di Fabio Zoboli

Tuttavia, non solo parole al miele per questa pellicola, che forse pecca un po’ di presunzione nella trama; senza voler svelar niente allo spettatore, devo ammettere che sono tanti i temi affrontati, forse troppi per soli 97 minuti, che scorrono rapidi come se si stesse assistendo ad un cortometraggio: la xenofobia (che in certe immagini richiama quella di American History X, senza però approfondire il tema altrettanto bene), il rapporto padre-figlio, la malattia mentale… e poi questo titolo altisonante, il rapporto con Dio dei vari personaggi, che forse vorrebbe essere il leit-motiv della pellicola ma che risulta di difficile comprensione per il pubblico.
Ammetto di non aver letto il romanzo di Ammaniti, fonte di ispirazione del regista: probabilmente i tasselli mancanti del puzzle sono proprio celati nell'opera letteraria, ma non nascondo che il film, per quanto tenga incollato allo schermo lo spettatore, lo lasci anche con l’amaro in bocca ed un senso di
incompiutezza.
Ciò non toglie che Come Dio comanda meriti assolutamente di essere visto, proprio perché privo di un’univoca chiave di lettura e capace di suscitare reazioni diametralmente opposte tra i cinefili del web, alcuni entusiasti ed altri delusi. Insomma, un’opera cinematografica stilisticamente ineccepibile, ma lascio a voi l’ultima parola sul contenuto…
1 commento:
Film discreto, tratto da un gran romanzo, di uno degli autori italiani a mio modesto avviso più illustri degli ultimi 20 anni...
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