Di Marzano Luigi
In primis alcuni dati:
- Non più del 15% dei giovani ritiene che i propri obbiettivi in futuro si possano realizzare.
- Il 58% degli studenti considerà l'eventualità concreta di andare all'estero per studiare, il 59% per lavorare e il 43% per costruire una vita fuori dallo stivale.
- La fiducia per il mondo dell'impresa si attesta al 28% verso le multinazionali e al 32% per le imprese locali.
- La fiducia verso lo stato si ferma al 19% e al 6% verso i politici.
- Tra i giovani uno su tre di quanti partecipano attivamente al mercato del lavoro, è senza impiego con un tasso di disoccupazione al 31% .
Quando le "politiche giovanili" sono portate avanti dai "vecchi" questo è quello che si raggiunge. Il nuovo governo non è escluso da questa idea tutta italiana, un consiglio di tecnici esperti in geriatria pronti a curare e ritardare il declino, mantenendo al contempo l'autosufficienza accompagnata da fattacci di malapolitica mafia e spread.

Ma allora? Cosa sta succedendo ai giovani italiani? Sono tutti vittima di un circolo vizioso deludente amplificato da parole come "sfigato", "mammone".
Ma è quello che lo stato fatto da pensionati vuole!.
Quando l'età media di chi ci governa è circa 60 anni come volete che la pensi? I vecchi vogliono restare lì , inchiodati alle loro poltrone portando avanti politiche obsolete, frenanti, demotivanti. Il popolo ovviamente si costruisce a loro immagine e somiglianza.
Un paese fermo demograficamente e mentalmente, indebolito perchè non cambia. I giovani sul baratro o meglio al confine non sanno più che fare e i giovani che entrano invece, non possono diventare nemmeno italiani, ma lo svantaggio è nostro.
A questo punto anche se si è giovani, diventa difficile tirare fuori l'entusiasmo che ci caratterizza.
Fonti dei dati:
I giovani e il loro futuro di Remo Lucchi
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