di Luigi Marzano
Il 10 Febbraio 1947 entrò in vigore il
trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, Zara, parte
delle zone di Gorizia e di Trieste, passarono alla Jugoslavia, fu la
conclusione della complicata e sofferta vicenda del confine orientale
« La
Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo"
al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli
italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro
terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e
della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata
[...] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei
tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado.
È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la
realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da
conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono,
inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico,
letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle
coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli
stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo
sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale
adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità
istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero. »
(legge
30 marzo 2004 n. 92)
Come diverse altre celebrazioni il 10
Febbraio è una solennità civile ma per altri è un occasione di
strumentalizzare o di ricordare quello che si vuole fino confrontare
le vittime dei "neri" o le vittime dei "rossi".
In realtà l'unico scopo, nobilissimo, di queste giornate è appunto
ricordare!. Sembra che all'uomo non basti mai, ci annoiamo se
studiamo la storia ma è quella che ci da i mezzi per renderci liberi
analizzando criticamente. E' quindi fondamentale meditare, non
pensiamo che sia una banalità, è la medicina dolce della nostra
democrazia per lasciare un futuro di libertà anche alle prossime
generazioni.
Fermiamoci
un secondo a pensare alle vite interrotte per degli
aggettivi: "italiano", "fascista".
In
questi giorni di difficoltà critica forse non in molti si
soffermeranno ma è il campanello di allarme che segnala l' ozio del pensiero e
noi italiani proprio non ne abbiamo bisogno.
È
troppo difficile pensare nobilmente quando si pensa soltanto a
guadagnarsi da vivere.
Jean
jaques Rousseau
Luigi Marzano
1 commento:
Gran bel lavoro Marza e Sara L.!!
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