di Sara L.
Odio quando le previsioni nefaste si
rivelano fondate. In questo articolo a proposito dell'allegra reunion
di Forza Nuova in città, scrivevo di come nei periodi di crisi i
nazionalismi ritornino in auge, forti della frustrazione della gente,
capaci di accendere la miccia dell'odio. Il bollettino di questi
giorni, in effetti, è agghiacciante...
5 giugno: Clément Méric, giovane
studente francese di neanche 20 anni perde conoscenza dopo una rissa
in strada contro un gruppo di skinheads. Viene trasportato in
ospedale in stato di morte celebrale e muore il giorno successivo. Se
si scava un po' di più a fondo emerge che non è stato colto in
un'imboscata ma la rissa era un appuntamento programmato dopo lo
scambio di insulti avvenuto poco prima in un appartamento. Il fatto
che il ragazzo non sia stato inerme ma abbia deliberatamente scelto
di partecipare alla rissa non attenua affatto le responsabilità di
chi ha fatto sì che Clément lunedì non possa tornare in
università. Che poi, talvolta, non sia necessario darsi appuntamento
per una rissa ma basti farsi una passeggiata per le vie della
capitale per buscarsi una sonora lezione lo sanno bene coloro che
poche settimane fa erano in piazza per sostenere la legge che ha
legalizzato in Francia le nozze tra persone dello stesso sesso.
6 giugno: Roma, città eterna.
Probabilmente delusi dalla sconfitta elettorale i fascisti capitolini
hanno riposto nell'armadio le giacche e le cravatte per cavar fuori
gli strumenti elettorali preferiti: spranghe, lame e tirapugni.
Quella sera a Velletri i 99 Posse avevano in programma un concerto al
pub “Passo Carrabile”: la serata però è morta sul nascere
(questa volta per fortuna in modo solo figurato) perchè ad aspettare
il gruppo nel parcheggio del locale c'è un gruppo di fascisti, con
gli strumenti di persuasione di cui sopra. Grazie all'intervento
della security del locale Zulu, il fonico e i compagni se la sono
cavata con tagli e abrasioni.
C'è chi in passato usava l'olio di
ricino per persuadere i dissidenti ad uniformarsi alla linea e chi
oggi continua ad usare manganelli e lame. C'è poi chi, nel mondo
della comunicazione 2.0 annuncia su un blog il proprio suicidio per
protestare contro la legge francese di cui sopra, quella che da
maggio ha aperto le porte alle nozze gay. Dominique Venner, scrittore
di 78 anni, ha pensato di lanciare così il suo messaggio di
dissenso: dopo averlo annunciato in rete si è recato nella
cattedrale di Notre-Dame si è sparato in bocca, sostenendo che ci
fosse bisogno di un gesto nuovo, spettacolare e simbolico per
scuotere la sonnolenza dei francesi...
Gesto spettacolare, con una portata
comunicativa enorme... viene quasi da suggerire a chi ha tolto la
vita a Clément, ha assalito Zulu e compagni, ha la responsabilità
del ventennio più nero della storia d'Italia e si sente in diritto
di spadroneggiare per le strade, di tentare la stessa strada
comunicativa dello scrittore francese...
(Quanto affermato nell'ultima frase è
da ricondursi ad un'amara, arrabbiata, caustica e forse inopportuna
satira...)
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