La scorsa sera è morto a Roma Emilio Colombo, e come di consueto per questi defunti illustri non spenderò parole in elogi funebri, non è mio compito farlo, è di altri ricordare ciò che ha detto, che ha fatto o scritto e che ha trasmesso, saranno altri a scrivere della caratura di questa persona, io voglio trattare (seppur brevemente) di altro, perché, credo, con lui un pezzo di Storia di questo Paese svanisce. Non è per sentimentalismo che scrivo, non è perché conoscessi chi fosse, che avesse fatto di preciso, solamente so che fu Padre Costituente, parlamentare fino a ieri, più volte ministro e pure Presidente del Consiglio, infine anche europarlamentare, una vita quindi vissuta immersa e all’insegna della politica e al servizio del Paese (nelle forme, ritengo, più alte, non per disprezzo di tutta la restante cittadinanza, ma perché ruoli rilevanti e, almeno così dovrebbero essere, di grande responsabilità). Non è mia intenzione, ripeto, fare un’apologia di Colombo, lascio ad altri il piacere di farlo con tutti gli annessi e connessi, sviolinate e paraculate di ogni genere e più o meno fuori luogo.
Come studente di Giurisprudenza, come appassionato studioso (nel mio piccolo) ed estimatore della nostra Costituzione (come spero si sia capito), il mio intento è celebrare quella che ai miei occhi appare come la fine di un’epoca.
E mi pare curioso, un gioco del destino che, proprio ora che ci si sta accingendo ad addentrarsi ed intervenire nelle delicate trame della struttura istituzionale (con metodi quanto mai discutibili), l’ultimo di coloro che contribuirono ad edificarla (talora con grosse difficoltà, ma sempre, ci ricordavano, con entusiasmo) sia morto, tra l’altro a breve distanza dall’addio di un altro Padre Costituente.
Avvenimenti del genere, al di là del piano umano, non ci possono lasciare indifferenti, poiché si tratta di pezzi di Storia, frammenti della memoria giuridica e polita italiana. Soprattutto oggi che si vuole modificarlo, quel pezzo di Storia giuridica e politica d’Italia che è la nostra Costituzione, e forse la memoria, i ricordi di due così importanti Costituenti potevano aiutare ed indirizzare, non mostrando resoconti e progetti allora discussi, su questo fiumi di inchiostro sono stati sprecati, ma invece trasmettendo le idee, le sensazioni, i dibattiti, gli incontri, gli scontri, gli umori … insomma, tutto ciò che attiene allo spirito e alle energie di quei giorni che produssero quella che è “la più bella del mondo”.
E quindi, come semplice cittadino, un Grazie e un Addio.
mercoledì 26 giugno 2013
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