di Francesco Mancin

Due libri di due Magistrati. Caselli, procuratore capo di Torino, già procuratore distrettuale antimafia che volontariamente sostituì Giovanni Falcone subito dopo il suo assassinio, protagonista del maxiprocesso e del processo ad Andreotti. Colombo, fedele compagno di Antonio Di Pietro nelle indagine
i di "Mani Pulite" nei primi anni novanta.
i di "Mani Pulite" nei primi anni novanta.
Due libri "dello spirito" sì, ma dello spirito di apparteneza e fiducia nello Stato e nelle Istituzioni Democratiche. Dei pensieri di facile (e corta) lettura ma incredibilmente impregnati di amore per la giustizia e per la legalità, degli scritti che ci ricordano la grande riconoscenza che dobbiamo ai veri "eroi della nazione" ed ai fondatori dello Stato italiano, e che ci strappano letteralmente dalla tentazione dello sconforto e del qualunquismo.
Uno stile chiaro ma potente accompagna il lettore verso la comprensione dei princìpi e dei meccanismi elementari del vivere in una comunità di cittadini. La sensazione che pervade chi si avvicina a queste "operette" (solo per volume di pagine) è quella di sentirsi fuori dai giochi perversi della pseudo-diffamazione televisiva, quasi si fosse seduti intorno ad un tavolo e si discutesse, con poche ma intelligenti parole.
Parole appunto cariche di signicato ma mai presuntuose, oltre a contenuti che colpiscono sempre, col grande pregio di non dipendere dalle ammirevoli vicende autobiografiche degli autori.
Senza svelare altro vi lascio alla prefazione di Corretti e Corrotti scritta da Marco Alloni, che riassume i temi principali del libro:
Per La divulgazione di questo estratto si intende esercitare il Diritto di Citazione (pertanto non sottoposto a licenza CC-BY-NC-ND):
(L'art. 70, Legge 22 aprile 1941 n. 633 (recante norme sulla Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio) dispone che «il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti d'opera, per scopi di critica, di discussione ed anche di insegnamento, sono liberi nei limiti giustificati da tali finalità e purché non costituiscono concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera».Con il decreto legislativo n. 68 del 9 aprile 2003 è stata introdotta l'espressione di comunicazione al pubblico, per cui il diritto è esercitabile su ogni mezzo di comunicazione di massa, incluso il web.
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