di Edoardo Marcarini
Un'Italia senza sovrano, senza un vero sovrano, dilaniata da lotte intestine.
Settecento anni dopo è un'Italia trasformista, senza veri ideali, dilaniata da dispetti elettorali.
Ahi serva Italia, di
dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Quell'anima gentil fu
così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non
stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro e una fossa serra.
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro e una fossa serra.
Cerca, misera, intorno da le prode
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
s'alcuna parte in te di pace gode.
Che val perché ti racconciasse il freno
Iustiniano, se la sella è vota?
Sanz'esso fora la vergogna meno.
Ahi gente che
dovresti esser devota,
e lasciar seder Cesare in la sella,
se bene intendi ciò che Dio ti nota,
e lasciar seder Cesare in la sella,
se bene intendi ciò che Dio ti nota,
guarda come esta
fiera è fatta fella
per non esser corretta da li sproni,
poi che ponesti mano a la predella.
per non esser corretta da li sproni,
poi che ponesti mano a la predella.
O Alberto tedesco
ch'abbandoni
costei ch'è fatta indomita e selvaggia,
e dovresti inforcar li suoi arcioni,
costei ch'è fatta indomita e selvaggia,
e dovresti inforcar li suoi arcioni,
giusto giudicio da le
stelle caggia
sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto,
tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!
sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto,
tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!
Ch'avete tu e 'l tuo
padre sofferto,
per cupidigia di costà distretti,
che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.
per cupidigia di costà distretti,
che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.
Vieni a veder
Montecchi e Cappelletti,
Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:
color già tristi, e questi con sospetti!
Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:
color già tristi, e questi con sospetti!
Vien, crudel, vieni,
e vedi la pressura
d'i tuoi gentili, e cura lor magagne;
e vedrai Santafior com'è oscura!
d'i tuoi gentili, e cura lor magagne;
e vedrai Santafior com'è oscura!
Vieni a veder la tua
Roma che piagne
vedova e sola, e dì e notte chiama:
«Cesare mio, perché non m'accompagne?».
vedova e sola, e dì e notte chiama:
«Cesare mio, perché non m'accompagne?».
Vieni a veder la
gente quanto s'ama!
e se nulla di noi pietà ti move,
a vergognar ti vien de la tua fama.
e se nulla di noi pietà ti move,
a vergognar ti vien de la tua fama.
E se licito m'è, o
sommo Giove
che fosti in terra per noi crucifisso,
son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?
che fosti in terra per noi crucifisso,
son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?
O è preparazion che
ne l'abisso
del tuo consiglio fai per alcun bene
in tutto de l'accorger nostro scisso?
del tuo consiglio fai per alcun bene
in tutto de l'accorger nostro scisso?
Ché le città
d'Italia tutte piene
son di tiranni, e un Marcel diventa
ogne villan che parteggiando viene.
son di tiranni, e un Marcel diventa
ogne villan che parteggiando viene.
Fiorenza mia, ben
puoi esser contenta
di questa digression che non ti tocca,
mercé del popol tuo che si argomenta.
di questa digression che non ti tocca,
mercé del popol tuo che si argomenta.
Molti han giustizia
in cuore, e tardi scocca
per non venir sanza consiglio a l'arco;
ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca.
per non venir sanza consiglio a l'arco;
ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca.
Molti rifiutan lo
comune incarco;
ma il popol tuo solicito risponde
sanza chiamare, e grida: «I' mi sobbarco!».
ma il popol tuo solicito risponde
sanza chiamare, e grida: «I' mi sobbarco!».
Or ti fa lieta, ché
tu hai ben onde:
tu ricca, tu con pace, e tu con senno!
S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde.
S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde.
Atene e Lacedemona, che fenno
l'antiche leggi e furon sì civili,
fecero al viver bene un picciol cenno
fecero al viver bene un picciol cenno
verso di te, che fai tanto sottili
provedimenti, ch'a mezzo novembre
non giugne quel che tu d'ottobre fili.
non giugne quel che tu d'ottobre fili.
Quante volte, del tempo che rimembre,
legge, moneta, officio e costume
hai tu mutato e rinovate membre!
hai tu mutato e rinovate membre!
E se ben ti ricordi e vedi lume,
vedrai te somigliante a quella inferma
che non può trovar posa in su le piume,
che non può trovar posa in su le piume,
ma con dar volta suo
dolore scherma.
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, Canto VI)
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