: questa giornata è troppo preziosa per passare un minuto di più tra quattro mura!


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