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mercoledì 24 luglio 2013

Pornografia

di Francesca Introna
La parola pornografia deriva dal greco πορνή, “prostituta”, e γραφή, “scrittura, pitturapresentazioresentazione”. Indica quindi l’immagine dell’atto sessuale compiuto per denaro. Se ci atteniamo a questa definizione possiamo ben dire che la nostra società non è liquida, ma pornografica. Si basa cioè su due colonne portanti: l’immagine, la mostra, e la compravendita, il mercato. Il nostro mondo occidentale, proprio come la pornografia, ama puntare i riflettori su tutto ciò che possa costituire oggetto di consumo: e se si può comprare il sesso – e con esso il corpo e l’intimità- che cosa non si può comprare?

“avrei voluto baciarti amore, ancora un poco prima di andare via, prima di essere scaraventati dentro questo tipo di pornografia..” [“Bambini venite parvulos” Francesco De Gregori]

Un’ altra caratteristica della nostra società è la sconfitta di ciò che è pubblico, a vantaggio delle vite private. Le grandi ideologie sono crollate alla fine del novecento sotto il peso delle loro stesse menzogne, e sono state sostituite da menzogne personali, da ideali con un nome e un cognome. Non so se sia un bene o un male, forse è solo un avvenimento come tutti gli altri, con aspetti positivi e aspetti negativi. Credo però che sia necessario adeguarsi ai cambiamenti per sopravvivere. E allora forse possiamo imparare qualcosa dal crollo del muro di Berlino: se le ideologie e i movimenti di massa sono ormai in disuso, la risposta alle “violenze” di una società privata, deve essere una risposta privata.

Se questo mondo ci chiede di vivere e giudicare solo in base a ciò che appare, a ciò che è messo in vetrina, e ci chiede di mettere in vetrina solo quello che si può comprare o vendere, il dissenso va espresso tramite scelte di vita sobrie, ragionate, e fatte con il pensiero rivolto a ciò che sta dentro all’anima e non solo a ciò che i corpi, di cui il XXI secolo ci vorrebbe schiavi, fanno apparire. Non grideremo in piazza e non sventoleremo bandiere all’unisono, perché non è più tempo, ma cercheremo di costruire un nucleo di affetti, quanto più ampio e profondo possibile, che creda in valori diversi da quelli urlati nei talk show da quattro soldi.

“Questo era il modo in cui lei diventava grande e lui invecchiava. Di Trachimbrod [nome di città, n.d.r. ] fecero un santuario per loro stessi, un habitat totalmente distinto dal resto del mondo. Non venivano mai proferite parole d’odio, né s’alzavano mani. Ancor di più: non venivano mai proferite parole di rabbia, e nulla era negato. Ma ancora di più, non venivano mai proferite parole che non fossero d’amore, e tutto era portato come un ulteriore elemento probatorio del fatto che così può essere, e non dev’essere altrimenti; se nel mondo non c’è amore faremo un altro mondo, e lo circonderemo con mura massicce e lo arrederemo con interni rossi e soffici, e gli forniremo un battaglio che suoni come un diamante caduto nel feltro di un gioielliere in modo che non lo sentiremo mai. Amami perché l’amore non esiste e io ho provato tutto ciò che esiste. “ [“Ogni cosa è illuminata” J.S. Foer ]

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