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giovedì 12 aprile 2012

Aereomaleducazioni


di Miriam Bonalumi

È tua, nemmeno ci credi: la Postazione Perfetta, ambita da ogni viaggiatore low cost, quella che permette di godere del panorama senza la scocciatura delle ali e nel contempo è situata poco distante dalle uscite di sicurezza (per chi non ama il volo). Ma uno strano male sta per attentare la tua pace interiore...
un ragazzo rasta dall'idioma sconosciuto (sardo, bulgaro o catalano?) si siede nel posto davanti al tuo. Poco dopo la hostess lo invita gentilmente a riporre lo zaino fuori dal portabagagli, sotto il sedile: si tratta di una delle ennesime regole ferree delle compagnie low cost, che chiunque accetta sorridendo e pensando che dopotutto ha pagato 20 Euro per fare un viaggio che nell'antichità avrebbe comportato tre settimane di privazioni.
Il ragazzo rasta però sembra non condividere la comune corrente di pensiero: la prende come una sfida, forse, oppure non ha capito. La hostess insiste un poco, finchè lui si alza e prende lo zaino, senza mai abbassare lo sguardo beffardo.
“You are not polite” dice, puntando la hostess dritta negli occhi. La frase coglie di sorpresa gli astanti: dunque il ragazzo parla inglese, e pare parecchio arrabbiato!
“I'm polite!” reclama la povera assistente di volo.
“No, you're not polite” prosegue il rastaman, in un botta e risposta non particolarmente vario ma certo molto efficace ai fini dello stress collettivo.
Con una discrezionalità meravigliosa, dono innato delle hostess, la donna minaccia cordialmente il giovane di chiamare il capitano e sbatterlo giù (niente paura, l'aereo è ancora fermo).
Poi si allontana, mentre sul volto del rasta permane il ghigno malefico.
Neanche il tempo di commentare l'episodio con il vicino di posto che rapido e inatteso si verifica il secondo “scontro”: un signore occhialuto, nella fila appena dietro la tua, viene invitato a riporre il suo laptop nel portabagagli, perchè si trova accanto all'uscita di emergenza che deve essere libera da ogni impedimento.
Si capisce che è italiano da tre fattori:
  1. Pessimo accento inglese
  2. Gesticolare convulso alla richiesta della hostess
  3. Un “mavacagà” esclamato a gran voce allontanandosi dalla sua postazione, che riporta tutti con la mente alle scuole medie, quando l'insegnante buttava fuori dalla classe il teppista di turno.
Il viaggio prosegue senza intoppi, ma gli episodi dell'imbarco lasciano l'amaro in bocca a chi ha sentito e visto: è giusto trattare in questo modo il personale qualificato che invita i passeggeri a rispettare delle regole previste dalla compagnia di volo? È giusto maledire chi fa il suo lavoro, e nonostante le difficoltà, cerca di farlo bene, sopportando i malumori e le ansie di centinaia di sconosciuti al giorno?
MORALE: il malumore sui disservizi (che peraltro in questo caso non si sono verificati!) non può giustificare la maleducazione selvaggia e sconsiderata.

1 commento:

Giovanni Bonalumi ha detto...

Molte persone non capiscono le regole base della convivenza civile, è impossibile negarlo. Chi per lavoro deve rapportarsi con gente sconosciuta, sa che ci sono in giro troppi strafottenti e maleducati...mi sento un po' ottantenne ma è proprio così!

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