di Sara L.
20 giugno: non solo la vigilia del
solstizio d’estate, il preludio alla stagione del gelato e delle
vacanze, la vigilia della seconda prova degli esami di maturità…
per tante persone, fratelli e sorelle di ogni parte del mondo, il 20
giugno ha un significato ben più coinvolgente: si tratta infatti
della giornata mondiale del rifugiato.
Ma chi è un rifugiato?
Si definisce rifugiato colui che è
costretto a fuggire dal proprio Paese per il timore fondato di essere
perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, opinione
politica o appartenenza a un determinato gruppo sociale e non vi può
far ritorno, proprio a causa di questo timore. Lo status di rifugiato
viene pertanto riconosciuto da parte dello Stato terzo a cui il
cittadino straniero ha fatto domanda di asilo.
Cosa succede quando una persona
presenta domanda d’asilo?
La legislazione nazionale, quella europea, le convenzioni internazionali, le norme
attuative, le circolari e i regolamenti si incrociano in modo
complesso, e non di rado l’Italia viene condannata perché tenta di restringere i diritti legati allo status di
richiedente asilo; non è possibile quindi neanche lontanamente dare
un’idea dell’iter complesso che vi è alla base. Per ciò che
riguarda l’esito, che spesso arriva dopo parecchi mesi di attesa,
sono 4 le decisioni che la Commissione Territoriale competente può
assumere:
- rilasciare un permesso di soggiorno per asilo politico, della durata di 5 anni, nel caso venga accertato che la persona, se costretta a tornare nel proprio Paese, subirebbe persecuzioni per la propria opinione politica, appartenenza etnica, professione religiosa, appartenenza a un gruppo sociale. Il permesso di soggiorno per asilo politico permette una condizione di soggiorno molto favorevole, ma è spesso difficile ottenenrlo;
- rilasciare un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, della durata di 3 anni, nel caso in cui si accerti che se la persona facesse ritorno al Paese d’origine potrebbe subire un danno grave (morte, tortura…);
- rigettare la domanda, rimandando al Questore competente per territorio la decisione discrezionale di rilasciare un permesso di soggiorno per motivi umanitari della durata di un anno, nel caso in cui non vi siano i presupposti per uno dei due permessi sopra descritti ma sussistano comunque gravi motivi di carattere umanitario (guerre, bombardamenti…)che rendano pericoloso il rientro in patria del soggetto;
- diniegare la protezione internazionale. Avverso il diniego è possibile presentare ricorso presso il TAR competente.
L’UNHCR (alto commissariato ONU per i
rifugiati) stima che in Italia vi siano circa 50.000 rifugiati.
Confrontando
i dati emerge che
l'Italia presenta cifre molto
basse rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea, in termini sia
assoluti che relativi. A titolo di comparazione, la Germania ospita
circa 580.000 rifugiati ed il Regno Unito circa 290.000, mentre i
Paesi Bassi e la Francia ne ospitano rispettivamente 80.000 e
160.000.
Al di là dei numeri e delle complesse
disposizioni legislative, ciò che mi preme sottolineare e porre
all’attenzione di tutti i lettori del blog è che nessuno di loro
ha liberamente scelto di lasciare il proprio Paese alla ricerca di
condizioni di vita migliori… i rifugiati hanno lasciato la propria
casa, la propria famiglia, la propria terra e i propri affetti per
cercare protezione altrove, poiché il proprio Paese non garantiva
loro quei diritti di libertà che tutte le convenzioni internazionali
mirano a garantire.
Attenti allora leghisti, xenofobi,
fascistelli dell’ultim’ora…
Ritrovandovi nella condizione di quelle
migliaia di persone
Voi avreste fatto lo stesso
3 commenti:
Grazie molte per averci ricordato questo appuntamento umanitario. Curiosità: mi chiedo se il dato dell'unhcr riguardo ai rifugiati italiani sia calcolato sulla base dei permessi erogati o sia il risultato di una stima degli immigrati potenzialmente rifugiati.
Qualcuno mi illumina?
L'UNHCR raccoglie i dati delle commissioni e delle questure... i 50.000 sono i beneficiari di protezione internazionale attuali. Il dato chiaramente non tiene conto dei diniegati e di chi ha convertito il permesso o ottenuto la cittadinanza
Ciao ragazzi! Mi servirebbe la mail di Sara L. / Sara L. mi passeresti la mail di Marco pel di carota ad agripensar@gmail.com?? Tnx! Ciao Nico
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