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sabato 23 giugno 2012

20 GIUGNO: TU AVRESTI FATTO LO STESSO


di Sara L.

20 giugno: non solo la vigilia del solstizio d’estate, il preludio alla stagione del gelato e delle vacanze, la vigilia della seconda prova degli esami di maturità… per tante persone, fratelli e sorelle di ogni parte del mondo, il 20 giugno ha un significato ben più coinvolgente: si tratta infatti della giornata mondiale del rifugiato.

Ma chi è un rifugiato?
Si definisce rifugiato colui che è costretto a fuggire dal proprio Paese per il timore fondato di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, opinione politica o appartenenza a un determinato gruppo sociale e non vi può far ritorno, proprio a causa di questo timore. Lo status di rifugiato viene pertanto riconosciuto da parte dello Stato terzo a cui il cittadino straniero ha fatto domanda di asilo.

Cosa succede quando una persona presenta domanda d’asilo?
La legislazione nazionale, quella europea, le convenzioni internazionali, le norme attuative, le circolari e i regolamenti si incrociano in modo complesso, e non di rado l’Italia viene condannata perché tenta di restringere i diritti legati allo status di richiedente asilo; non è possibile quindi neanche lontanamente dare un’idea dell’iter complesso che vi è alla base. Per ciò che riguarda l’esito, che spesso arriva dopo parecchi mesi di attesa, sono 4 le decisioni che la Commissione Territoriale competente può assumere:
  • rilasciare un permesso di soggiorno per asilo politico, della durata di 5 anni, nel caso venga accertato che la persona, se costretta a tornare nel proprio Paese, subirebbe persecuzioni per la propria opinione politica, appartenenza etnica, professione religiosa, appartenenza a un gruppo sociale. Il permesso di soggiorno per asilo politico permette una condizione di soggiorno molto favorevole, ma è spesso difficile ottenenrlo;

  • rilasciare un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, della durata di 3 anni, nel caso in cui si accerti che se la persona facesse ritorno al Paese d’origine potrebbe subire un danno grave (morte, tortura…);

  • rigettare la domanda, rimandando al Questore competente per territorio la decisione discrezionale di rilasciare un permesso di soggiorno per motivi umanitari della durata di un anno, nel caso in cui non vi siano i presupposti per uno dei due permessi sopra descritti ma sussistano comunque gravi motivi di carattere umanitario (guerre, bombardamenti…)che rendano pericoloso il rientro in patria del soggetto;

  • diniegare la protezione internazionale. Avverso il diniego è possibile presentare ricorso presso il TAR competente.

L’UNHCR (alto commissariato ONU per i rifugiati) stima che in Italia vi siano circa 50.000 rifugiati. Confrontando i dati emerge che l'Italia presenta cifre molto basse rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea, in termini sia assoluti che relativi. A titolo di comparazione, la Germania ospita circa 580.000 rifugiati ed il Regno Unito circa 290.000, mentre i Paesi Bassi e la Francia ne ospitano rispettivamente 80.000 e 160.000.

Al di là dei numeri e delle complesse disposizioni legislative, ciò che mi preme sottolineare e porre all’attenzione di tutti i lettori del blog è che nessuno di loro ha liberamente scelto di lasciare il proprio Paese alla ricerca di condizioni di vita migliori… i rifugiati hanno lasciato la propria casa, la propria famiglia, la propria terra e i propri affetti per cercare protezione altrove, poiché il proprio Paese non garantiva loro quei diritti di libertà che tutte le convenzioni internazionali mirano a garantire.

Attenti allora leghisti, xenofobi, fascistelli dell’ultim’ora…
Ritrovandovi nella condizione di quelle migliaia di persone
Voi avreste fatto lo stesso

3 commenti:

Francesco Mancin ha detto...

Grazie molte per averci ricordato questo appuntamento umanitario. Curiosità: mi chiedo se il dato dell'unhcr riguardo ai rifugiati italiani sia calcolato sulla base dei permessi erogati o sia il risultato di una stima degli immigrati potenzialmente rifugiati.
Qualcuno mi illumina?

Sara L ha detto...

L'UNHCR raccoglie i dati delle commissioni e delle questure... i 50.000 sono i beneficiari di protezione internazionale attuali. Il dato chiaramente non tiene conto dei diniegati e di chi ha convertito il permesso o ottenuto la cittadinanza

Anonimo ha detto...

Ciao ragazzi! Mi servirebbe la mail di Sara L. / Sara L. mi passeresti la mail di Marco pel di carota ad agripensar@gmail.com?? Tnx! Ciao Nico

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