di Vicky Rubini
-L’Associazione, quale iniziativa educativa liberamente promossa
da credenti, vive nella comunione ecclesiale la scelta cristiana.
Nell’azione educativa, l’Associazione realizza il suo impegno
politico, al di fuori di ogni legame o influenza di partito e tiene
conto dell’operato degli altri ambienti educativi.
L’Associazione non ha alcun fine di lucro; svolge la propria attività
nel rispetto della libertà, dignità e uguaglianza degli associati
e dei principi di democrazia. (Art.1)
-[...] Il domenicano padre Francesco Compagnoni, ha
sostenuto la posizione
ufficiale vaticana ricordando che le
Scritture condannano le relazioni
omosessuali come “gravi depravazioni” e
comunque sono atti
“intrinsecamente disordinati”. Perciò un capo scout gay
rappresenterebbe
un “problema educativo”.
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5 commenti:
Ringrazio Vicky per lo spunto.
Volevo soltanto fare qualche considerazione.
Il 90% della redazione è, o è stato, iscritto alla Agesci, l’associazione della quale viene ripreso l’art.1 dello statuto. Si intende pertanto fugare ogni dubbio intorno ad eventuali strumentalizzazioni del seguente articolo: chi scrive conosce bene quella realtà educativa, ma soprattutto ne conosce i veri valori trasmessi ed i veri strumenti per farlo. Da ciò scaturisce, ve lo posso assicurare, una profonda ma ragionata rabbia verso i risultati del convegno che ha recentemente sollevato le polemiche.
Poteva essere un grande occasione: l’Agesci, essendo un’associazione tendenzialmente democratica, ha il grande pregio di essere capace di ragionare su di sé in modo spesso molto profondo ed ampiamente diffuso tra la “base”. La discussione di tale argomento avrebbe così permesso di impedire che gli elementi locali della associazione agissero in modo disorganico, soprattutto in merito ad una così delicata questione. Ma soprattutto sarebbe stata l’occasione per evitare che la discriminazione basata sull’orientamento sessuale rimanesse, come in molte altre realtà associative italiane, una pratica taciuta per vergogna.
Invece si è trasformato nel convegno della becera moralità: una sorta di riproposizione dogmatica del legame super-cattolico, una giostra di relatori che hanno sciorinato la loro posizione con la connivenza degli organizzatori del convegno, assolutamente noncuranti, questa volta, delle reali posizioni di chi con i ragazzi e con i bambini vive ogni fine settimana. Un’occasione persa, ma soprattutto espugnata: Ciò che più mi sconvolge è che si sia arrivati a mettere in discussione il valore educativo della persona (nella sua interezza morale e comportamentale), solo sulla base dell’orientamento sessuale, o meglio dell’identità di genere. Un passaggio logico degno delle società pre-fasciste.
Senza contare poi il metodo proposto per ovviare a tale “contatto”: l’intervento dello psicologo e sul ragazzino e sul capo. Non sono pedagogista, psicologo o assistente sociale, ma permettetemi di affermare che tale reazione, oltre che esagerata, sia assolutamente ingiustificata e partorita sulla base di una vasta gamma di pregiudizi omofobi.
Infine, mi ha dato fastidio, e molto, il vedere spiattellata, senza alcun ritegno, la notizia sui principali mezzi d’informazione. Senza nulla togliere al dovere ed al sacrosanto diritto di cronaca, il ritegno che è appunto mancato è quello di interpellare al famosa “base”, almeno per constatare se le “eminenti” posizioni assunte dai capoccia nazionale fossero minimamente condivise.
Così chi ci rimetterà, oltre i ragazzi stessi ed i loro genitori che si vedono posti al centro della polemica e tentati dalla sfiducia, sono le decine di migliaia di educatori che, loro sì, vivono a contatto con i ragazzi ed i bambini concentrati sulla loro di vita e non sui massimi sistemi perpetuati dalle “alte gerarchie”, che molto tempo fa hanno smesso di fare lo scoutismo di Strada…
Francesco Mancin, Capo Branco del Ponte San Pietro 1, BG
" Ciò che più mi sconvolge è che si sia arrivati a mettere in discussione il valore educativo della persona (nella sua interezza morale e comportamentale), solo sulla base dell’orientamento sessuale, o meglio dell’identità di genere. Un passaggio logico degno delle società pre-fasciste."
Perfettamente d'accordo, da interno all'associazione sono certo che la tua posizione è condivisa da moltissimi altri educatori che da tempo e con impegno han deciso di donarsi per educare i cittadini di domani. Questa occasione mancata ha rallentato il processo di rinnovamento anche per i ragazzi, un vero peccato.
Anche a me preme sottolienare una questione: il convegno è una cosa, il patto associativo è un'altra. Nel convegno ci sono le opinioni di 3 relatori, il patto associativo è espressione dell'associazione.
Poi piace fare retorica sui bambini vestiti da cretini e pure omofobi, va bene, e l'associazione con quel convegno se l'è un po' cercata... spero solo che serva a far discutere le comunità capi che, non scordiamocelo, sono LIBERE E AUTONOME nelle loro decisioni educative, qualsiasi cosa venga passato all'interno di qualsiasi convegno: questa è la vera ricchezza e democraticità dell'agesci.
E poi inviterei i cari relatori e i cari partecipanti al convegno a togliere il culo dalle sedie e mettersi gli scaproni ai piedi, fare un po' di strada, prender l'acqua e scorticarsi le mani con le corde... in una parola stare accanto ai ragazzi che crescono... poi forse si ricorderanno di cosa vuol dire educare
ATTENZIONE: "L’Associazione non ha alcun fine di lucro" sacrosanta verità; "svolge la propria attività nel rispetto della libertà, dignità e uguaglianza degli associati e dei principi di democrazia" altra sacrosanta verità che però non ci deve dare il permesso di sbadierare credenze, azioni ed opinioni che contrastino con la scelta scout, di fede e politica che il patto educativo sancisce. Non mi riferisco ovviamente all'omosessualità ma ad altri atteggiamenti o stili di vita che la frase di cui sopra, se presa letteralmente e singolarmente, leggitimerebbe a fare.
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