Scopri chi sarà il nuovo Presidente della Repubblica Italianica, e con il televoto puoi votare da casa!
di Francesco Mancin
Ci sarebbe sì voluto allora lo streaming, e forse la sensazione di controllo non avrebbe permesso comportamenti pre-adolescenziali.
Ma, se per caso, la Carrà avesse accettato la nomina?
Fuor di metafora, scusate il vile ed improprio accostamento di vicende sicuramente non altrettanto importanti e di nomi ovviamente diversamente illustri. Credo che tanto di illustre ci sia nella professionalità e nella attenzione di Milena Gabanelli, quanto nell’operosità di Gino Strada. Personaggi oggettivamente (non c’è confutazione che regga!) speciali, quasi eroici. Personaggi da Epica moderna.
Ma, a poche ore dal voto, a pochi minuti dalla formale rinuncia della Gabanelli (la lettera al Corriere) e di Strada, ora che il “pericolo” sembra allontanato, ora è tempo di chiedersi se il gesto fu giusto.
Personalmente credo che tutti i nomi proposti dal Movimento 5 Stelle potessero ricucire lo strappo che i “grillini” aperto con una parte, ahimè esigua, degli elettori che non credono a Grillo ma almeno alla sua ragionevolezza. Tutti i nomi meno quello di Grillo, che essendo il titolare effettivo del M5S non può ambire ad essere figura di raccordo e concordia, e nemmeno quello del giudice Imposimato, caro vecchiardo del programma Forum fiero del fatto di “non lavorare per Berlusconi ma per Mediaset”.
Detto ciò, francamente non trovo le parole per esprimere la ridicolezza delle c.d. “Quirinarie”.
Fermo restando che il M5S ha sempre osteggiato ogni riforma che andasse nella direzione del semi-presidenzialismo o simili, ironici si dimostrano i tentativi di riportare al “popolo” la possibilità di votare il suo presidente.
Ironiche le dimensioni stesse dell’elettorato attivo: gli iscritti al Blog al Dicembre 2012 (comprendendo quindi anche coloro che non si sono ricordati per tempo di digitalizzare i documenti per votare), si contano in circa 48 mila elettori. Insomma, come scriveva Blitz, quotidiano online, altro che Popolo, altro che “popolo del web” un misero villaggio del web. Un club bello grosso.
E si badi, con questi presupposti non si può permettersi di fare gli sbruffoni con il ritornello del “ lo hanno scelto gli otto milioni di elettori che ci hanno votato”.
Ma la grande contraddizione è la più nascosta: si fonda un movimento sulla libertà di opinione e di stampa, si produce un gran sottobosco di circoli, di menti più o meno indaffarate e pensanti, si sciorinano conoscenze costituzionali e poi, quando veramente il divieto di mandato imperativo dovrebbe trovare massima consacrazione come nel caso della scelta del Presidente della Repubblica (art. 67 della Costituzione) , si ammanettano i propri onorevoli, che, streamingfobici, si nascondono nell’ipocrita frase di circostanza “noi non deludiamo i nostri elettori”.
Ma, se per caso, la Carrà avesse accettato la nomina?
Fuor di metafora, scusate il vile ed improprio accostamento di vicende sicuramente non altrettanto importanti e di nomi ovviamente diversamente illustri. Credo che tanto di illustre ci sia nella professionalità e nella attenzione di Milena Gabanelli, quanto nell’operosità di Gino Strada. Personaggi oggettivamente (non c’è confutazione che regga!) speciali, quasi eroici. Personaggi da Epica moderna.
Ma, a poche ore dal voto, a pochi minuti dalla formale rinuncia della Gabanelli (la lettera al Corriere) e di Strada, ora che il “pericolo” sembra allontanato, ora è tempo di chiedersi se il gesto fu giusto.
Personalmente credo che tutti i nomi proposti dal Movimento 5 Stelle potessero ricucire lo strappo che i “grillini” aperto con una parte, ahimè esigua, degli elettori che non credono a Grillo ma almeno alla sua ragionevolezza. Tutti i nomi meno quello di Grillo, che essendo il titolare effettivo del M5S non può ambire ad essere figura di raccordo e concordia, e nemmeno quello del giudice Imposimato, caro vecchiardo del programma Forum fiero del fatto di “non lavorare per Berlusconi ma per Mediaset”.
Detto ciò, francamente non trovo le parole per esprimere la ridicolezza delle c.d. “Quirinarie”.
Fermo restando che il M5S ha sempre osteggiato ogni riforma che andasse nella direzione del semi-presidenzialismo o simili, ironici si dimostrano i tentativi di riportare al “popolo” la possibilità di votare il suo presidente.
Ironiche le dimensioni stesse dell’elettorato attivo: gli iscritti al Blog al Dicembre 2012 (comprendendo quindi anche coloro che non si sono ricordati per tempo di digitalizzare i documenti per votare), si contano in circa 48 mila elettori. Insomma, come scriveva Blitz, quotidiano online, altro che Popolo, altro che “popolo del web” un misero villaggio del web. Un club bello grosso.
E si badi, con questi presupposti non si può permettersi di fare gli sbruffoni con il ritornello del “ lo hanno scelto gli otto milioni di elettori che ci hanno votato”.
Ma la grande contraddizione è la più nascosta: si fonda un movimento sulla libertà di opinione e di stampa, si produce un gran sottobosco di circoli, di menti più o meno indaffarate e pensanti, si sciorinano conoscenze costituzionali e poi, quando veramente il divieto di mandato imperativo dovrebbe trovare massima consacrazione come nel caso della scelta del Presidente della Repubblica (art. 67 della Costituzione) , si ammanettano i propri onorevoli, che, streamingfobici, si nascondono nell’ipocrita frase di circostanza “noi non deludiamo i nostri elettori”.
Ma c’è molto di più grave. Queste votazioni insinuano il dubbio che i nostri eroi non siano più super partes, anzi che possano seriamente appoggiare il M5S. E chi non ha votato il Movimento, se ne fa una ragione?
L’averli ricompresi nella lista significa aver minato la loro autorevolezza incastrandoli negli ingranaggi laceranti della Politica. Soprattutto, e qui sta il top della goliardia di un movimento che si ispira alla massima serietà, l’averli ricompresi a loro insaputa! E c’è ch l'ha presa bene come la Gabanelli, ma poteva esserci chi l’avrebbe considerato un atto di profonda disonestà intellettuale... [continua]
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